Diamante e il Peperoncino Festival
Fine estate piccante a Diamante, “Città dei Murales e del Peperoncino”
© Regione Calabria
Enogastronomia
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Tra i sapori forti che rendono la Calabria famosa in tutto il mondo c’è il re delle spezie: sua maestà, il Peperoncino Calabrese.
Declinato in mille modi, dal nord al sud della regione, il peperoncino di Calabria ha tuttavia una patria elettiva ben precisa. Si tratta del paese di Diamante, in provincia di Cosenza, che alla piccantissima spezia ha dedicato addirittura un festival gastronomico-culturale, il “Peperoncino Festival”.
Non a caso conosciuta come “Città dei Murales e del Peperoncino”, Diamante è la meta giusta per chi, a settembre, desidera abbinare buon cibo, arte, mare e divertimento.
Il tradizionale appuntamento di settembre (dal 6 al 10 l’edizione 2023) col “Peperoncino Festival” di Diamante è un imperdibile per gli amanti del piccante e non solo.
L’evento, tra i più importanti a livello nazionale e internazionale dedicati espressamente al peperoncino, prevede una ricca kermesse di intrattenimento, degustazioni, mostre, convegni di settore, proiezioni e il “Campionato Italiano di Mangiatori di Peperoncino”, la competizione più “hot” del momento, destinata ai palati davvero resistenti.
Come nasce il “Festival del Peperoncino” a Diamante?
Era il 1992, ovvero l’anno in cui ricorreva il fatidico cinquecentenario della scoperta delle Americhe, quando l’intuizione del giornalista Enzo Monaco diede il là a un evento senza precedenti, capace di legare i calabresi all’America a partire dall’importazione della preziosa spezia, che in Calabria trovò il suo habitat ideale.
Da allora il festival ha fatto passi da gigante, ospitando personalità nazionali e internazionali legate al mondo della gastronomia, del benessere e artisti che hanno lasciato il segno.
Il “Festival del Peperoncino” è dunque un’occasione per scoprire le infinite varietà, proprietà e impieghi del peperoncino dalla cucina alla cosmetica, passando per i benefici che apporta alla salute.
Sebbene non esista un riconoscimento a marchio per il Peperoncino Calabrese, l’Accademia Italiana del Peperoncino, con sede a Diamante, opera dello stesso Enzo Monaco, ne riconoscere diverse varietà (ciliegino, ceràso o cerasièllo, tondo, guglia, diavolìcchio diamante, pizzitàno e naso di cane); così come riconosce il suo grado di piccantezza all’interno della Scala di Scoville, compreso tra 40.000 a 50.000 SHU, ovvero di media intensità (considerando che il peperoncino Habanero, tra i più piccanti al mondo, ne registra 300.000).
La coltivazione e diffusione del peperoncino in Calabria copre tutto il territorio regionale ed è alla base di decine di piatti, ricette e prodotti tipici, dai Salumi di Calabria DOP alla ‘Nduja di Spilinga , nelle varianti fresco, macinato, essiccato, caramellato, sottaceto e sottolio, ripieno, fino al più recente utilizzo in pasticceria e nella preparazione di confetture, liquori, cioccolatini e gelati.
Affacciato sull’Alto Tirreno cosentino, Diamante è tra i paesi più caratteristici della Riviera dei Cedri.
La visita al centro storico parte dai colori vivaci dei suoi murales, che istoriano le facciate delle abitazioni raccontando la vita quotidiana e gli eventi più importanti vissuti dalla comunità locale.
La “Città dei Murales” precorre le mode attuali legate a questa particolare forma di street art, poiché si apre agli artisti nazionali e internazionali sin dal lontano 1981, quando altre due personalità lungimiranti, il pittore Nani Razzetti e il sindaco dell’epoca, Evasio Pascale, invitarono a Diamante alcuni tra gli artisti più apprezzati al mondo per affrescare le facciate delle case.
Oggi i murales di Diamante sono più di 200 e costituiscono un vero e proprio percorso museale all’aperto, da ammirare tra una sosta e l’altra.
L’itinerario di visita nel centro storico di Diamante prosegue con una tappa alla seicentesca Chiesa dell'Immacolata Concezione, in stile Barocco, al cui interno è la preziosa Cappella delle Anime del Purgatorio.
Il Lungomare Vecchio, definito il “Salotto di Diamante”, è una terrazza sul mare e sul profilo inconfondibile dell’Isola di Cirella, la seconda degli isolotti calabresi dopo l’Isola Dino. Oasi naturalistica di grande pregio, Cirella è ricoperta dalla macchia mediterranea e i suoi fondali costituiscono l’habitat ideale per la crescita della rara Posidonia Oceanica.
Da non perdere anche i resti archeologici dell’omonimo abitato antico, i cosiddetti Ruderi di Cirella, l’approdo che Plinio il Vecchio attribuisce ai focesi (tra il 600 e il 550 a.C.) e che oggi ospita eventi artistici e culturali presso il nuovo Teatro dei Ruderi di Cirella.
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