Reggio Calabria e la Madonna della Consolazione
La Festa della Madonna della Consolazione il secondo sabato di settembre
Tradizione e folklore
Regione Calabria
Al grido di “Cu terremoti, cu guèrri e cu paci, sta festa si fici, sta festa si faci!” i fedeli della città di Reggio Calabria portano in processione la loro amatissima Madonna della Consolazione, ogni anno nel secondo sabato del mese di settembre, a partire dal lontano 1636.
Si tratta della cosiddetta “Festa di Madonna”, l’appuntamento religioso più atteso in città, che unisce sacro e profano, tradizioni, devozione e cucina tipica in un grande abbraccio di folla dei reggini alla loro patrona e ai visitatori che accorrono dalla Calabria e dalla vicina Sicilia per assistere allo spettacolo della “Vara”.
I reggini e la “Festa di Madonna”
La Festa della Madonna della Consolazione, familiarmente detta “Festa di Madonna”, è la ricorrenza religiosa più sentita dai reggini, organizzata per un anno intero con devozione e passione.
Si festeggia rigorosamente il secondo sabato di settembre, per la durata di quattro giorni ricchi di cerimonie, messe, canti, balli e sagre di street food tipici in onore di Maria, Madonna della Consolazione, che trovano il culmine religioso nella sontuosa processione del martedì a opera dei “Portatori della Vara”, il pesante quadro che la raffigura, che si chiude con la suggestiva “volata”, e nel rito pagano dello spettacolo pirotecnico che illumina le acque dello Stretto e il Lungomare “Falcomatà”.
Tutto ha origine nel ‘500, quando una terribile pestilenza colpì duramente la città di Reggio Calabria.
Fu allora che a un frate cappuccino, tale Antonio Tripodi, in contemplazione dinanzi al dipinto della Madonna della Consolazione tuttora portato in processione e opera del reggino Niccolò Andrea Capriolo (1547), apparve la Vergine ad annunciare la fine del flagello. Ne seguì il pellegrinaggio collettivo alla Basilica dell’Eremo, situato nella parte alta della città, dove ancora oggi è custodita la preziosa effige mariana.
A partire dal 1657 la città di Reggio Calabria si impegnò con un atto ufficiale a offrire ogni anno un cero votivo alla Madonna della Consolazione, che fu dichiarata patrona della città nel 1752.
La festa è preceduta dalla novena. Durante la “Festa di Madonna”, il dipinto è portato in processione su una pesante macchina a spalla (la “Vara”) dai relativi “portatori”, confratelli delle varie congreghe cittadine. La Vara è alta 5 metri, pesa oltre 12 quintali e segue un percorso che parte dall'Eremo e raggiunge il centrale Duomo di Reggio, per una distanza a piedi di circa 3,5 Km, l’ultimo tratto dei quali viene consumato nella suggestiva “volata”.
Cosa vedere e cosa mangiare durante la festa
Quale occasione migliore della “Festa di Madonna” per vistare la città di Reggio Calabria e scoprirne le tradizioni più veraci?
Quattro giorni intensi consentono di vistare i luoghi “must” della “Città sullo Stretto”, a partire dal Museo Archeologico Nazionale, sede espositiva dei Bronzi di Riace e di tanti altri preziosi reperti magnogreci e non solo. Da non perdere il Castello Aragonese, oggi sede di eventi e mostre temporanee, e il Teatro “Francesco Cilea”, che ospita al suo interno la preziosa Pinacoteca Civica.
Una passeggiata lungo Corso Garibaldi è sufficiente a cogliere l’anima Liberty della città, ridisegnata col nuovo stile d’oltralpe in seguito a una serie di disastrosi terremoti, in particolare quello del 1908, attraverso le facciate dei bei palazzi gentilizi.
Sul corso si apre anche la Villa Comunale, un’oasi fresca e mediterranea, che assieme ai maestosi Ficus strangolatori piantati sulla parallela Via Marina e impreziositi dalla vicinanza delle altrettanto voluminose sculture dell’artista Rabarama, offre uno spaccato vegetale di queste latitudini.
Infine, restando in tema gastronomico, a Reggio non è “Festa di Madonna” senza l’immancabile panino cu satìzzu, cìpudda e pipi (salsiccia bianca, cipolla e peperoni), nella tipica variante cu i frìttuli (ciccioli del maiale), omaggio alla lavorazione locale della carne e degli insaccati, trattati con l’aggiunta dei semi di finocchio.
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