Bagnara Calabra e Scilla, i borghi del pesce spada

Visita ai pescatori di spada dello Stretto
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Enogastronomia

16 feb 2024 08:53

Calabria e pesce spada: un connubio antico che richiama un mestiere faticoso, tuttora praticato nelle leggendarie acque dello Stretto di Messina, tra i miraggi della Fata Morgana e le insidie di Scilla e Cariddi.

Quali sono i borghi del pesce spada in Calabria? Certamente Bagnara Calabra e Scilla, due perle della rinomata Costa Viola, in provincia di Reggio Calabria.

Facciamo un tuffo nel mare dello Stretto per scoprire tutti i segreti di un’arte familiare e di un prodotto, il pesce spada calabrese, tra i più eccellenti della gastronomia regionale.

La pesca dello spada in Calabria

Attestata sin dall’epoca classica, la pesca del pesce spada in Calabria evoca un’antica tradizione marinara, quasi paragonabile alla lotta corpo a copro tra “il vecchio e il pesce marlin” descritta da Hemingway ne Il vecchio e il mare. Le prime testimonianze risalgono al II secolo a.C. quando storici come Polibio ne descrivono la tecnica in modo dettagliato. La stessa mitologia greca ci consegna i prodi lancieri di Achille trasformati in pesci spada alla sua morte, quando si buttano in mare e la dea Tetide li trasforma in pesci muniti di lancia.

Pescaspada
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Come avviene la pesca dello spada in Calabria? Intanto, il tratto di mare interessato dal passaggio di questa rinomata varietà di pesce è principalmente lo Stretto di Messina, il canale più periglioso nell’immaginario antico, tuttora oggetto di suggestioni e dispute relative al suo attraversamento. Esperti e sprezzanti del pericolo, i pescatori di spada calabresi lo solcano con le loro imbarcazioni tipiche per garantire sulle tavole la presenza quotidiana di questo gustoso pesce del sud.

Le battute di pesca (spatàre) si svolgono a bordo di imbarcazioni rapide: il luntru (veloce e maneggevole, per la pesca diurna), la palamita (munita di lunghe reti per la pesca notturna) e la super classica feluca. La pesca dello spada resta uno spettacolo cruento, che tuttavia narra l’inscindibile rapporto uomo/natura in territori che vivono di pesca e della pesca hanno fatto un carattere identitario, al punto che una delle più diffuse iconografie del Comune di Bagnara Calabra raffigura una donna del popolo, la tradizionale bagnaròta, che porta in equilibrio sulla testa una cesta da cui fuoriesce la spada affilata del pesce.

Spatare Bagnara
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Qualche curiosità? La pesca dello spada in Calabria è un vero e proprio rito sacro e in quanto tale prevede precisi gesti, oggetti e scaramanzie. Nonostante l’uso di nuovi accorgimenti tecnologici, ad esempio, non può mancare la tradizionale palla azzurra (o rossa) di legno, posta in cima a un’asta sulla prua, con sopra dipinte le stelle dell’Orsa Maggiore separate da una fascia bianca, in riferimento all’antica cultura fenicia. Il gesto ancora oggi più misterioso resta la cosiddetta cardàta da’ crùci, che consiste nell’incidere un segno di croce sulla guancia destra del pesce spada. Ormai perduto, purtroppo, è il rito dei canti di pesca in greco.

Come e dove mangiare il pesce spada in Calabria? Nei pittoreschi borghi di pescatori di Scilla e Bagnara.     

Dove mangiare il pesce spada in Calabria

Bagnara Calabra è la piccola “capitale dello spada calabrese”. Adagiata lungo la Costa Viola, il tratto di Basso Tirreno reggino caratterizzato dalla presenza di un’alga marina che conferisce il proprio colore all’intera costiera, la cittadina di Bagnara è anche nota per aver dato i natali alle “sorelle Bertè” della canzona italiana (Loredana e Mia Martini, a quest’ultima è dedicato un monumento cittadino).

Tra le eccellenze dell’enogastronomia calabrese, questa splendida località di mare spicca anche per la produzione del pregiato Torrone di Bagnara IGP e dei vini Costa Viola IGT.  L’abbinamento culinario “torrone e spada” è uno degli azzardi più goduriosi della cucina calabrese contemporanea

Dopo un pasto a base di queste prelibatezze, non resta che fare una passeggiata sul bel lungomare che guarda allo Stretto, per poi scoprire il centro storico, in posizione più elevata. Tra i resti più antichi della Bagnara precedente il disastroso terremoto de 1908 sopravvive la Torre Aragonese del XV secolo (o di Capo Rocchi). Nel centro storico è possibile visitare la Chiesa del Carmine, su un piazzale con vista panoramica esattamente come il Castello Ducale Ruffo, poco più a monte. Dalla sommità del colle omonimo parte il Sentiero Marturano, che consente di tornare in marina con un piacevole trekking nel verde

Bagnara
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Se non sei ancora sazio di bontà e bellezza, prosegui la gita alla volta di Scilla, altro punto di riferimento essenziale per il pesce spada calabrese.

Qui lo si trova declinato in mille modi, dai classici involtini di spada alla meridionalissima parmigiana di spada, passando per le tradizionali grigliate e paste fresche in abbinamento a melanzane, capperi e pomodorini, con un ottimo calice di Scilla IGT. Oppure, per chi desidera uno spuntino veloce, in forma di panino con lo spada, tipico street food locale.

I ristoranti di pesce a Scilla sono disposti in fila sulle tradizionali pedane con palafitte a pelo d'acqua nel pittoresco borgo di pescatori di Chianalea, non a caso nota come la "Piccola Venezia del sud", per via del mare che si insinua tra gli edifici e la barche letteralmente "parcheggiate" sotto casa.

Scilla
Vincenzo Stranieri

Salendo al centro storico in posizione panoramica, merita una visita l'imponente Castello Ruffo, che sorge su uno scoglio ed è tra le fortezze calabresi meglio conservate. Facciamo una passeggiata per ammirare le chiese e, soprattutto, l'affaccio vista mare di Piazza San Rocco, al centro della quale sorge la Statua di Scilla (o Sirenetta), vero simbolo artistico. Per concludere, una nuotata alla Marina Grande è il modo migliore per salutare le meraviglie dello Stretto.

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