Tour tra i dolci della tradizione calabrese
Un viaggio tra sapori autentici, ricette antiche e tradizioni golose

Enogastronomia
Gina Raimondi
La Calabria ha un’anima dolcissima, fatta di ingredienti semplici e genuini e di sapori che affondano le radici nella cultura contadina, impreziositi dalle influenze greche, arabe, spagnole. Se vuoi scoprire i dolci tradizionali della Calabria, questo è un viaggio tra i sapori autentici, ricette antiche custodite gelosamente e riti che scandiscono le feste e le stagioni che si susseguono.
Speravi di riprodurli seguendo i ricettari sul web? Impossibile, questi dolci devi venire ad assaggiarli in Calabria perché qui, hanno tutto un altro gusto.
Dolci calabresi di Natale
Nelle case di ogni calabrese arriva dicembre e le tavole si riempiono di vassoi carichi di dolci tipici natalizi, fritti, infornati, coloratissimi o sobriamente decorati. Declinati nelle varianti che rendono ogni provincia diversa dall’altra. A partire dai torroni preparati con mandorle noci e nocciole locali: ne potrai assaggiare di diversi tipi che variano soprattutto nella consistenza, ma i più celebri, si sa, sono quelli di Bagnara Calabra.
Crocette o crucitti nella provincia di Cosenza sono a base di fichi secchi aperti e incrociati. A base di cannella miele e noci, arricchiti spesso con scorze di agrumi. Vengono cotti al forno e ricoperti di cioccolato o miele di fichi. Non c’è Natale senza scalille e turdilli, fritti e glassati con il miele di fico o con il cioccolato fondente. Se ti trovi a passare dalle parti di San Giovanni in Fiore non potrai ignorare il richiamo della pitta ‘mpigliata o ‘nchiusa, un dolce antico che consiste in una frolla arrotolata su se stessa fino a formare una spirale compatta e farcita con uvetta, noci, miele.
A Soriano Calabro, Natale è il momento della ‘nzuddha o mostacciolo calabrese, un dolce straordinariamente semplice (farina, miele e aromi) eppure incredibilmente scenografico per le forme che mani sapienti gli conferiscono, plasmandolo prima di infornarlo. Nella Locride e in generale nella provincia di Reggio Calabria, assaggerai le nacatole, a base di farina di grano tenero, uova, olio d'oliva extravergine, latte, anice e lievito, fritte e cosparse di zucchero; si preparano a ridosso del Natale come segno beneaugurante, perché naca in dialetto significa culla e si fa riferimento alla culla di Gesù Bambino.
Molti di questi dolci tipici natalizi vengono preparati durante tutto l'anno. È il caso dei bocconotti o bucconotti, che praticamente non mancano mai nelle pasticcerie o nei panifici. Gusci di pasta frolla rigorosamente preparata con lo strutto e ripieni di marmellata, mostarda, cioccolato. Puoi trovarle, un po’ dappertutto ma in particolare nel Pollino, nella zona di Mormanno.

Dolci calabresi di Carnevale
Che è Carnevale te ne accorgi anche dal profumo che riempie strade e piazze di ogni borgo calabrese. È tempo di friggere abbondantemente e di riempire vassoi di croccanti chiacchiere: sfoglie sottili ricoperte di zucchero a velo. Ricorda gli struffoli napoletani ma è la pignolata, un altro dolce tipico della festa di Carnevale: piccole palline fritte e poi tenute assieme da una colata di miele.

Dolci calabresi di Pasqua
Regina incontrastata delle tavole di Pasqua è la cuzzupa – in alcune zone chiamata cuculo, in altre gute, cudduraci, cozzupe - che si prepara nella giornata di Giovedì Santo per essere consumata durante il giorno di Pasqua. Gli ingredienti sono quelli poveri, della tradizione contadina: acqua, farina, uova, latte. Mani sapienti trasformano l'impasto in dolci dalle forme artistiche, impreziosite poi da colorati zuccherini e dalle uova sode che secondo le credenze popolari sono segno beneaugurante.
Pasqua è anche il periodo delle susumelle, simili ai mostaccioli, differiscono però per la loro consistenza morbida. L'impasto viene aromatizzato con vino cotto miele e cannella.

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