Viaggio tra le minoranze etniche di Calabria

Storia, usi e costumi delle comunità occitane, italoalbanesi e grecaniche
San Giorgio Albanese 3

© Regione Calabria

Tradizione e folklore

15 feb 2024 11:24

Forse non tutti sanno che in Calabria esistono tre minoranze etniche molto importanti per il modo con cui le comunità custodiscono e tramandano, da una generazione all’altra, le rispettive storie, tradizioni, folklore, costumi tipici, lingua, riti e antiche ricette di un tempo.

Un patrimonio etnoculturale di grande valore, attenzionato dall’UNESCO e preservato dalle istituzioni, dalle associazioni e dalle comunità locali, che accolgono i visitatori con entusiasmo, pronte a raccontarsi e tramandare le loro storie identitarie.

Da nord a sud della Calabria incontriamo gli occitani di religione valdese che popolano alcuni centri della provincia di Cosenza; a seguire, diffusa tra le province di Cosenza, Crotone e Catanzaro, la cospicua comunità italoalbanese di Calabria, ovvero gli arbëreshë (dall’antica lingua parlata); infine, in provincia di Reggio Calabria, l’area nota come Bovesìa corrisponde al territorio delle comunità grecaniche.

Scopriamole insieme, in un viaggio che unisce folklore, storia e buon cibo.

Tra gli occitani di religione valdese

Sapete che la provincia di Cosenza è l’ultima enclave occitana nel sud Italia? Fu qui che trovò rifugio la minoranza etnolinguistica piemontese originaria principalmente della Val d’Angrogna e dalla Val Pragelato.

Era la seconda metà del Duecento quando alcuni feudatari locali decisero di prestare ospitalità alle comunità occitane perseguitate nelle valli piemontesi per via della loro religione protestante (valdese). Nel Cinquecento i valdesi furono trucidati anche in Calabria e i loro centri recano ancora testimonianza del drammatico eccidio.

Oggi i valdesi conservano intatti i loro costumi tipici, intessuti d’oro e colori vibranti; le festività e il rito protestante, così come la preziosa lingua occitana, di origine romanza, insegnata nelle scuole primarie quale irrinunciabile baluardo di identità.

Il primo centro abitato dagli occitani fu il Borgo degli Ultramontani, nei pressi di Montalto Uffugo, seguito dalla fondazione dei centri di San Sisto, Argentine, La Rocca, Vaccarizzo, Saint-Vincent e Guardia Piemontese. Quest’ultimo è considerato ancora oggi la piccola capitale valdese di Calabria.

Guardia Piemontese
Regione Calabria

Usi e costumi arbëreshë, gli albanesi di Calabria

Il nostro viaggio alla scoperta delle minoranze etnolinguistiche di Calabria prosegue con una visita ai paesi arbëreshë.

Anche in questo caso l’arrivo delle comunità albanesi nell’Italia meridionale è legato a una storia di sangue, essendo profughi sfuggiti alle persecuzioni turche tra il XIV e il XV secolo, quando Alfonso d’Aragona donò loro una serie di territori per ricompensare il condottiero albanese Giorgio Castriota Scanderbeg dell’aiuto offertogli in occasione di una congiura.

Oggi gli albanesi di Calabria rappresentano una comunità tra le più numerose d’Italia, dedita a custodire con tenacia la propria identità culturale attraverso costumi, lingua, religione e gastronomia.

Quali sono le caratteristiche salienti della cultura arbëreshë?

Ad esempio, la caratteristica principale dei centri abitati di origine albanese è il loro inconfondibile assetto urbano: la gjitonìa. Quartieri con case piccole, disposte a semicerchio, che affiancando una casa madre detta "casa signorile" e affacciano tutte su una piazzetta comune, centro pulsante della convivialità di quartiere.

Vaccarizzo Albanese
Regione Calabria

Tra i riti arbëreshë da non perdere ci sono le suggestive feste religiose della Settimana Santa albanese (Java e Madhe) e della Pasqua albanese (Pashkëvet), oltre al Carnevale (Karnivalli). Sono queste occasioni in cui le donne indossano i tipici costumi tradizionali albanesi, dai colori sgargianti e gli ori vistosi, e le vie dei paesi si animano al suono degli organetti che accompagnano i canti tradizionali (vjershë) e i balli tipici (vallije).

Vallje arbereshe
Regione Calabria

Alla scoperta della Bovesìa e della lingua grecanica

Il viaggio tra le minoranze etnolinguistiche di Calabria si conclude lungo la costa ionica della provincia di Reggio Calabria, attorno al centro di Bova (Vùa), tra I Borghi più Belli d’Italia, capitale della cosiddetta Bovesìa, ovvero l’area di cultura e lingua grecanica.

Siamo tra le comunità che ancora oggi parlano l’antico griko di Calabria, come testimonia il Museo della Lingua Greco-Calabra “Gerhard Rohlfs”.

Museo Bova
Regione Calabria

I greci di Calabria hanno dato origine a diverse associazioni locali impegnate nello studio, nella tutela e nella diffusione del rito greco-bizantino, della tradizione orale del grecanico, della musica folkloristica che vede protagonista la lira calabrese e nella preparazione di piatti tipici di origine orientale, come la sfiziosa lestopitta, la focaccia senza lievito che accompagna i piatti grecanici a base di carni, formaggi e bergamotto.
 
Il rito pagano da non perdere? La processione delle Persephoni di Bova (Chòra tu Vùa o Pupazze), che la Domenica delle Palme evocano il mito di Persefone discesa agli inferi e rinata in primavera.

Bova Pupazze
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