San Mango d'Aquino

San Mango d'Aquino, le radici della cultura contadina
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Paesi

8 lug 2020 15:27

San Mango d'Aquino sorge a 480 metri sul livello del mare e il suo territorio è attraversato dal Savuto - che per un tratto segna il confine con la provincia di Cosenza - il Casale e il torrente Giurio.

Il centro storico è stato edificato nel cuore di un'area ricca di storia e memoria, nelle cui contrade si svilupparono un tempo città ricche e potenti come Temesa, Terina e Mamerto.

San Mango è un paese dalle grandi tradizioni contadine, vero serbatoio di suggestioni e cultura.

In località Buda sorge un santuario dedicato alla Madonna delle Grazie dove ogni anno, nel primo fine settimana di giugno, si porta in processione la statua. San Mango è un paese della Calabria che ha vissuto, nella sua breve storia, momenti di grande conflittualità e di violenza, subendo le prepotenze degli ultimi signori feudali: dal governo borbonico alle truppe francesi di occupazione e, infine, dopo l'Unità d'Italia, le prepotenze della borghesia locale e dei proprietari terrieri.

Storia e folklore

San Mango è un paese dalle grandi tradizione contadine, vero serbatoio di suggestioni e cultura. L'identità dell'intero paese si basa su un bagaglio di conoscenze e esperienze legate alla vita dei campi e scandite dallo scorrere del tempo e delle stagioni. A San Mango d'Aquino si svolgono ogni anno molte manifestazioni, feste e sagre, che offrono ai visitatori l'opportunità di conoscere i sapori e le tradizioni di questo borgo. Il 28 Gennaio si celebra la Festa Patronale di San Tommaso d'Aquino, mentre la festa dedicata a San Francesco da Paola si svolge 15 giorni dopo Pasqua. Fra le manifestazioni a carattere civile la più antica e suggestiva era la Mietitura, canzone in vernacolo intonata in coro dai mietitori sotto il sole cocente fra i campi di grano maturo e nata proprio come rivolta alle continue vessazioni storiche subite dalla popolazione. Il canto racchiudeva gli aspetti dell'esperienza di vita dei contadini del tempo, molto cruda e dura. Di questa canzone veniva eseguita una rappresentazione per le strade del paese il martedì di Carnevale di ogni anno, protagonisti gli stessi contadini vestiti nei costumi tradizionali. Purtroppo questo emozionante evento si è interrotto nel corso del tempo. Altra interessante tradizione era la Strina, rituale originale per dare gli auguri per il nuovo anno. La sera dell'ultimo giorno di dicembre, un gruppo di musicisti iniziava il giro delle case intonando un canto che veniva eseguito sull'uscio dell'abitazione. Alla fine dell'ultima strofa, l'uscio veniva aperto e il gruppo entrava all'interno dell'abitazione, dove si scambiavano gli auguri e si brindava al nuovo anno. Successivamente il gruppo tornava in strada e riprendeva il cammino dirigendosi verso altre case per ripetere i canti. Sopravvive ancora oggi la tradizione del ballo e dello scoppio del Ciuccio e della Signorina, pupazzi di cartapesta ricoperti da botti e animati da due portatori nascosti che intrecciano passi di danza al suono della Raspa. Man mano che i pupazzi si muovono, i botti che rivestono la carcassa esplodono ed il ballo termina con lo scoppio delle due teste, che segnano la fine dei festeggiamenti in occasione della Madonna di Luglio. Questa usanza, di reminiscenza pagana di purificazione, è tipica di molti paesi della Calabria, ma anche della Sicilia, Spagna meridionale e Belgio, con varianti sulle figure rappresentate.

Gastronomia

La gastronomia di San Mango d'Aquino riflette le radici contadine della sua storia che predilige piatti poveri ma ricchi di sapori. Tipici sono i tagljiarini, pasta fatta in casa spesso condita con sugo di maiale; la frittata con salame, formaggio e uova sode; le monacheddhe, pasta di patate farcita con sarde; e le grispeddhe, ciambelle fritte di patate; Tra i dolci notevoli sono i turdiddi, pasta dolce ricoperta di zucchero o miele.

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