Roseto Capo Spulico
Roseto Capo Spulico, meraviglioso castello sul mare
Bandiere Blu
Una delle colonie della Antica Sybaris, Roseto Capo Spulico deve il suo nome alla fiorente produzione di rose, i cui petali riempivano i guanciali delle principesse sibarite.
Oggi Roseto si presenta come una delle mete turistiche più ambite della Calabria, grazie al mare incantevole, alla natura incontaminata, e a una politica di governance del territorio che negli anni ha portato risultati apprezzabili.
La vista del castello Federiciano è meravigliosa e spesso la gente di passaggio si ferma anche solo per godersi il panorama e scattare qualche foto.
Roseto Capo Spulico offre paesaggi mozzafiato, un mare cristallino, un clima temperato e bellezze naturali di ineguagliabile valore. L’attenzione e la dedizione verso la natura, il mare, la produzione agroalimentare, l’ecosostenibilità ambientale attraverso politiche serie di sensibilizzazione e differenziazione dei rifiuti, le hanno consentito di aggiudicarsi il Premio Bandiera Verde 2016.
La posizione del castello federiciano affacciato sul Mar Ionio permette di far vedere lo scenario spettacolare della spiaggia di Roseto Capo Spulico sotto le mura del Castello. La vista è meravigliosa e spesso la gente di passaggio si ferma anche solo per godersi il panorama e scattare qualche foto.
Molto caratteristico è il famoso “scoglio incudine” o pietra a forma di fungo, che si trova al termine del lungomare degli achei, lungo la bella spiaggia di Roseto dove non c’è la sabbia, come su tutta questo tratto di costa. Il mare limpido della spiaggia di Roseto Capo Spulico permette di vedere piuttosto bene il fondale, che mostra un’incredibile bellezza naturale di pietre che formano un mosaico colorato e variegato.
Centro storico
Roseto Capo Spulico non è solo mare, basta fare un giro nel centro storico per scoprire uno dei Borghi medievali più belli della Calabria. Un Centro Storico ricco di arte, di fascino, di bellezze storiche e architettoniche e di vedute panoramiche da lasciare senza fiato. Dalla Chiesa Madre di San Nicola di Myra al Palazzo Baronale, dalla suggestiva Chiesetta dell’Immacolata Concezione – meglio nota come “Santo Totaro”, nome attribuito al sarcofago posto sulla facciata della chiesa – alla maestosità del Castrum Roseti. Questi sono solo alcuni dei luoghi di pregio del borgo rosetano.
Nel cuore del Centro Storico c’è la “Vinella degli innamorati”, il vicolo più stretto d’Europa, il luogo dove tanti innamorati del passato riuscivano ad incontrarsi per un bacio rubato. Baciarsi al centro della vinella valeva, e vale da tradizione, come viatico per un amore eterno. La Fontana di San Vitale, il monumento più antico di Roseto dalla quale ancora oggi dopo oltre 1000 anni scorre acqua salutifera, e la visita al Museo Etnografico della Civiltà Contadina, luogo di storia e tradizioni a cui tutti i rosetani sono legati, completano il viaggio nel Borgo di Roseto. Di fronte alle limpide acque dello Ionio sorge il Castrum Petrae Roseti, senza dubbio uno degli elementi che maggiormente caratterizzano la Calabria nel mondo. Il Castello Federiciano rappresenta la perfetta fusione tra storia e mistero. Nato dalle ceneri di un antico luogo di culto pagano, in quel luogo intriso di mistero, lo “Stupor Mundi” Federico II di Svevia, lasciò segni importanti del suo passaggio, come dimostrano il ritrovamento dell’Onfale con incisi i segni della Passione di Cristo, e numerosi segni lapidei racchiusi tra le mura del maniero.
