Viaggio nella Bovesìa, tra i greci di Calabria
Weekend nell’area grecanica calabrese
© Regione Calabria
Tradizione e folklore
© Regione Calabria
Tradizione e folklore
Sai che esiste una zona nell’estremo sud della Calabria in cui si parla ancora l’antico dialetto grecanico (o greco di Calabria)? Si tratta dell’area ionica nota anche come Bovesìa, dal nome del principale centro urbano e culturale di riferimento, il paese di Bova, tra I Borghi più Belli d’Italia.
La Calabria grecanica è scrigno di una preziosa minoranza etnica che ancora oggi tenta di preservare le proprie usanze linguistiche, rituali e gastronomiche attraverso associazioni e realtà locali volte alla tutela.
Scopriamo insieme le tradizioni e le peculiarità dei greci di Calabria in un tuor che tocca i centri principali all’interno di un’area vasta, che racchiude 15 Comuni:
Affacciata sull’alba e le suggestioni della costa ionica reggina, l’ampia zona della Bovesìa rappresenta un bacino etno-culturale di antichissime origini.
La presenza delle comunità greco-orientali giunte su questi lidi è stata capace di sopravvivere alla latinizzazione voluta dai normanni a partire dall’XI secolo, conservando con rigore la lingua delle origini, oggi nota come dialetto greco di Calabria, le tradizioni, la musica e le pietanze, affermando una vera e propria koinè.
Il Comune di riferimento più importante è Bova, punto di partenza per un tour dell’area grecanica calabrese che, in sostanza, ha come riferimento la leggendaria fiumara dell’Amendolea, il corso d’acqua anticamente navigabile che discende dalle limpide sorgenti del Parco Nazionale d’Aspromonte e traccia imperdibili itinerari da trekking.
Il verde di monti, valli e fiumare unito alla bellezza della Costa dei Gelsomini, dove nidifica la tartaruga Caretta Caretta, ai calanchi argillosi e all’autenticità di borghi incastonati nella roccia (talvolta “paesi fantasma”) crea un ecosistema unico, capace di tenere in perfetta armonia uomo e natura, cultura e spiritualità.
I greci di Calabria, uniti nel recupero del loro patrimonio linguistico e culturale, hanno dato origine a diverse associazioni locali impegnate nello studio, salvaguardia e diffusione di una realtà che oggi è sempre più oggetto di interesse e forme virtuose di turismo sostenibile: dal rito greco-bizantino alla tradizione orale del grecanico, passando per la musica folkloristica e i piatti d’Oriente.
Il nostro weekend grecanico parte dalla visita al borgo di Bova, capitale della Bovesìa, tra I Borghi più Belli d'Italia. Ultima enclave della grecità, oltre che sede vescovile, Bova sorge su uno spuntone di roccia che funge da difesa naturale, sul quale svettano i ruderi del Castello Normanno.
Accessibile dalle antiche porte della cinta muraria, il centro storico si raccoglie attorno alla Cattedrale. Al suo interno, la Cappella del Sacramento ospita la statua della Madonna Isodìa col Bambino, attribuita a Rinaldo Bonanno (1584). Altri gioielli da visitare sono la Chiesa di San Leo, con preziosi stucchi ottocenteschi, e le chiese del Carmine e dell’Immacolata.
Perdersi tra i vicoli del borgo consente di scoprire le facciate dei palazzi nobiliari e incamminarsi per il Sentiero della Civiltà Contadina, il museo a cielo aperto che si snoda tra le viuzze dove trovano posto gli strumenti di lavoro rurali. Chi desidera approfondire gli studi sulla cultura grecanica in Calabria non può perdere una visita al Museo della Lingua Greco-Calabra “Gerhard Rohlfs”.
Per immergersi appieno in una delle tradizioni religiose grecaniche, sospesa tra sacro e profano, l’ideale è visitare Bova la Domenica delle Palme, quando ha luogo l’originalissima processione delle Persephoni di Bova (Chòra tu Vùa o Pupazze). Le Persephoni rimandano certamente alla mitologia greca e alla leggenda di Persefone discesa agli inferi, mito della rinascita audacemente accostato alla Pasqua cristiana.
Un altro “must” del folklore grecanico è legato alla musica e agli strumenti tradizionali d’Oriente. Chi desidera scoprire questo aspetto può programmare il tour dei paesi grecanici nel mese d’agosto, in concomitanza del bellissimo “Festival Paleariza”.
Le serate estive risuonano di musiche, canti e balli arcaici, accompagnati da lira calabrese e organetto, evocativi della vita agropastorale e dei suoi simbolismi. Nelle occasioni di festa non può mancare un assaggio della tipica lestopitta, la focaccia senza lievito che accompagna i piatti grecanici a base di carni, formaggi e bergamotto.
Tra i paesi grecanici da non perdere, i cosiddetti “paesi fantasma” abbandonati nel corso del tempo per via dell’emigrazione o delle calamità naturali e oggi intrisi di leggende, fonte inesauribile di suggestioni e veri e propri set cinematografici a cielo aperto. Tra questi, da vedere assolutamente è il borgo di Pentedattilo (nel Comune di Melito Porto Salvo), anche noto come “Cinque dita del Diavolo”, legato all’episodio storico della Strage degli Alberti e tappa amata dai viaggiatori-scrittori del Grand Tour.
Tra le chicche naturalistiche, un’escursione ai Calanchi Bianchi di Palizzi riserva la sorpresa di trovarsi in un paesaggio sospeso, dal fascino lunare. Si tratta di formazioni vallive argillose e marnose sul livello del mare, caratterizzate dalla vegetazione rada, tipica delle dune. Questa è anche la zona di produzione dell’ottimo vino Palizzi IGT, col quale brindare alla conclusione del nostro splendido weekend nella Calabria grecanica.
https://calabriastraordinaria.it/news/viaggio-nella-bovesia-tra-i-greci-di-calabria