Tiriolo
Tiriolo tra mito e storia
Borghi e Centri Storici
Borghi e Centri Storici
Tiriolo, centro agricolo della Sila Piccola, è posto sulla cima di un poggio che funge da spartiacque tra le valli dei fiumi Amato e Corace, nel punto più stretto dell’istmo di Catanzaro. Dal borgo è possibile spaziare con lo sguardo fino a formare un'immagine univoca comprendente i mar Ionio e Tirreno, la Sila e le Serre, l'Arcipelago delle Eolie con lo Stromboli fumante, e in lontananza la cima innevata dell’Etna. A est dell'abitato si eleva in tutta la sua maestosità Monte Tiriolo, Parco Naturale ed Archeologico, di aspetto troncoconico e natura calcarea, l'ultimo testimone della falda appenninica, ricco di grotte di natura carsica. Sulla cima i resti di una fortificazione bizantina testimonia dell'utilizzo della montagna per fini strategico-difensivi.
Di recente sul terrazzo di una vecchia struttura ottocentesca è stato realizzato un Osservatorio Astronomico.
Ritrovamenti archeologici avvalorano l’ipotesi dell’esistenza di un nucleo abitativo nel territorio di Tiriolo sin dal Neolitico.
Le case del centro storico, arroccate come in un presepio, costituiscono la parte vecchia del paese, mentre le nuove costruzioni si estendono lungo piedi del colle, incastonate tra la montagna e le valli.
La leggenda fa risalire le origini dell’insediamento di Tiriolo a genti elleniche sei secoli prima della guerra di Troia o addirittura lo identifica con la mitica Scherìa, patria felice dell’omerico popolo dei Feaci. Ritrovamenti archeologici avvalorano l’ipotesi tuttavia dell’esistenza di un nucleo abitativo sin dal Neolitico, come rivelato da reperti quali asce levigate, scalpelli rudimentali e raschiatoi di ossidiana. La successiva presenza romana trova la sua più rilevante testimonianza nella celebre tavoletta bronzea con inciso un testo riguardante il Senatus Consultum de Bacchanalibus, un decreto del II sec. a.C. col quale il senato romano vietava i Bacchanalia, riti orgiastici a cui partecipavano anche le élites e pertanto considerati contesto di possibili cospirazioni contro lo stato. Il reperto, rinvenuto nel 1640, si trova oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna, offerto nel 1727 in omaggio all’imperatore Carlo VI d’Asburgo.
Nell’odierno Antiquarium civico di Tiriolo se ne conserva una copia insieme a iscrizioni, monete, ceramiche e vari altri reperti legati alla storia del luogo, di cui si custodiscono testimonianze anche presso il Museo Provinciale di Catanzaro. Tiriolo è un centro dove ancora oggi operano alcune botteghe d'arte che producono lavori a telaio e a tombolo, tra cui scialli tradizionali e tessuti in lana e seta. L'agricoltura è basata soprattutto sul grano, sulle olive ed uva che vengono lavorati in sito da frantoi e impianti di vinificazione. Tiriolo è infatti Città dell'Olio. Nel mese di agosto ti tengono molte manifestazioni, come il Festival Bacchanalia che si riferisce al rinvenimento della tavoletta col quale il senato romano vietava i Bacchanalia e che prevede concerti di musica jazz, etnica e pop dall'alba alla notte, degustazione di vini e prodotti tipici del territorio e spettacoli teatrali.
Molto importante è la tomba brettia a camera, scoperta di recente in località Castaneto e oggi ricomposta in una sala dell’Antiquarium civico. Un’opera monumentale del IV-III sec. a.C. inserita all’interno di una necropoli, in controtendenza con l’ubicazione isolata frequente presso i Brettii per questo genere di tombe. Sulla fronte, in corrispondenza dei blocchi angolari, spicca l’elegante presenza di due semicolonne scanalate costeggiate da un listello verticale che completa il motivo decorativo. Dai resti è stato possibile recuperare diversi reperti fra unguentari, frammenti di strigili in bronzo, un’anforetta frammentaria, parte di uno strumento musicale a fiato in osso, strisce di cuoio, una testina femminile in terracotta, due frammenti di un arto equino in terracotta, chiodi di ferro, elementi in piombo attribuibili a paramenti di cavallo, un coltello in ferro, frammenti di grappe in piombo, e frammenti di ceramica a vernice nera pertinenti ad una piccola coppa e a uno skyphos.
