Cerchiara

Cerchiara, il profumo della Città del Pane
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Paesi

20 lug 2020 13:12

Cerchiara di Calabria è arroccato alle falde del monte Séllaro, a oltre settecento metri di altitudine, dominato dai resti del castello medievale che sormonta la pianura di Sibari.

Lo sperone su cui il paese sorge è uno spettacolo naturale che prelude alle meraviglie delle vette circostanti: la serra di Paola, i monti Sellaro, Sparviero e Panno Bianco.

Il Pane di Cerchiara si fregia del marchio del Parco Nazionale del Pollino che l’ha adottato come prodotto tipico dell’area montana.

Antichissimo sito che alcuni storici fanno risalire all'età preellenica, la città è ricca di monumenti ed opere d'arte e gode di un panorama tra i più suggestivi e affascinanti di tutta la regione. E ancora le cime di serra Dolcedorme e serra delle Ciavole, cuore del Parco Nazionale del Pollino, nella cui vallata è situata l’area della "Montagnola del Pollino", appartenente al territorio di Cerchiara, rinomata per la presenza di esemplari di "faggi serpente" e pini loricati. Per il ritrovamento di numerosi reperti archeologici si pensa che i primi insediamenti di Cerchiara possano risalire al periodo paleolitico e agli inizi dell'epoca ellenistico-romana. Per quanto riguarda l'etimologia del nome, secondo alcuni potrebbe derivare dalla quercia che cresce spontaneamente sul suo territorio (dunque Querciaia, Querciara, Cerchiara); altri invece scomodano il vocabolo semita kirkis (bollente) per la presenza in loco di una sorgente termale sulfurea. Cerchiara di Calabria è un'ottima base per passeggiate nella natura ed escursioni sul Pollino. Nel bosco detto dell'Acqua Rossa vi è un'area attrezzata e una pista da trekking che porta sul monte Sellaro. Inoltre è possibile visitare la Grotta delle Ninfe, stazione termale nota già agli abitanti di Sibari. Per visitare le Grotte di Cerchiara, invece, occorre essere esperti escursionisti.

Il Santuario di Santa Maria delle Armi

Il Santuario, testimonianza significativa di arte rinascimentale è un complesso architettonico, scavato in parte nella roccia, che ingloba al suo interno la grotta che custodisce la miracolosa immagine nera della Madonna, conservata in una teca d’argento. Sorge in un sito già anticamente dedicato al culto, come provano reperti risalenti al X secolo, rinvenuti in grotte rupestri del monte Sellaro. La sua costruzione – secondo la tradizione locale – cominciò nel 1440 allorché nel medesimo luogo, proprio in una di queste grotte, furono trovate alcune tavolette bizantine, tra le più antiche mai rinvenute, e l’immagine della Beata Vergine delle Armi (dal greco tòn armòn - "della grotta"), da cui il Santuario prende il nome. Al suo interno custodisce notevoli opere d’arte e argenterie barocche.

Chiesa San Pietro

Edificio quattrocentesco restaurato in età successiva, la chiesa di San Pietro ha un interno trinavato, di originaria architettura rinascimentale. L’attuale campanile, ricostruito nel 1920, sorge nello stesso punto del vecchio costruito nel 1766 e crollato nel novembre del 1908. Al suo interno sono custoditi alcuni dipinti su tela, come la Circoncisione di N.S., con molte figure intorno al vecchio Simeone e alla Vergine che assiste, con una gloria di angioli, al rito; la Madonna con Bambino avente ai piedi in adorazione S. Marco e S. Matteo; la Madonna del Rosario con intorno i Misteri, in ricca cornice lignea dorata. Tanto i dipinti che la cornice sono di arte provinciale del barocco; la cattura di S. Pietro e Paolo, una composizione scenografica, con colorito e maniera della pittura napoletana della seconda metà del settecento.

La Piana di Cerchiara

Gli ultimi signori feudali di Cerchiara sono stati i Pignatelli che nel 1600 costruirono una nuova dimora in località piana di Cerchiara, alla sinistra del Torrente Caldanello. Per la imponenza della costruzione e le strutture signorili, venne chiamato Palazzo della Piana. Attorno al palazzo si costruirono il mulino, il frantoio ed il forno, dove la gente poteva recarsi a chiedere, alle condizioni del tempo, il servizio di molitura del grano e delle olive o quello della cottura del pane. A questi servizi di origine feudale, i Pignatelli fecero seguire una delle prime industrie agricole della Calabria, quella della liquirizia, e la collegarono con quella di Corigliano. Il prodotto era tra i migliori sulla piazza di Londra, poiché il foglio commerciale di Londra, “Morning Cronich” lo qualificava “eccellente per la purezza ed il colorito”.

