San Gregorio d'Ippona
San Gregorio d'Ippona, il paese dell'olio
Paesi
Paesi
San Gregorio D'Ippona è situato su un terrazzo compreso tra le valle del fiume Mesima e le pendici del monte Poro. L’appellativo che affianca il nome del borgo si deve a Hipponion, nome con cui veniva chiamata anticamente, in epoca greca, Vibo Valentia. Fiore all’occhiello della produzione locale è l'olio extravergine d'oliva che viene estratto dai frutti dei numerosi alberi che circondano l’intero nucleo abitativo. Il territorio di San Gregorio si trova in una zona particolarmente vocata alla produzione di olio di oliva, sia per l’altezza che per la giusta esposizione al sole della collina. Al momento della raccolta, fra ottobre e novembre, si portano a frangere le olive nei diversi frantoi presenti sul territorio, dove vengono pressate il più delle volte a freddo e subito messe nei contenitori d'acciaio o nelle bottiglie scure. Grazie alla qualità della materia prima e a questo procedimento, l'olio prodotto contiene ottime qualità organolettiche.
Tappa obbligatoria per chi visita San Gregorio è la bellissima chiesa di Santa Ruba, un vero e proprio gioiello attorno al quale sopravvivono diverse leggende, alcune molto misteriose.
Il territorio di San Gregorio si trova in una zona particolarmente vocata alla produzione di olio di oliva, sia per l’altezza che per la giusta esposizione al sole.
Secondo la tradizione, fu fatta costruire da Ruggero il Normanno poco meno di mille anni fa. I monaci abitarono a lungo nelle stanze annesse e l’ultimo frate abbandonò questo luogo dopo il sisma all’inizio del 1900. Oggi è un Santuario Mariano dedicato alla Madonna della Salute. Da visitare anche la chiesa parrocchiale dedicata a San Gregorio Magno, di recente costruzione, che custodisce una pregevole statua lignea di San Rocco; la chiesetta di Santa Maria delle Grazie in località Zammarò; la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore nella frazione Mezzocasale; la chiesa della SS.ma Madonna del Buonconsiglio; la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo. Di grande interesse naturalistico sono le grotte eremitiche scavate sulle alture in più punti del territorio comunale. Nel periodo pasquale viene realizzata a San Gregorio l’Affruntata, ricorrenza tipica della tradizione culturale e religiosa calabrese, che rievoca l’incontro tra Cristo Risorto e la Madonna.
Considerata come il gioiello di San Gregorio d’Ippona, la chiesa di Santa Ruba si trova tra il verde degli ulivi ed è stata elevata da poco a Santuario Mariano Diocesano con il titolo di "Maria Santissima della Salute". Non esistono notizie certe sul motivo della denominazione "Santa Ruba”, anche perché nella tradizione locale non è mai esistito il nome Ruba e quindi si pensa che tale nome sia dovuto al luogo impervio sulla quale fu costruita la chiesa (una Rupe) e dove i monaci si ritiravano a pregare quindi il nome originario sarebbe stato "Santa Rupa". La struttura della chiesa è formata da una costruzione a pianta simmetrica di chiesa rurale, con abside semicircolare, coronata dalla cupola centrale ad ombrello eretto su un tamburo cilindrico poligonale. La caratteristica principale di questa struttura è proprio la cupola che si trova in corrispondenza dell’altare maggiore e da dove si nota il sovrapporsi di strati di tegole in cerchi concentrici. Le numerose trasformazioni e adattamenti di cui sono rintracciabili numerose applicazioni di sovrastrutture barocche hanno fatto si che venisse modificato lo stile originario della chiesa. All’esterno è possibile vedere un ornamento di lesene con meandro superiore a linee spezzate che ha come cornice una merlatura a scopo decorativo.
Fu abitata fino al 1908, quando l’ultimo frate rimasto andò via a causa dei danni del terremoto del 1905 e da allora fu abbandonata. In quel periodo alcuni abitanti della frazione di Mezzocasale, per evitare che la statua della Madonna venisse trafugata, la trasferirono nelle proprie case per poi consegnarla alla chiesa. La bellissima statua della Madonna ha una particolare caratteristica: a seconda se la luce che la illumina sia accesa o spenta, sembra che il suo volto sorrida oppure assuma un’espressione triste.
La gastronomia di San Gregorio offre nella giusta proporzione piatti a base di carne ovina e suina, di verdure (particolarmente usata la melanzana) e di pesce. I piatti tipici vengono tramandati da generazione in generazione sono tutti legati alle ricorrenze del calendario. A Carnevale, il giovedì e il martedì grasso si festeggia portando in tavola I Proppetti i porcu, polpette di maiale al sugo, mentre, per quanto riguarda i dolci, per l’occasione si preparano la Pignolata e le Chiacchiere. A Pasqua il piatto tradizionale in assoluto è l’agnello, che viene cucinato in diverse maniere, quali al forno con patate, al sugo piccante, arrosto sulla brace. Un altro prodotto che si usa preparare in questo periodo è la cosiddetta Curuja cù l’ova. I dolci pasquali tradizionali sono A curuja di ziti, dolce a forma di ciambella che veniva preparata dalle suocere per le nuore e I pastetti cu zuccaru, biscotti tradizionali ricoperti di zucchero. A Natale il piatto tradizionale per la vigilia sono I vroccula affucati, pietanza a base di stocco e broccoli e come dolci i cururicchji e le zeppole con l’uva passa. Tra i tanti dolci tipici del luogo vi sono i nacatuli, specialità calabrese che però a San Gergorio viene preparata con una ricetta particolare che prevede l’aggiunta di vino.
Nessun risultato
Nessun risultato