Una passeggiata nel borgo fantasma di Brancaleone Vetus
Tra i ruderi greco-armeni di Vetus e Sperlinga

Vivere slow
Tra i "paesi fantasma" della provincia di Reggio Calabria, Brancaleone, famoso per aver ospitato gli anni di confino dello scrittore Cesare Pavese, offre uno scorcio panoramico su un passato che non c'è più, ma che è stato importantissimo per la storia di questo territorio: Brancaleone Vetus.
Affacciato sulla splendida Costa dei Gelsomini, nota come "Spiaggia delle Tartarughe" Caretta Caretta, il borgo di Brancaleone Vetus è uno scrigno di storie venute dal mare.
Pronti a fare un giro tra i ruderi di Brancaleone Vetus?
Brancaleone Vetus: storia del borgo
Imboccando la strada che dal centro storico di Brancaleone Marina risale la collina, raggiungiamo il sito dell'antica Sperlinga o Brancaleone Vetus. Oggi, i ruderi costituiscono un vero e proprio Parco Archeologico Urbano. Un luogo dove il tempo si è fermato, ricco di antiche leggende d'Oriente. Qui si torna all'epoca in cui questo pezzo di Calabria ionica era crocevia di popoli orientali, in particolare greco-ortodossi e armeni, approdati sulla costa sotto l'imperatore Giustiniano I, che ne ordinò il trasferimento assieme agli ebrei per supportare l'esercito bizantino di Niceforo Foca il Vecchio (VI-IX secolo).
Non è un caso che l'ampia valle che da Brancaleone Vetus include i centri abitati limitrofi, tra la costa e l'Aspromonte, si chiami ancora oggi "Valle degli Armeni". Una comunità che, dalle origini, si è adattata e mescolata a quelle locali, mantenendo una serie di tradizioni artistiche, religiose e folkloristiche che sopravvivono intrecciate a quelle della vicina comunità grecanica. Nel Medioevo, il sito di Brancaleone Vetus è sede del Castello Ruffo (1364-1515), per poi passare agli Ayerbo d'Aragona, ai conti di Brancaleone e ai Carafa. L'abitato di Brancaleone Vetus rimane vivo fino al terribile terremoto del 1783 e quelli a seguire (1905, 1907 e 1908) per essere abbandonato definitivamente negli anni '50, quando la popolazione si trasferisce in marina.

Cosa vedere a Brancaleone Vetus
Immergiamoci nell'atmosfera sospesa del borgo di Brancaleone Vetus e scopriamo le tracce del suo passato orientale, a cominciare dalle caratteristiche "chiese-grotta" che conservano incisioni sacre di origine armena e alloggiamenti destinati a nicchie porta-icone e altari, eredità del monachesimo greco-orientale. L’antica Chiesa Matrice dell’Addolorata, di cui rimane esclusivamente il piano di calpestio, e la Chiesa Arcipretale dell’Annunziata, sono testimonianza degli edifici sacri costruiti nel Seicento sui resti del Monastero di Cappuccini.
Gli elementi più originali da ammirare restano ancora oggi le tipiche croci armene e le raffigurazioni del Pavone Adorante e dell’emblematico Albero della Vita. Dopo la passeggiata, ci fermiamo un attimo sulla sommità della collina di Brancaleone Vetus e ammiriamo la bellezza di un panorama immobile, che per secoli ha accolto le genti che arrivavano dal mare, dalla Scogliera di Capo Bruzzano al Faro di Capo Spartivento.

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