Bagaladi

Il borgo dei mulini ad acqua tra storia, natura e antiche tradizioni

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Bagaladi - Regione Calabria

Una distesa di boschi, un paradiso in cui la natura è selvaggia e incontaminata: è il Parco Nazionale dell’Aspromonte, meraviglioso polmone verde della Calabria, scrigno di storia, culture, fede, tradizioni. Una delle sue porte d’accesso è un piccolo e caratteristico borgo, nel basso Ionio reggino. Preparati a conoscere il volto più autentico di questo territorio, andiamo a scoprire Bagaladi, il paese dei mulini ad acqua.

C’è una lunga storia di incontri tra culture già nel nome che - di derivazione araba – significa terra della famiglia Bagalà, ovvero Bahà Allah, la bellezza che viene da Dio. Sorprendente come le distese di ulivi che questa terra fertile nutre e da cui si ottiene un olio dal gusto unico che potrai acquistare ovunque dai piccoli produttori. 

Andando alla scoperta di Bagaladi incontrerai antichi monasteri, frantoi e mulini ad acqua. Questo paese adagiato ai piedi del Monte Sant’Angelo (chiamato così per il Monastero di San Michele Arcangelo, l’Archistratega) rientra nell’area grecanica, si parla infatti un dialetto simile al greco antico. Lo ascolterai passeggiando per le vie del borgo che confluiscono tutte nella piazza. Qui la quotidianità ha un ritmo lento, scandito dalle abitudini semplici di questa piccola comunità.

Nelle chiese di Bagaladi sono conservate due pregevoli sculture di marmo: un Crocifisso attribuito alla bottega di Giovan Battista e Giovan Domenico Mazzolo, della seconda metà del XVI secolo, e il gruppo dell’Annunciazione della Vergine, commissionato nel 1504 ad Antonello Gagini.

Una delle caratteristiche di Bagaladi è quella di essere tagliata in due dal torrente Zervo. Grazie alla presenza dell’acqua e ad un sistema efficace di canalizzazioni, nel corso dei secoli sulle sponde del torrente sono stati realizzati frantoi ad energia idraulica che ancora oggi potrai ammirare in quello che può essere organizzato come un vero e proprio tour. Partendo dal lato a monte del centro abitato troviamo il Frantoio Rossi, frantoio grimaldiano con ruota da sopra, risalente al 1885, oramai ridotto allo stato di rudere. Potrai ammirare il bottaccio (la vasca per la raccolta dell’acqua) e il Mulino Rossi, oggi rifunzionalizzato per la macinatura a pietra con ruota orizzontale. Si tratta del mulino con la saetta più alta realizzata in Calabria, con ben 19,50 metri di salto. A valle del centro abitato c’è il Frantoio Jacopino, realizzato nella seconda metà dell’Ottocento e oggi sede del Museo dell’Olio e del Centro visite del Parco Nazionale d’Aspromonte. È un frantoio a modello grimaldiano con ruota da sopra e, per finire, alla confluenza dello Zervo con la Fiumara Tuccio, si trova un’antica noria, ovvero una ruota idraulica che sollevava l’acqua del torrente attraverso dei secchi, ma oramai in disuso.

Nel Museo dell’Olio oltre a degustare prodotti tipici, potrai sperimentare l’emozione di tessere al telaio e osservare dal vivo l’antica lavorazione della creta in una bottega artigiana. In questa stessa sede è possibile programmare un’escursione accompagnati da una guida esperta, lungo i sentieri che portano ai ruderi dei cenobi dei santi italo-greci.


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Ultimo aggiornamento: 25 feb 2025 11:36