Soriano Calabro
Soriano Calabro, la leggenda della Tela di San Domenico
Borghi e Centri Storici
Soriano Calabro è una piccola e tranquilla cittadina delle Serre Vibonesi, circondata da piantagioni di splendidi ulivi.
Le sue origini pare siano legate alla fondazione del Convento Domenicano agli inizi del 1500, uno dei più ricchi e famosi d’Europa.
Nel giro di qualche anno il culto dell'immagine di San Domenico conferì grande fama al Convento Domenicano.
L’abitato, posto in leggero pendio di particolare struttura, si può distribuire, in due parti: il vecchio centro urbano, caratterizzato dalla presenza delle rovine dell'antico Convento di San Domenico e il centro urbano di nuova formazione, sviluppatosi dopo il 1960 a sud del centro storico. A Soriano Calabro sono presenti numerosi beni culturali di altissimo pregio storico-artistico e antropologico, come la Basilica di Santa Maria Maggiore con i ruderi dell’antico convento, la Chiesa San Martino vescovo, la Chiesa della Madonna del Carmine, la Chiesa di San Filippo Centro Storico, la Chiesa Di San Francesco Da Paola e la Chiesa di Rito Evangelico. Da ricordare il MUMAR (il Museo dei Marmi dell’antico Convento di San Domenico), il MUTERR (il Museo del Terremoto) e il MUANT (la pinacoteca). L'artigianato è il settore fondamentale dell'economia sorianese, con la presenza di laboratori di terrecotte rustiche e artistiche, con la lavorazione di oggetti in vimini, giunchi e il legno proveniente dai boschi delle Serre vibonesi. Soriano Calabro è conosciuta per la produzione dei famosi Mostaccioli, dolci tipici tradizionali calabresi, apprezzati in Italia e all'estero. Si tratta di biscotti duri fatti con farina e miele, (ed in alcune versioni, anche mosto di vino caldo), aventi forme svariatissime e decorati con carta stagnola vivacemente colorata. Tra le principali occasioni tradizionali e festive si ricorda il rito dell’affruntata (comprunta in dialetto sorianese) durante il periodo pasquale e il rito della Calata del Quadro, la miracolosa e venerata tela di San Domenico conservata sull’altare maggiore della Basilica di Soriano Calabro.
Il Convento Domenicano
La Basilica Santuario San Domenico di Soriano Calabro è uno splendido esempio di architettura tardo barocca, edificata nel 1838 sulle rovine dell’antico Convento distrutto dal terremoto. Il vecchio Convento era una struttura maestosa con ambienti eleganti e raffinati tra cui 5 chiostri e la chiesa a croce latina lunga quattro campate con 6 cappelle laterali. Al tempo il vecchio Convento Domenicano di Soriano Calabro non era soltanto un centro d’intensa vita religiosa, ma anche un esclusivo cenacolo di cultura e di vita intellettuale, dove dimorò anche il grande filosofo calabrese Tommaso Campanella. I frati domenicani crearono una vastissima biblioteca con una tipografia dalla quale uscirono importanti opere tra cui testi di sacra scrittura, studi di teologia e filosofia, cronache locali e molto altro ancora.
La Leggenda della Tela di San Domenico
Come spesso accade, c’è una leggenda alla base della popolarità del Convento, che presto divenne un’esclusiva meta di fedeli, pellegrini e artisti provenienti da tutta Italia ed Europa. Secondo questa leggenda, nel 1510 San Domenico apparve più volte a Padre Vincenzo da Catanzaro (colui che promosse la costruzione del Convento) ordinando l’erezione di una chiesa a Soriano Calabro a lui dedicata. In questa chiesa, esattamente nella notte tra il 14 e il 15 settembre del 1530, Maria Maddalena e Santa Caterina d’Alessandria apparvero a fra Lorenzo da Grotteria per consegnargli una tela raffigurante San Domenico con il libro nella mano destra e il giglio in quella sinistra, chiedendogli di consegnarla al superiore del Convento Domenicano di Soriano Calabro per esporla alla venerazione dei fedeli. Nel giro di qualche anno il culto dell’Immagine di San Domenico conferì grande fama al Convento Domenicano che si impose come uno dei più conosciuti, meta di fedeli e pellegrini provenienti da tutta l’Italia ed Europa.
Feste religiose
La festa del patrono San Martino è l’11 novembre; la festa di San Domenico si celebra il 14-15 settembre. Nel periodo pasquale anche a Soriano, come in molti centri del vibonese, si tiene l’“Affruntata”, rievocazione dell’incontro tra il Cristo Risorto e sua Madre. Ad aprile i commercianti organizzano la festa in onore di San Francesco di Paola, al quale sono molto devoti. Il 16 luglio vi è poi la festa della Madonna del Carmine. Ad inizio febbraio si celebra la cosiddetta “Festa del flagello”, ricorrenza che rievoca il tremendo terremoto del 1783. In questa occasione la statua della Madonna del Rosario viene portata in processione fino al monumento situato all’entrata del paese.
I Mostaccioli di Soriano Calabro
I Mostaccioli, dal termine dialettale "mustazzoli", sono biscotti duri preparati con farina e miele (ed in alcune versioni, anche mosto di vino caldo), aventi forme svariatissime, decorati con carta stagnola vivacemente colorata. Le forme più prodotte sono il pesce, il paniere, il cavallo, la donna, il cuore, la esse barocca. Esposti in occasione delle feste patronali e delle fiere, nelle caratteristiche casse di legno, i Mostaccioli rievocavano la vita rurale contadina, simboleggiavano il rispetto per la famiglia e per la natura, per i sentimenti autentici e semplici del popolo contadino calabrese. In ogni modo, benché si ritenga che questo dolce abbia origini molto remote, pare che i Monaci Domenicani abbiano trasmesso alle genti del luogo l’arte pasticciera, e quindi anche la ricetta dei Mostaccioli, che poi nel tempo acquisirono aspetti magico-religiosi, rituali, propiziatori e anche estetici di certo esclusivi e affascinanti.
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