La Grotta delle Ninfe

Di grande importanza sono le sorgenti della Grotta delle Ninfe, le cui acque sulfuree alimentano l’omonimo complesso termale. Nella suggestiva grotta, le cui pareti di roccia calcarea si aprono in alcuni punti verso il cielo, si è creata una piscina di acqua calda già nota agli antichi Sibariti. Qui si formano fanghi dalle proprietà terapeutiche. Secondo l’antica leggenda, la Grotta delle Ninfe Lusiadi era l’antro nascosto che custodiva il talamo della mitica Calipso.

Città del Pane

Selezionato dallo Slow food all’ultimo salone del gusto di Torino, il Pane di Cerchiara di Calabria si sta affermando fuori dalla regione per il suo sapore intenso di pane cotto nel forno tradizionale e per la fragranza che emana quando è appena sfornato. Il Pane di Cerchiara si fregia del marchio del Parco Nazionale del Pollino che l’ha adottato come prodotto tipico dell’area montana ed è entrato tra quelli da proteggere. La grossa forma ed il lento raffreddamento del forno conferiscono alla pasta la giusta cottura e le fanno mantenere tutto il profumo e gli aromi degli ingredienti. Intorno al Pane di Cerchiara è sorto un piccolo interesse industriale che contribuisce allo sviluppo economico del paese impiegando un buon numero di persone per la sua produzione, valorizzando una tradizione popolare. La Città del Pane è in costante lotta contro il tempo e la modernità che incalza, e per questo motivo il Comune ha creato il Museo del Pane e della Civiltà contadina in un antico mulino risalente al 1800, in pieno centro storico di epoca medioevale. All'interno del Museo si possono trovare rappresentazioni con attrezzi d'epoca, antiche macine, fotografie e figure a grandezza naturale di quelli che erano la vita contadina ed il lavoro al panificio dal momento in cui il grano veniva trebbiato e portato al mulino fino alla sua trasformazione in pane. Ci sono bellissimi dipinti ad acrilico di due metri per tre che fanno rivivere sulle pareti le scene rurali del passato. Inoltre, grazie alla sala proiezioni, si possono vedere documentari che portano il visitatore letteralmente all'interno della vita nel panificio.

Parco della Cessuta

Il Parco Comunale archeologico-speleologico della Cessuta, nei pressi del Santuario di S. Maria delle Armi, offre sentieri ed itinerari di grande suggestione, che si dipanano tutt’intorno fino alla cima del Sellaro. Al suo interno racchiude l’intero centro abitato e si estende su circa 300 ettari di bosco in cui ammirare bellissimi esemplari di oleandro, cerro, leccio, farnetto e molte altre specie. Il Parco ricade interamente sul versante orientale del monte Sellaro ed è a sua volta compreso nel Parco Nazionale del Pollino. La zona è completamente attrezzata di aree pic-nic per offrire ai visitatori la possibilità di entrare in contatto diretto con la natura. In località Calvario - uno dei punti di partenza del percorso - il rifugio, benché situato a ridosso del centro abitato, è interamente immerso in un paesaggio tipicamente montano, tra boschi di conifere e di lecci. L’attrattiva di questi luoghi selvaggi invoglia a cimentarsi in escursioni lungo questi itinerari che, snodandosi lungo la gola, conducono al centro abitato e ai quali si accede da diversi siti pittoreschi (Grotta delle Ninfe, Ponte Gravina, Calvario) e dal paese stesso. La percorrenza di questi tracciati sinuosi, aperta a tutti, è piuttosto sicura giacché sono protetti da staccionate in legno e, nei punti più scoscesi, il tragitto è facilitato da un cavo d’acciaio ancorato alla roccia, cui reggersi per proseguire il cammino. Immettendosi nel sentiero dalla Grotta delle Ninfe, si percorrono circa sei chilometri straordinariamente panoramici; oppure si può entrare dal Ponte Gravina, sulla Statale 92, attraversando la gola su percorsi tortuosi per circa cinque chilometri. Avviandosi dal Calvario il tratto è più breve, solo due chilometri, ma è senza dubbio questo il punto più spettacolare. Da qui, con lo sguardo, si racchiude l’intero scenario. Se invece si accede da Cerchiara, partendo dalla Via Gravina, si percorre un chilometro scendendo a strapiombo attraverso una ferrata fin quasi al greto del torrente, per poi risalire, sempre nel centro abitato, nei pressi del Municipio.

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