Castrum Petra Roseti
Il Castello Federiciano di Roseto Capo Spulico è senza dubbio uno degli elementi che maggiormente caratterizzano la Calabria nel mondo. Da avamposto di difesa a castello templare, presidio militare e luogo sacro per l’Imperatore, storia e mistero, è questa la magia del Castello di Roseto. Il Castrum Roseti fu edificato, insieme con le mura di cinta, sotto il regno di Roberto il Guiscardo. All’origine era un castello autosufficiente, con tanto di stalle, prigioni, cisterna per la raccolta delle acque e stanze adibite ad abitazione del feudatario. Il castello rappresenta appieno l’architettura federiciana, ma fra le antiche pietre e nei cortili assolati si può respirare lo spirito dei templari: stemmi alchemico-templari, come la “Rosa” e i “Gigli” spiccano sull’arco che fa da ingresso alle mura difensive, e pare che la sua pianta derivi da quella del Tempio di Gerusalemme. Pare che proprio nel Castrum Petrae Roseti siano state conservate la Sacra Sindone e le Sacre Bende, nel periodo in cui se ne erano perse le tracce. Dopo il saccheggio di Bisanzio del 1204, ad opera dei crociati, delle reliquie non si seppe più nulla, fino all’incirca al 1356, quando il solo sudario ricomparve in una chiesa francese, per poi approdare definitivamente a Torino. Secondo le ricerche compiute da una discendente diretta di Federico II, e avallate da esperti sindonologi, l’imperatore ne venne in possesso, ereditandole direttamente dal nonno Federico Barbarossa, e le portò con sé nei suoi spostamenti, anche al Castello di Roseto, per poi perderle nuovamente durante l’eccidio di Parma del 1248.
Museo Etnografico della Civiltà Contadina
Nel cuore del centro storico, all’interno del Castello Lillo, si trova il Museo Etnografico di Roseto Capo Spulico. Il Museo Etnografico raccoglie oltre duemila strumenti di lavoro degli artigiani del luogo, oggetti intrisi di ricordi che risalgono ai secoli scorsi. Nelle stanze è possibile trovare il vecchio banco da lavoro del falegname, risalente alla metà dell’ottocento; il dischetto del calzolaio, con tutti gli attrezzi del mestiere; un vecchio telaio risalente alla seconda metà del seicento; la vecchia attrezzatura completa del fabbro e del barbiere; tutti gli strumenti della vecchia banda musicale di Roseto; una macchina da scrivere particolare e molto antica; la tipica tavola imbandita dove le famiglie mangiavano in un solo piatto. Il Museo Etnografico raccoglie gli oggetti della memoria, che ricordano i sacrifici dei padri e dei nonni; non è archeologia ma solo un tuffo indietro nel tempo di due secoli e oltre per ricordare i tempi che più non sono.
Gastronomia
Genuinità è la parola chiave per descrivere i prodotti locali. Quando qui si parla di genuino, i veri protagonisti sono la soppressata, la salsiccia e il filettuccio dall'incomparabile sapore, prodotti che per la loro qualità e per il loro sapore si possono fregiare del Marchio di Qualità De.Co. di Roseto Capo Spulico. E se si vuole cambiare cibo, restando però sempre nel genuino De.Co. si può prendere dalla massaia una bella "Pitta liscia" e condirla con un filo d'olio extra-vergine d'oliva e farcirla con peperoni e uova, un classico della cucina tradizionale rosetana. Senza dimenticare la regina incontrastata della frutta locale, incoronata come "La più bella d'Italia" per il 2016: la ciliegia. Uno dei frutti più amati in assoluto, a cui nessuno può resistere, la Ciliegia De.Co. di Roseto, una delle eccellenze di questo territorio, possiede proprietà organolettiche uniche e dalla bellezza disarmante. Ormai protagonista della cucina locale, la si trova in deliziosi primi piatti, come i maccheroncini alle vongole e Ciliegie De.Co., abbinata a squisiti secondi, oltre che nei dessert e nelle confetture.
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