Alla scoperta degli antichi palmenti da vino
Archeologia del vino in Calabria, tra palmenti e "catòja"

Vivere slow
Regione Calabria
Non a caso battezzata Enotria, "terra del vino", la Calabria ha da sempre un rapporto identitario con la viticoltura, praticata su tutto il territorio e legata, fino a tempi recenti, a pratiche di vinificazione mediterranee: tra queste, l'uso dei palmenti di pietra.
Gli antichi palmenti da vino (riutilizzati in epoche successive anche per l'olio) rappresentano ancora oggi una delle testimonianze più importanti e monumentali della vita agricola calabrese fino all'avvento dell'industrializzazione.
Conservati un po' ovunque, i palmenti calabresi si concentrano in modo particolare nelle campagne della costa ionica, tra le province di Catanzaro e Reggio Calabria. Scopriamoli tutti in uno "slow tour" all'insegna del vino, tra palmenti e "catòja" (tradizionali cantine domestiche).
Cosa sono i palmenti?
Non hai mai visto un palmento? Se chiedi a un qualsiasi contadino calabrese ti dirà che "u parmèntu" non è altro che una vasca poco profonda, anticamente scavata nella roccia viva (quasi sempre granitica) e poi realizzata anche in mattoni o calcestruzzo, all'interno della quale avvengono la pigiatura dell'uva e la fermentazione del mosto. L'origine dei palmenti è antichissima e la loro diffusione copre l'intero Bacino del Mediterraneo: dal Nord Africa alla Corsica, passando ovviamente per la Calabria, da sempre votata alla coltivazione delle uve da vino. Non mancano raffigurazioni archeologiche di antichi palmenti calabresi e testimonianze ancora intatte del loro utilizzo fino ai primi del Novecento, quando ancora la vinificazione avveniva in modo domestico e condiviso, senza mezzi industriali.
Una sempre maggiore consapevolezza del valore culturale e antropologico dei palmenti, veri e propri "capolavori rurali", ha consentito di conservarli e, dove possibile, valorizzarli, trasformandoli in attrattori per gli amanti del "turismo slow" o, addirittura, rimettendoli in funzione all'interno di fattorie didattiche e agriturismi che consentono di ammirarne il funzionamento e cimentarsi con la divertente pratica della pigiatura dell'uva a piedi nudi, direttamente nella vasca di pietra.

Dove si trovano i palmenti in Calabria
Basta seguire le cosiddette "Strade del Vino" per trovare traccia dei palmenti su tutto il territorio regionale. Tuttavia, al di là dei singoli manufatti, esistono aree in cui la concentrazione di palmenti ha suscitato l'interesse di studiosi e appassionati, consentendo di individuare vere e proprie zone di vinificazione su grande scala, votate sin dall'antichità a una produzione destinata non solo al fabbisogno familiare ma dell'intera comunità, se non addirittura esportabile.
La costa ionica compresa tra le province di Catanzaro e Reggio Calabria ne è un esempio: qui, la produzione di vino in palmento risale indicativamente al periodo Tardoantico, legata alla diffusione del monachesimo greco-bizantino e basiliano (come dimostra l'incisione di croci e simboli orientali sulle vasche) e, successivamente, alla figura di Cassiodoro Senatore (nei cosiddetti "luoghi cassiodorei"), con numerose attestazioni documentarie e manufatti lungo tutta la Costa degli Aranci e il Golfo di Squillace.
A questa produzione, destinata ai mercati di Roma e all'imperatore Teodorico, potrebbero essere legati anche i palmenti rinvenuti a decine nelle campagne di Santa Caterina dello Ionio (e, in quantità minore, nei paesi limitrofi di Guardavalle e Badolato). Questi Comuni, su richiesta e con modalità diverse, offrono l'occasione di visitare i palmenti e, in particolari festività e periodi dell'anno, praticare la vendemmia, la pigiatura e degustare il vino nei tipici "catòja", le cantine domestiche nei borghi.
Altra zona di grande concentrazione di palmenti da vino, molti dei quali di dimensioni monumentali, è la collina che si affaccia sul Parco Marino Regionale "Costa dei Gelsomini", in provincia di Reggio Calabria. Qui, tra la cosiddetta "Valle degli Armeni" e le comunità grecaniche della Bovesìa (minoranza etnolinguistica del Greco di Calabria), la pigiatura e la fermentazione nei palmenti sono state praticate fino all'epoca recente e su ampia scala: lo testimonia l'elevato numero di palmenti rinvenuti a Ferruzzano, Bruzzano Zeffirio e Palizzi. Quest'ultima, non a caso, figura tra le "Città del Vino" in Calabria per via della pregiata produzione di vino Palizzi IGT.

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