La scoperta archeologica più eclatante del territorio di Tiriolo è quella avvenuta nel 2015 in località Gianmartino, dopo un’indagine con georadar, che ha rivelato la presenza di un fitto reticolo di strutture murarie e di piani pavimentali sepolti a profondità comprese tra i 15 e i 90 centimetri dall’attuale piano di campagna. L’area ha così rivelato alcune strutture riferibili a un edificio del IV-III sec. a.C. di probabile destinazione religioso-sacrale, ricco di decorazioni e molto ben conservato, del quale risultano leggibili varie fasi di costruzione, ristrutturazione e riutilizzo, prima che un violento incendio lo distruggesse. Gli studiosi descrivono uno spazio articolato in un lungo corridoio colonnato sul quale si affacciano tre ambienti, oltre a una stanza pavimentata in cocciopesto con riquadro centrale a mosaico raffigurante due delfini e un terzo pesce di specie incerta; una seconda stanza dotata di porta monumentale, una terza con pavimento a cocciopesto decorato a motivi geometrici e, infine, un grande atrio-vasca.
Al centro della piazza principale di Tiriolo sorge l'antico palazzo Alemanni, in stile neoclassico e caratterizzato da un balcone monumentale centrale e dalla presenza di finestre sormontate da piccoli timpani decorativi a triangolo e a lunetta alternati. Il portale d’ingresso sotto al balcone è ad arco in pietra e sulla chiave di volta è posta una maschera apotropaica in marmo bianco. All’interno, un ampio cortile dà accesso al piano superiore tramite una scala. Il palazzo è famoso per aver dato rifugio a Garibaldi durante una delle sue soste in terra calabra.
Istituito ufficialmente nel 1995 dal Comune di Tiriolo e dalla Soprintendenza archeologica della Calabria con la denominazione di Antiquarium civico, il Museo di Tiriolo ha ottenuto, nel 2018, il riconoscimento come Museo archeologico regionale. Nella prima sala ospita una selezione di reperti fortuitamente rinvenuti nel XX secolo nel territorio tiriolese e consegnati alle istituzioni da vari privati cittadini per l’allestimento del 1995. La collezione è prevalentemente composta da reperti di epoca brettia (IV-III sec. a.C.), ma custodisce anche alcuni manufatti di epoca preistorica e protostorica, oltre a pochi ma importantissimi reperti di epoca romana. Da vedere assolutamente la copia del celebre Senatus consultum de Bachanalibus e la defixio osca. Nella seconda sala si trova la monumentale tomba brettia di loc. Castaneto, rinvenuta nel 2008 e diventata sin da subito famosa in tutta la regione.
L’esposizione, frutto di un attento studio svolto sul campo e di fedeli riproduzioni a mano, si è andata ad arricchire nel tempo, fino a raggiungere il numero attuale di 36 costumi. Il museo si connota come una delle collezioni più ricche ed interessanti della regione, impreziosita anche dalla presenza di due costumi originali. La sezione del costume tradizionale rappresenta certamente un documento di estrema importanza, sia dal punto di vista artistico e artigianale, che dal punto di vista storico-antropologico.
L’Ecomuseo naturalistico è inserito all’interno del più ampio contesto della Parco Fortezza di monte Tiriolo, con sede in una storica struttura, risalente alla fine dell’800, inizialmente adibita ad osservatorio meteorologico. Nel 2016 la struttura è stata allestita in una serie di spazi espositivi al piano terra, specificamente dedicati al patrimonio naturalistico e geologico di Tiriolo, ed in una serie di spazi didattico-formativi al piano primo.
Il Parco Fortezza-Monte custodisce i monumentali ruderi del kastron bizantino di monte Tiriolo. Installato probabilmente nella seconda metà del VI sec. d.C., il fortilizio è composto dalla maestosa cinta muraria, dai ruderi delle torri di vedetta e dalle fondazioni della Chiesa. All’estremità meridionale del parco si trova il recinto a semicerchio noto comunemente come ‘Giudecca’. L’area merita una visita anche per i panorami mozzafiato che offre e per le specificità geologiche e naturalistiche di monte Tiriolo.
Il Parco archeologico urbano di Gianmartino custodisce le meravigliose strutture dell’edificio conosciuto come il ‘Palazzo dei Delfini’, per la presenza di un mosaico pavimentale con raffigurazione di due delfini. Il parco archeologico costituisce un unicum, a livello regionale, e nell’ambito dell’archeologia italica, per il livello di conservazione delle strutture e per la ricchezza dei reperti rinvenuti. All’interno del sito sono stati rinvenuti splendidi capitelli, molti manufatti bronzei e ceramici e circa 300 monete.
Nei profumi e nei sapori delle più antiche tradizioni si fonde la cucina di Tiriolo, che vanta le scilatelle al sugo, preparate come si faceva in passato, con il piccante e una spruzzata di formaggio pecorino.
L'olio genuino, come la terre da cui nasce, è ormai un elemento primario per la preparazione di qualsiasi piatti locale. Di grande valore storico e culturale è l'uccisione del "puercu" (il maiale), quasi un rituale, che ricollegandosi alle tradizioni pagane si colora di sacrificio propiziatorio. Si utilizza la cottura "a coddara" dalla quale si ricavano le "frittule" (pelle di maiale). Diversi sono i dolci tipici, tra i quali si ricordano "e cuzzupe" (dolce pasquale), "a pignolata" (dolce natalizio), "i cuddurieddi" ed i "graviuoli".
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