Viaggio nel tessile calabrese, dall’antichità a oggi

Itinerario nei luoghi della tessitura in Calabria
CS-CERZETO 13 TELAIO

© Regione Calabria

Tradizione e folklore

14 feb 2024 14:37

La tradizione tessile in Calabria è uno dei fiori all’occhiello dell’artigianato e dell’impresa, diffusa su tutto il territorio e diversificata per materie prime, maestranze e soluzioni innovative.

Una storia antica e identitaria, che parte dall’archeologia e arriva ai giorni nostri per raccontare il rapporto profondo tra i calabresi e la tessitura, un legame “intessuto” sugli scambi di conoscenze tra popoli mediterranei, amore per il territorio e le fibre tessili autoctone, lavorazioni pazienti e gesti consegnati da una generazione all’altra, fino alle più recenti soluzioni tecnologiche.

Proviamo a guardare da vicino questa fitta trama di tradizioni…

La tradizione tessile in Calabria

Si può affermare che il tessile calabrese sia connaturato alle prime comunità che popolavano la regione sin dai tempi più antichi, come dimostra il ritrovamento da nord a sud di centinaia di reperti archeologici riferiti alla tessitura: pesi da telaio e telai, fibre e stoffe antiche miracolosamente conservate, fonti testuali e iconografiche che rappresentano in modo esplicito antiche tecniche, strumenti, decorazioni e forme di commercio legate a quest’arte senza tempo.

Tra le lavorazioni di fibre tessili calabresi di cui si ha più antica testimonianza, figurano quella tipica della ginestra, oggi tutelata poiché in via di estinzione, del cotone (lino) e della lana e, naturalmente, la seta calabrese.

Ginestra
Regione Calabria

Quest’ultima, vero e proprio vanto regionale, pare arrivata sul territorio in epoca bizantina, assieme alla coltivazione del gelso necessario a sfamare i bachi da seta d’Oriente che i monaci in fuga dalle persecuzioni iconoclaste portarono con sè riparando sulle coste ioniche e tirreniche della Calabria.

Da questo momento, la lavorazione della seta in Calabria diventa una forma di industria primaria, organizzata in distretti provinciali, fino all’Unità d’Italia, quando anche questa tipologia di comparto industriale verrà dismessa e reimpiantata in altre regioni.

La città di Catanzaro fu capitale della seta calabrese, tanto che il suo stesso nome, di origine bizantina, pare sia legato a questa peculiare lavorazione. La “Città delle Tre V” (Vitaliano, Vento, Velluto, quest’ultimo riferito ai preziosi damaschi catanzaresi) era al centro di un circuito virtuoso di bachisericoltura, organizzato su grandi piantagioni di gelso e manodopera altamente specializzata, ovvero maestre tessitrici operanti su centinaia di telai.

Un indotto simile per efficienza ed estensione riguardava anche le province di Reggio Calabria e Cosenza: la prima, affidata alla presenza della forte comunità ebraica locale, che a partire dalla giudecca cittadina si incaricò di diffondere le attività di bachisericoltura, tessitura e commercio delle stoffe su tutto il territorio reggino; la seconda, a partire dalla città e dal suo hinterland ricco di piccoli centri tessili legati anche alla lavorazione di costumi tradizionali e folkloristici delle comunità arbëreshë (italoalbanesi di Calabria).

Costumi tipici Arbereshe
Regione Calabria

Aziende e musei del tessile in Calabria

L’itinerario alla scoperta del tessile calabrese passa oggi per alcune tappe imperdibili, capaci di coniugare tradizione e innovazione.

Chi desidera scoprire tutto sulla seta calabrese deve assolutamente visitare il delizioso borgo di Mendicino, in provincia di Cosenza, e il Museo Dinamico della Seta. Un posto magico, nato dal recupero di un’antica filanda posta lungo la valle fluviale che attraversa il centro storico, sul corso della quale erano collocati i mulini e le macchine idrauliche di un tempo.

Il Museo della Seta di Mendicino espone strumenti e manufatti tessili, oltre a ospitare eventi e incontri culturali di ogni genere, con particolare attenzione a quelli dedicati al settore.

Tappa imperdibile per riscoprire la storia e l’attualità del patrimonio serico catanzarese è la Cooperativa “Nido di Seta”, che ha sede nei boschi di San Floro.

Qui, un’appassionata generazione “di ritorno” ha dato vita a qualcosa di unico: un sistema di bachisericoltura e confezionamento di tessuti rigorosamente manuali, ovvero incentrati sulle stesse fasi produttive antiche (allevamento di gelsi e bachi sul posto, estrazione manuale della fibra, tintura naturale, tessitura femminile al telaio), per un prodotto di eccellenza che oggi ha l’esclusiva presso alcune tra le più grandi maison di moda del mondo.

Sempre nel catanzarese ma sul versante lametino dei Monti del Reventino, incontriamo un’altra eccellenza del tessile calabrese.

Unico Museo d’Impresa del settore, con sede a Soveria Mannelli, lo storico Lanificio Leo è oggi una delle realtà tessili calabresi di maggiore spicco sul panorama nazionale e internazionale per quanto riguarda la lavorazione della lana, certamente tra le più innovative e all’avanguardia.

Lanificio Leo
Emilio Leo

Quando si parla di lana e filati in Calabria, l’azienda familiare Lanificio Leo è in testa con oltre un secolo di storia alle spalle e uno sguardo attento alle odierne sfide del mercato della moda. Visitare il museo aziendale significa vivere un’esperienza immersiva, che dalla trasformazione della lana in filato alle diverse tecniche di tessitura offre uno spaccato affascinante della maglieria calabrese contemporanea.

Gli amanti del tessile che visitano Reggio Calabria devono fare tappa al Museo della Seta, un luogo che offre la possibilità di approfondire anche le caratteristiche storiche dei costumi tipici calabresi.

Nato da un’idea di Rosa Furfari dopo anni di ricerche ed esposizioni sul territorio, il museo è oggi sede di incontri e workshop a tema ed espone le testimonianze più significative della tradizione tessile e della seta in Calabria attraverso strumenti di lavorazione, macchinari semi-industriali, fibre e filati, abiti e accessori.

Sei appassionato di costumi tipici e folklore? Ecco alcuni tra i musei da non perdere, dedicati alle figure delle pacchiàne, ai tradizionali vancàli femminili e agli abiti tipici delle minoranze etniche:

  • Museo del Costume Regionale, Tiriolo (CZ)
  • Museo del Territorio e del Costume Arbëreshë, Santa Sofia d’Epiro (CS)
  • Mostra Permanente del Costume Arbëreshë, Vaccarizzo Albanese (CS)

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