Alla scoperta di Catanzaro, urban trekking nel capoluogo di regione
Una passeggiata nella “Città delle tre V”
Arte e Cultura
Vincenzo Stranieri
Capoluogo della regione, Catanzaro è conosciuta come "Città tra due mari" perché situata nell'istmo che separa lo Ionio dal Tirreno, e come “Città delle tre V", in riferimento a tre caratteristiche che la distinguono: Vento, Velluto e Vitaliano (il santo patrono).
Scopriamo insieme i segreti e le bellezze della città “giallorossa” attraverso una passeggiata nel suo centro storico.
Un’attività di urban trekking che parte dal cuore dell’antica Katantzárion, dal termine bizantino che significa "preparare", "confezionare" e allude alla tradizionale industria della seta, e si conclude alla scoperta del volto più innovativo e contemporaneo della città.
Cosa vedere a Catanzaro
Abbarbicato su un colle panoramico, spesso ventoso (da cui la prima delle tre “V”), il centro di Catanzaro si raggiunge attraverso i suoi ponti storici, primo tra tutti l’iconico Ponte Bisantis, opera avveniristica dell’ingegnere Riccardo Morandi.
Simbolo architettonico della città, assieme alla centralissima Fontana del Cavatore, il ponte si presenta con un'unica arcata in calcestruzzo armato che collega il centro alla periferia nord-ovest, sul versante opposto del torrente Fiumarella.
All'epoca della realizzazione era il secondo ponte di questa tipologia al mondo per ampiezza, dopo quello di Sandöbron, in Svezia.
Raggiunto il centro, l’itinerario alla scoperta di Catanzaro parte dalla principale arteria cittadina, Corso Mazzini. Lungo la strada centrale dello shopping, dei locali e dei monumenti è possibile visitare anche alcuni edifici rilevanti.
L’attuale Duomo di Catanzaro sorge sui resti dell’antica cattedrale eretta nel 1121, in epoca normanna. Risale al ‘300, invece, la Cappella di San Vitaliano, che ospita le reliquie dell’amato patrono. Danneggiato dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, l’edificio fu rimaneggiato negli anni ’50, periodo al quale risale anche l’organo a canne con 29 registri dei fratelli Ruffatti.
Altra chiesa di pregevole fattura è la Chiesa del Monte dei Morti, in stile Barocco, con all’interno diverse opere seicentesche.
Passeggiando lungo il Corso principale incontriamo il già citato Cavatore, monumento ricavato in una porzione di nicchia del Complesso Monumentale San Giovanni. L’edificio ingloba parte dell’antica cinta muraria cittadina (i cui resti sono tuttora visibili sulla terrazza panoramica) e ospita nelle sue sale mostre temporanee ed eventi culturali.
Tra i musei da non perdere c’è sicuramente il MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro, un polo museale polifunzionale che espone collezioni artistiche di grande valore, come le tele di Mattia Preti, Francesco Jerace, Battistello Caracciolo e Antonello de Saliba.
Voglia di perdersi tra i vicoli di Catanzaro? È certamente il modo migliore per scoprire il volto più popolare e autentico della città. Il nucleo più antico del centro storico è infatti La Grecìa, il quartiere nel quale confluiscono elementi frutto delle differenti culture che, nei secoli, si sono avvicendate sul territorio.
Passeggiare in questo dedalo di vicoli, archi e scalette significa imbattersi in un’atmosfera d’altri tempi, tra scorci pittoreschi e piazzette in cui ci si ritrova.
Concludiamo il trekking urbano a Catanzaro visitando uno dei fiori all’occhiello della città contemporanea, a un quarto d’ora circa di cammino dal centro storico: il Parco della Biodiversità Mediterranea.
Si tratta di una vera e propria oasi verde in mezzo alla città, che si sviluppa per oltre 600 mq, realizzata e curata all'Istituto Agrario di Catanzaro quale espressione della grande varietà del patrimonio floreale e faunistico mediterraneo.
Oltre ai percorsi naturalistici pedonali e ciclabili e all’osservazione delle specie tutelate, è possibile visitare al suo interno il MUSMI – Museo Storico Militare, e le prestigiose opere open air di arte contemporanea.
Voglia di mare? Si trova a due passi! La marina della città, Catanzaro Lido, è il centro balneare Bandiera Blu del capoluogo attrezzato con lidi per famiglie, spiaggia libera, porto turistico, lungomare e tanti locali che animano la movida notturna in tutte le stagioni.
Curiosità, leggende e piatti catanzaresi
Qualche tipicità catanzarese? Intanto, la seconda delle tre “V” che caratterizzano l’appellativo della città: il “velluto”, alias la seta catanzarese storicamente prodotta, lavorata e confezionata a Catanzaro e dintorni fino all’Unità d’Italia.
Una lavorazione antichissima, affermatasi grazie ai bizantini e alle maestranze d’Oriente, che nei secoli si è sviluppata fino a rendere Catanzaro uno dei principali centri di bachisericoltura in Europa.
Oggi, l’allevamento del baco da seta e i prodotti tessili derivati sono stati ripresi da giovani artigiani dell’hinterland, in particolare nel Comune di San Floro, dove è attiva una cooperativa visitabile.
Tra i piatti tipici da assaggiare assolutamente non può mancare il Morzello Catanzarese (morzeddhu), succulento street food a base di interiora di vitello cotte nel sugo a farcitura della tradizionale pitta “a ruota di carro”.
Le origini di questo piatto umile affondano nella leggenda, quando, si dice, una donna a servizio in una famiglia agiata ideò un piatto “di recupero” degli scarti di vitello in grado di conservarsi a lungo e soddisfare il fabbisogno dei lavoratori, uno spezzatino in piccoli pezzi (morza), fatto di cuore, polmoni, milza, fegato, stomaco, trippa, concentrato di pomodoro, peperoni piccanti e sale.
Da allora, il morzello è considerato il vero simbolo di Catanzaro.
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