Crosia
Crosia, il miracolo della Madonna della Pietà
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Secondo la tradizione, Crosia fu fondata dai compagni di Enea nel 1315 a.C. lungo la parete est della collina di Santo Pietro. Narra la storia che Enea, durante il viaggio dalla sua patria alla foce del Tevere, riparò con la sua flotta nelle rada del Traejs, nome diverso dell'odierno Trionto.
I fedeli sudditi, come atto di devozione, diedero alla città fondata il nome di sua moglie Kreusa, che mutò fino a diventare l’odierna Crosia.
Durante i giorni del miracolo, migliaia di fedeli assistettero a fenomeni ancora oggi inspiegabili, tra cui il muoversi notturno e frenetico di una luce bianca.
Di grande interesse e richiamo turistico sono alcune testimonianze storiche e monumentali artistiche: il Centro storico, con le sue caratteristiche viuzze e i suoi palazzi antichi; il Castello Feudale di Mirto (inizio '600); la Chiesa Matrice dedicata a S. Michele Arcangelo (forse sec. XI); la Chiesa della Madonna della Pietà ("Mater Dolorosa", inizi '500); il sistema delle Torri da Difesa quale la Torre di S. Tecla in contrada Fiumarella (sec. XVI) e la Torre del Giglio in contrada Sorrento (metà del sec. XV); Il Càsino della Vota, antica fattoria; la Chiesa del Divin Cuore di Gesù a Mirto, con i suoi artistici mosaici.
La frazione di Mirto è una nota località costiera dell’Alto Ionio cosentino, premiata più volte con la Bandiera Verde, titolo assegnato dai Pediatri Italiani alle spiagge più adatte ai bambini. Il litorale di Mirto è caratterizzato da un’ampia spiaggia formata da sabbia chiara e, in alcuni punti, ciottoli e rocce, con acqua cristallina, di colore verde smeraldo, e fondale basso che digrada dolcemente, rendendola quindi adatta a famiglie con bambini ed ai nuotatori poco esperti. Il fondale è molto bello, ricco di posidonia, ed offre agli amanti delle immersioni subacquee e dello snorkeling spettacoli meravigliosi. Alle spalle della spiaggia, sulle dune di sabbia, cresce spontanea la pianta della liquirizia, le cui radici in passato venivano raccolte e trasformate. La spiaggia di Mirto Crosia è anche denominata “Centofontane”, è composta da tratti con lidi attrezzati alternati a spiaggia libera, ed è il salotto estivo di Mirto Crosia, con un alto standard di qualità. Recentemente sono stati ampliati i parcheggi, per dare modo agli ospiti delle spiagge di lasciare l’auto in sicurezza e comodità.
Crosia ha ritrovato grande vitalità dopo i fatti straordinari e misteriosi avvenuti nella Chiesetta della Pietà e che hanno interessato scienziati, teologi e migliaia di pellegrini. Il 23 Maggio 1987 un ragazzino del luogo allora quattordicenne, insieme ad un amico, entrarono in quella che allora era una piccola chiesa sconsacrata, adibita a stalla e quasi completamente diroccata. Il giovane si avvicinò e vide che una vecchia statua della Madonna, abbandonata nella nicchia dell’altare centrale, ricoperta da una coltre spessa di polvere, era in lacrime. I due giovani fuggirono terrorizzati verso il paese, dove raccontarono ai concittadini l’evento vissuto. In breve tempo, davanti alla chiesa si radunò una folla sempre più grande che desiderava assistere al miracolo. Durante quei giorni, le migliaia di fedeli in continua attesa del miracolo, assistettero a fenomeni ancora oggi inspiegabili, tra cui il muoversi notturno e frenetico di una luce bianca, nitida e dai contorni definiti, simile ad una cometa, che nello specchio di cielo sovrastante la vallata e prospiciente il borgo, creava una serie di figure. Crosia divenne meta di fedeli ma anche di tanti curiosi e addirittura ufologi. La Chiesa venne così ristrutturata e riabilitata al culto e la statua della Madonna della Pietà iniziò così ad attirare le attenzioni di folle sempre crescenti. Nel corso degli anni novanta le apparizioni di Crosia divennero oggetto dell’interesse mediatico nazionale, tanto che nel novembre del 1992 Enzo Biagi si occupò dei fenomeni mariani intervistando il ragazzino della prima apparizione, in onda sulle reti Rai nel format “Una Storia”.
L’imponente struttura è stato il cuore del vastissimo feudo di Crosia del quale faceva parte Calopezzati, Caloveto, Campana, Mandatoriccio, Bocchigliero e Pietrapaola. Il Castello di Mirto non è altro che una stupenda "Masseria" costruita sull'altura della frazione di Mirto centro di un immenso feudo. La vastità dei territori impiantati ad uliveti determinava una produzione d'olio di centinaia di quintali, gran parte del quale veniva esportato, con la necessità di impiantare le strutture per lo stoccaggio e la molitura delle olive. Allo stesso modo, la produzione massiccia di cereali e la loro commercializzazione impose la costruzione di enormi magazzini soprattutto a Mirto, che era il cuore delle attività. Da queste esigenze nacque la struttura del Castello, con la dimora padronale ancora oggi visibile, l'abitazione del fattore, le case per il personale di servizio e per gli operai salariati, le rimesse e le stalle, i magazzini ed un grande locale dove trovavano posto i lavoratori stagionali. Le necessità sempre crescenti imposero il sorgere di nuove costruzioni attorno alla corte, fino a che la struttura assunse le dimensioni e l'aspetto attuale.
Simile nella struttura al castello di Mirto, il "càsino" 'a vota, antica masseria autosufficiente delle famiglie gentilizie di Crosia, era un'ottima residenza invernale, come attesta il nome, che significa "località riparata". Vi si lavoravano principalmente le olive, come attesta la presenza di trappeti (frantoi oleari) su pietra che, malgrado lo stato di completo abbandono in cui si trova tutta la struttura, si sono conservati nel tempo. Anche 'a vota disponeva di una chiesa che, al contrario di quella del castello di Mirto, era annessa all'ala padronale e separata da quella dei “dipendenti”.
Come ogni paesino calabrese, anche Mirto-Crosia mantiene le sue tradizioni culinarie. Di origine antica è la “carna salata”, piatto composto da pancetta, costole e cotica di maiale che dopo essere state tagliate a pezzi vengono abbondantemente salate, successivamente cosparse di peperoncino in polvere e di aromi naturali e conservate in dei vasi di terracotta. Il piatto nacque per i contadini che non rientravano a casa per pranzo e avevano bisogno di alimenti conservati. Tra i primi piatti i “maccarruni a ferriett” che sono fusilli fatti a mano. Di gran gusto sono gli insaccati, come “sazizza” (salsiccia), “suppressata” (soppressata), “capeccodd” (capicollo), la “nnuglia” che è un salame preparato con frattaglie del maiale, soprattutto fegato, milza e polmoni, insieme a spezie e erbe aromatiche.
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