Viaggio a Guardia Piemontese, tra gli occitani di Calabria
Occitani di Calabria, la minoranza culturale di lingua romanza
Tradizione e folklore
Regione Calabria
Hai mai sentito parlare degli occitani di Calabria?
Si tratta di una delle tre minoranze etnolinguistiche presenti nella regione, assieme agli arbëreshë (italoalbanesi) e ai grecanici (parlanti l'antico greco di Calabria).
Come spesso accaduto nel corso della storia sino ai giorni nostri, diverse comunità e minoranze provenienti da etnie lontane hanno trovato in Calabria ospitalità e rifugio da ondate persecutorie.
Tra queste, gli occitani in Calabria rappresentano una rara espressione di lingua romanza trapiantata nell'estremo sud.
Scopriamone insieme storia, riti e linguaggio.
La minoranza occitana in Calabria
La provincia di Cosenza è l’ultima enclave occitana nel sud Italia.
Chi sono gli occitani di Calabria? Andiamo a conoscerli da vicino!
Originaria dell'omonima regione francese (Occitania) di lingua occitana (o lingua d'òc, linguadoca), questa minoranza culturale ha dato espressione a forme molto particolari di poesia "trobatorica" medievale in gran parte dell'Europa centrale, accompagnata da secolari tradizioni musicali e danze popolari.
Cosa ha spinto gli occitani in Calabria? Una violenta persecuzione nei loro confronti, iniziata nella prima metà del 1200, quando la comunità fu dichiarata eretica per aver aderito al rito valdese. Il papa dell'epoca ordinò una crociata (la cosiddetta Crociata degli Albigesi) che durò a lungo e costrinse la minoranza a emigrare, rifugiandosi soprattutto in Piemonte.
Il secondo atto del massacro occitano (e della loro lingua, vietata o ridotta a mero dialetto) si compie nel Cinquecento, quando gli stessi Savoia perseguitano i valdesi e li costringono a migrare nuovamente.
Saranno i feudatari calabresi della provincia di Cosenza a prestare loro ospitalità, salvo macchiarsi di un ennesimo eccidio: la Strage dei Valdesi del 1561.
Il primo centro abitato dagli occitani in Calabria fu il Borgo degli Ultramontani, nei pressi di Montalto Uffugo, seguito dalla fondazione dei centri di San Sisto, Argentine, La Rocca, Vaccarizzo, Saint-Vincent e Guardia Piemontese.
Quest’ultimo è considerato ancora oggi la piccola capitale valdese degli occitani di Calabria.
Cosa vedere e cosa fare a Guardia Piemontese
Guardia Piemontese è l'ultimo avamposto occitano per lingua, usi e costumi, da visitare assolutamente durante un viaggio in Calabria.
Qui trovarono rifugio i superstiti delle persecuzioni di Bobbio Pellice (TO), che si sono dedicati all’agricoltura e alla pastorizia, curando la coltivazione di uliveti, vigneti, piantagioni di cotone, canapa e allevamenti di bachi da seta.
Nonostante il divieto di parlare la lingua occitana e i forti condizionamenti subiti, oggi i valdesi di Guardia Piemontese (La Gàrdia), si adoperano per mantenere viva la loro identità, ovvero per la sopravvivenza dell’antica lingua (insegnata nelle scuole primarie) e la conservazione dei preziosi costumi tipici, intessuti d’oro e colori vibranti, oltre alle festività di rito protestante.
Cosa visitare a Guardia Piemontese, il paese degli occitani di Calabria?
Naturalmente la sua incantevole marina, parte dell'alta costa tirrenica caratterizzata dall'inconfondibile Torre di Guardia (da cui il nome), baluardo dell'XI secolo contro gli attacchi dei pirati saraceni e oggi visitabile.
Tappe imperdibili per la conoscenza degli occitani in Calabria sono i due principali musei dedicati alla comunità: il Museo Multimediale Occitano e il Museo Valdese.
Il primo, racconta la storia e la cultura occitana in Europa e attraverso video e reportage (percorso multimediale), cui si abbina la consultazione di una nutrita biblioteca; il secondo, ospitato all'interno del Centro di Cultura "Giovan Luigi Pascale" nei pressi della cosiddetta Porta del Sangue, è un focus sulla piccola comunità valdese di Guardia Piemontese e la storia dell'eccidio.
Imperdibile per chi visita questo territorio è una seduta di relax e benessere presso le rinomate Terme Luigiane (tra i Comuni di Guardia e Acquappesa).
Collocate nell'ampia vallata del fiume Bagni, le terme sono conosciute e frequentate sin dall'antichità, come testimonia Plinio il Vecchio, e oggi rappresentano uno dei centri curativi e cosmetici più amati della regione.
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