Visita al Castello di Santa Severina
Da emirato arabo a fortezza normanna, storia e leggenda
Arte e Cultura
Castello di Santa Severina - Regione Calabria
Pronto a seguirci in una gita affascinante, a cavallo tra Oriente e Occidente, in quello che fu il territorio dell’antica Siberne?
Partiamo alla volta di Santa Severina, tra I Borghi più Belli d’Italia in provincia di Crotone, e del maestoso castello che ne è simbolo architettonico e identitario.
Il Castello di Santa Severina
Immagina di stare su un punto di avvistamento in collina rivolto allo Ionio crotonese, la stessa riviera che oggi, guarda caso, è detta Costa dei Saraceni, e scorgere una flotta nemica in arrivo.
Sei un discendente dall’antico popolo locale degli enotri e hai già visto sbarcare sulla tua costa genti greco-italiche e romane, non ti stupisce che anche agli arabi interessi conquistare questa terra al punto di farne un piccolo emirato.
“Doveva esservi sul sito l’acropoli della città, circondata da muraglie di sbarramento, riservata agli eletti e, all’occorrenza, usata anche da altre genti che popolavano tutto l’acrocoro, dimorando in case di muratura (ceto agiato) ed in ampi grottini artificiali, capanne ed altri tuguri, scavati e/o parzialmente murati (plebe)”.
(Lopetrone, architetto Sovrintendenza)
Siamo nel periodo che va dall'840 all'886 e l’abitato di Siberne, oggi borgo di Santa Severina, è appena diventato un kastron arabo, un complesso fortificato e dotato di edifici religiosi e abitazioni.
Saranno i bizantini, a seguito della “riconquista” cristiana, ad aggiungere l’appellativo “Santa”; poi i normanni di Roberto il Guiscardo, nell’XI secolo, a ridisegnare la fortezza così come appare oggi, con qualche accorgimento da parte degli angioini, degli aragonesi e delle nobili casate locali, Carafa e Ruffo.
Ecco il Castello di Santa Severina in tutto il suo splendore!
Tra i castelli medievali meglio conservati in Calabria dopo i restauri degli anni ‘90, è visitabile tutto l’anno poiché al suo interno ha sede il Museo Archeologico di Santa Severina, dove è possibile ammirare gran parte dei reperti emersi durante scavi e ricerche entro le mura del sito: un mastio quadrato e 4 torri cilindriche laterali, fiancheggiato da altri 4 bastioni sporgenti in corrispondenza delle stesse.
Dell’originaria acropoli di Siberene si è conservata una tomba al di sotto della necropoli bizantina, il cui scheletro recava sulla mandibola una moneta del III secolo a.C.
Qualche leggenda sul Castello di Santa Severina e i suoi controversi proprietari?
Fu il nobile Andrea Carafa a cingere d'assedio la città per molti mesi, espugnando il castello solo grazie all’aiuto di un “traditore” interno, tale Mastrogiurato, che pare abbia introdotto Carafa e i suoi commilitoni all’interno della fortezza facendoli passare da un vicolo segreto.
Fu così che nell'ottobre del 1506 Santa Severina cadde nella più terribile servitù feudale, esercitata dal Carafa senza scrupoli, facendo arrestare e uccidere i suoi oppositori nelle segrete del castello.
Cosa vedere e cosa fare a Santa Severina
L’abitato di Santa Severina si dispone attorno al suo castello (incastellato), discendendo verso una grande piazza centrale. Si tratta di un complesso monumentale omogeneo, che ospita al suo interno monumenti di grande valore.
Su tutti, il Battistero Bizantino di Santa Severina, unico esempio di battistero bizantino in Calabria ancora integro, di forma circolare con affreschi datati X-XII secolo, e la Cattedrale di Santa Anastasìa, del XIII secolo ma oggi in forma seicentesca.
Da visitare anche il Monastero della Madonna della Calabria, in posizione panoramica presso la frazione comunale di Altilia, il Giardino Comunale e la Biblioteca Comunale.
Il periodo migliore per visitare Santa Severina e il suo castello?
In occasione della suggestiva Festa Medievale, rievocazione storica della vita quotidiana che si svolgeva nel borgo in epoca medievale che ha luogo ogni anno in primavera (ultime edizioni tra maggio e giugno).
Per l’occasione il borgo di Santa Severina si veste a festa: i suoi abitanti indossano i tipici costumi medievali di epoca normanna e sfilano per le vie del centro storico accompagnati da sbandieratori e saltimbanchi, una serie di figuranti che mettono in scena le attività artigianali delle antiche botteghe, oltre a momenti di spettacolo e giocoleria, degustazioni e piatti tipici.
Tra le pietanze antiche da assaggiare consigliamo “a sàuza”, una zuppa di fave al profumo di menta, aromatizzata con un filo di aceto e servita tiepida, accompagnata dalla pancetta di maiale.
Un piatto povero, ma ricco dei sapori tipici del territorio.
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