Palizzi
Palizzi, il Comune più a sud della Penisola
Mare
Palizzi raggruppa tutti gli elementi dei borghi delle favole: un castello posto su una rupe, un borgo medievale ai suoi piedi e un ponte a sella d’asino che fin dal Trecento sovrasta un corso d’acqua.
Immerso in una superba natura, il borgo di Palizzi è il Comune più meridionale della penisola italiana e si abbarbica ad una rupe d’arenaria ai piedi dell’imponente castello.
Catoi, sottopassaggi e tetti di tegole ricurve, che offrono la visione di un paesaggio rimasto quasi inalterato nel tempo.
Un paese pittoresco, adagiato sulle pendici meridionali dell'Aspromonte, che affascina subito il visitatore per le sue caratteristiche prettamente medievali, con la presenza di “palazziate e solarate” di fantasiose soluzioni architettoniche, e poi catoi, sottopassaggi, scalette e tetti di tegole ricurve che offrono la visione di un paesaggio rimasto quasi inalterato nel corso del tempo. Il suo territorio corrisponde alla parte più estrema dell'antichissima regione che, dopo essere stata indicata come Esperia (terra d'occidente) ed Enotria (terra del buon vino) fu chiamata Italia. La baia di Palizze era chiamata Porto Palizze, non a caso conserva un lungomare che sebbene piccolissimo, è l’unico ad avere vita marinara anche d’inverno. Dell’attracco costiero non vi è più traccia, fatta eccezione per una torre di avvistamento, detta Torre Mozza, per via del crollo delle parti superiori della struttura, di cui rimane un unico angolare. Il paese è diviso da una fiumara nelle due contrade di Murrotto e Stracia, chiaramente allusive a testimonianze del passato. Da entrambi i quartieri si partono due strade che conducono rispettivamente alle frazioni di Palizzi Superiore e Pietrapennata, attraverso una percorso costellato dai più pregiati vigneti dell’Area Grecanica. Il piccolo borgo di Pietrapennata, situato vicino a Palizzi Superiore, deve il nome ai costoni rocciosi che lo sovrastano e pare sia stato fondato dai Cavalieri di Malta, ai quali sembra potersi collegare la vicina chiesa della Madonna dell’Alica. L’antico sito monastico dell’Alica si può raggiungere da un sentiero che nasce nei pressi del cimitero della piccola frazione. La strada conduce su un crinale che mostra nella sua interezza la conformazione circolare dell’estremità della Calabria, da cui è visibile anche la chiesa, adagiata sul fianco di una collina. Si tratta di un edificio a navata unica con annesso un campanile cuspidato, impreziosito da maioliche celesti, riferibili ai primi decenni del Seicento. Ai fianchi della parete meridionale emergono i resti di un portico o di un chiostro di un eremo basiliano, identificato da alcuni nel monastero di Sant’Ippolito. Pietrapennata fu oggetto delle attenzioni del di Edward Lear, che nel suo “Diario di un viaggio a piedi” ne parla così:
“…Pietrapennata non ha niente di notevole, ma, dall’alto, immediatamente sopra di esso, apparve ai nostri occhi uno dei più stupendi panorami. Che spaccature isolate e straordinarie! Quale ampiezza e profondità del più denso bosco! Quali tenue e leggiadre linee all’orizzonte, con la distesa azzurra del mare e le lunghe pianure dal lato orientale dell’Italia!.. Oh, boschi rari di Pietrapennata! Io non ricordo di aver visto un posto più bello… in qualunque luogo si andrà, sarà molto difficile trovare un’altra Pietrapennata…”.
Palizzi ha subito l’influenza di alcuni popoli mesopotamici che abitarono queste terre, portandosi dietro il bagaglio delle loro credenze religiose, delle loro conoscenze metallurgiche ed esperienze ceramistiche. Lavorazione queste ultime dalle quali si ricavano bombole, vasi, piatti, tegole, mattoni ed altri utensili, i cui cocci si chiamano "straci" che indicano la probabile origine del nome di Stracia, ossia di quella frazione che oggi risulta essere la parte più popolata del Comune. Nel cuore del paese si può visitare la chiesa parrocchiale di Sant’Anna, che custodisce al suo interno un interessante gruppo di statue di santi e madonne. La cupola che si innesta nella navata sinistra è di origine architettonica bizantina, chiaramente percettibile all’esterno nell’uso del coccio per alleggerire la struttura. Attraverso i vicoletti, caratterizzati da particolari soluzioni architettoniche antisismiche, si giunge al castello d’età medievale, riconosciuto monumento nazionale dal Ministero ai Beni culturali. Di recente edificazione la frazione di Palizzi Marina, che si estende sulla magnifica costa ionica reggina, diventata meta nidificatoria delle Tartarughe Marine Caretta Caretta. Palizzi Marina è infatti comune capofila del progetto Life Caretta Calabria, che si inserisce nel programma Life della DG Ambiente della Commissione Europea.
Il Castello
Il Castello domina il borgo di Palizzi Superiore elevandosi su un mastodontico costone roccioso con pareti a picco sul mare. L’unica possibilità di accesso è la via Castello, a riprova della strategica posizione. Il Castello era infatti considerato come un baluardo difensivo formidabile per sfuggire alle incursioni della pirateria turchesca. La prima edificazione della rocca risale al XIII secolo ma è probabile che il castello sia stato edificato nel XIV secolo. Durante il corso degli anni sono stati numerosi gli interventi a cui è stato sottoposto e che lo hanno condotto all’aspetto attuale. Dell’impianto antico rimangono le alte mura di cinta con i poderosi bastioni, le bocche da fuoco che seguono il ciglio del costone roccioso, oltre che alcune tracce di merli e feritoie. Vi sono anche due torri, una cilindrica merlata sul versante est e una angolare sul versante opposto. Il castello era inoltre dotato di carceri ricavate nella roccia viva. L’ingresso principale e quello sulla terrazza che domina il paese sottostante si collocano su un corpo avanzato merlato e dai contorni smussati. L’interno presenta evidenti interventi di restauro con elementi di rinforzo delle strutture in ferro e nuovi solai con travi in legno. Il castello è stato dichiarato Monumento Nazionale dal Ministero dei Beni Culturali e oggi risulta in fase di restauro.
Gastronomia
Palizzi fa parte all'associazione nazionale Città del Vino. Il territorio di Palizzi si distingue per la colture delle viti, dalle quali si produce un ottimo vino rosso che ha ottenuto il marchio IGT. Questo vino si può gustare nei caratteristici catoi della cittadina, denominata per l’appunto “città del vino”. Conosciuto e apprezzato in tutta la zona, il Palizzi è un rosso generoso, ottimo con gli arrosti, con pietanze tradizionali ed elaborate a base di sughi e carni di capra e di maiale, stufati, cacciagione, formaggi ben stagionati.
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