Alla scoperta dei tesori sommersi della Calabria

A caccia di tesori sommersi, tra relitti e fondali caraibici

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Storico culturali

Museo Subacqueo Atlantide, Isola di Cirella - Francesco Minuti

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Storico culturali

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Se l'archeologia subacquea è la tua passione, la Calabria è la regione giusta dove praticarla! L'archeologia subacquea in Calabria è un attrattore imperdibile per gli amanti di immersioni, che unisce in maniera unica storia, leggende, cultura e fondali marini tra i più ricchi e affascinanti di tutto il Mediterraneo. Seconda solo alla Sicilia per numero di reperti sommersi e antichi relitti, dal Mar Tirreno al Mar Ionio, l'archeologia subacquea calabrese regala tesori incredibili: dalle imbarcazioni greco-romane ai velieri inabissati in epoca moderna, passando per i relitti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. Un universo affascinante, dove quel che resta delle antiche imbarcazioni e del loro carico è diventato tana per i pesci e vivaio rigoglioso di praterie marine. Pronto a immergerti nei mari calabresi a caccia di reperti sommersi e musei sottomarini?

Museo Subacqueo Atlantide, Diamante

Relitto di Diamante e Museo Subacqueo "Atlantide" (Isola di Cirella)

Museo Subacqueo Atlantide, Isola di Cirella - Francesco Minuti

Il nostro itinerario di archeologia subacquea in Calabria parte dall'Alto Tirreno cosentino, ovvero dal Parco Marino Regionale "Riviera dei Cedri", con un'immersione attorno all’Isola di Cirella nel comune di Diamante (CS). Qui, al largo dell'isolotto, è inabissato un importante relitto: come testimoniato dall'indagine della Soprintendenza del 2011, si tratta di una nave di piccolo-medio cabotaggio con un carico di anfore vinarie provenienti dalla Campania e datate tra il III e il II secolo a.C. A quell'epoca, il Tirreno cosentino era una rotta molto frequentata tra la Campania e la Sicilia. 

Oggi, il medesimo tratto di mare offre agli amanti delle immersioni una visita al Museo Subacqueo "Atlantide", che a partire dal nome evoca miti e leggende marine. Le sculture, incastonate nella sabbia sul fondo del mare, sono opere dall’artista Francesco Minuti, ideatore del museo, progettate per integrarsi con la flora e la fauna locali (praterie di Posidonia Oceanica e tartarughe Caretta Caretta) e diventare a loro volta creature senza tempo, che riposano tra le onde.

Relitto di Punta Scifo, Isola Capo Rizzuto

Relitto di Punta Scifo (Capo Colonna)

Relitto di Punta Scifo, Isola Capo Rizzuto - AMP Capo Rizzuto

Tappa imperdibile per gli amanti dell'archeologia subacquea in Calabria è l’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”, in provincia di Crotone. Qui, l'intervento della Soprintendenza e dell'Università della Tuscia ha reso attivo un vero e proprio sentiero archeologico subacqueo, fruibile sia con l’autorespiratore sia in snorkeling: il leggendario relitto romano di Punta Scifo. Il giacimento subacqueo denominato "Punta Scifo D" rappresenta uno tra i più grandi relitti di navi lapidarie romane finora scoperti, nonché uno dei più importanti siti di archeologia subacquea in Calabria e nel Mediterraneo. Individuato nel 1986 da Luigi Cantafora, sub crotonese, il sito subacqueo calabrese presenta 54 grandi blocchi e lastre di marmo bianco a comporre il carico di una grande "navis lapidaria" (40 x 14 metri) naufragata nel III secolo d.C. 

Siamo a poca distanza dal Parco Archeologico Nazionale di "Capo Colonna" e dal Museo Archeologico Nazionale di Crotone, dove ammirare parte dei reperti recuperati. Non solo! Le ultime ricerche in ordine di tempo hanno riportato alla luce la storia del piroscafo "Bengala", della flotta “Navigazione Generale Italiana”, una delle maggiori compagnie europee dell'epoca, che naufragò al largo di Isola Capo Rizzuto nel 1889 con a bordo 9 nove cannoni in ghisa, 2 enormi ancore e una bellissima campana di bronzo.

Parco Archeologico Nazionale dell'Antica Kaulon, Monasterace

Sito Archeologico Sommerso dell'Antica Kaulon

Parco Archeologico Nazionale dell'Antica Kaulon, Monasterace - Regione Calabria

L'archeologia sottomarina in Calabria passa per il sito archeologico sommerso dell'antica Kaulon. I primi avvistamenti di materiale archeologico affiorano nel tratto di mare antistante il grande Tempio Dorico, nel Parco Archeologico Nazionale dell'Antica Kaulonìa. Siamo nel territorio comunale di Monasterace, lungo la Costa dei Gelsomini in provincia di Reggio Calabria. Fu l'archeologo Kapitän, nel 1967, a rinvenire per primo i rocchi di colonna del tempio e altri materiali lavorati, attribuendoli erroneamente a un relitto. Solo negli anni '90, il sub Stefano Mariottini, già scopritore dei Bronzi di Riace al largo dell'omonima località (1972), in collaborazione con la Soprintendenza riesce a mappare circa 200 blocchi appartenenti al materiale edilizio dell'area sacra di Kaulon.

Si tratta di una vasta area a 5-6 m di profondità, caratterizzata dalla presenza di numerosi elementi architettonici lavorati e semilavorati (rocchi e basi di colonne scanalate, bitte di ormeggio, ecc.) afferenti a un’area di lavorazione datata 480-70 a.C. Alcuni tra i reperti recuperati sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Monasterace, nella Sezione di Archeologia Subacquea, ma la maggior parte si trova ancora sott’acqua, visibile non solo dai subacquei con brevetto d’immersione, ma anche da chi fa snorkeling o apnea, grazie alla bassa profondità del sito, ricco di flora e fauna stupefacenti.

Roccella Ionica

Relitto Pasubio e Fort Missanabie

Roccella Ionica - Regione Calabria

Non solo antichità! Gli amanti dell'archeologia industriale abbinata all'archeologia subacquea in Calabria perderanno la testa per i relitti inabissati della Prima e Seconda Guerra Mondiale. Tra questi, due esempi impressionanti giacciono sui fondali cristallini al largo di Roccella Ionica, sempre lungo la Costa dei Gelsomini reggina. Si tratta rispettivamente del relitto "Pasubio", tra i più affascinanti nel suo genere, affondato da un sommergibile britannico nel 1943, e del "Fort Missanabie", flotta cargo inglese silurato l'anno dopo. La nave da carico "Pasubio" è adagiata sul fondo sabbioso, a 44 m di profondità, ma le sovrastrutture si incontrano già a una profondità di 34 metri: oltre a essere circondata da fitte nuvole di Anthias, la struttura è totalmente ricoperta di spugne, tunicati e alghe. A poca distanza, il "Fort Missanabie" lungo 137 metri giace a circa 80 metri di profondità, spezzato in due tronconi, con la prua capovolta che oggi habitat ideale di pesce azzurro.



Ultimo aggiornamento: 1 set 2025 10:50