Mileto
Mileto, l'antica capitale normanna
Borghi e Centri Storici
Borghi e Centri Storici
Mileto, denominata capitale Normanna per l'importante ruolo ricoperto in quel particolare periodo storico, è un piccolo borgo situato in un'area pianeggiante tra il gruppo montuoso del Monte Poro e la città di Vibo Valentia.
Di remota fondazione (si pensa sia stata fondata dai milesi dell'Asia scacciati da Dario), Mileto acquisì importanza al tempo di Ruggero il Normanno quando fu elevata a capitale della Regione e sede episcopale.
Mileto acquisì importanza al tempo di Ruggero il Normanno quando fu elevata a capitale della Regione e sede episcopale.
L’area di “Mileto Vecchia” è l’unico Parco Archeologico Medievale esistente in Calabria. Frequentata probabilmente in epoche pre-elleniche, Mileto venne edificata sulla dorsale di due colline di arenaria, circondata da profondi valloni e naturalmente difendibile. Già esistente in età bizantina, il castrum Militense venne scelto da Ruggero I come capitale della sua costituenda Contea normanna di Calabria. I poli principali della città furono tre: il palazzo di Ruggero, la Cattedrale di San Nicola e del Vescovato, non lontano dalla quale è ricordata una cappella o piccola chiesa dedicata a S. Martino di Tours, e la collinetta di Monteverde, sulla quale tra il 1063 e il 1070 fu costruito la “regal Badie”, il monastero benedettino della SS. Trinità, con delle formule architettoniche del tutto innovative per il Sud. L’interesse antiquario e archeologico verso le rovine dell’antica città nacque fin da subito, grazie all’arrivo di numerosi viaggiatori europei, incuriositi dalla Capitale Normanna. Sebbene distrutta, in quel periodo Mileto conservava ancora antiche e pregevoli vestigia, come il sarcofago romano riutilizzato come sepolcro di Ruggero, epigrafi latine, colonne e altri elementi marmorei. Nei decenni successivi, il sito abbandonato divenne cava per l’esportazione e la vendita di materiale da costruzione e molti dei monumenti furono oggetto di spoliazione, mentre le opere scultoree e decorative più importanti, anche quelle di età classica, andarono disperse o trafugate. Solo dagli anni ’90 il sito fu oggetto di moderne indagini archeologiche, presso le absidi della SS. Trinità e l’area del complesso episcopale, mentre si datano al 2015 le più recenti campagne di restauro architettonico delle strutture superstiti.
L'antica cattedrale di Mileto, nella quale si fondevano l'architettura normanna con la cultura bizantina e musulmana, andò distrutta nel terremoto del 1783 che rase al suolo l'intera Mileto. La costruzione di una nuova cattedrale si protrasse per oltre 30 anni. La chiesa era a croce latina con cupola, arricchita di marmi pregiati di gusto barocco e raccoglieva le opere più importanti provenienti dall'antica cattedrale. I successivi terremoti del 1905 e del 1908 distrussero anche l'edificio ottocentesco. La nuova ed attuale chiesa è stata edificata sulle spoglie del precedente edificio, su progetto dell'architetto Faustino Roncoroni ed è stata consacrata dal vescovo Paolo Albera il 25 ottobre 1930.
La chiesa è in stile romanico, con tre porte d'ingresso in bronzo rappresentanti la natività, la crocifissione e la resurrezione di Gesù Cristo. L'interno è a croce latina, con tre navate divise da due ordini di sei colonne. La navata centrale presenta un soffitto ligneo a cassettoni con al centro del presbiterio la tela dell'Assunzione della Vergine in Cielo attribuita al pittore Giuseppe Naso. Nella navata sinistra si trova la Cappella del Santissimo Sacramento, affrescata dall'artista calabrese Grillo, con al centro un altare di marmo a tarsie policrome e il Sacro Cuore con una corona di angeli. Nella navata destra domina una statua marmorea del 1549 con l'effigie di San Nicola di Bari, patrono di Mileto.
Il Museo Statale di Mileto è stato istituito nel 1997 ed è ospitato nel Palazzo Vescovile, opportunamente restaurato ed adeguato, dove conserva molti dei reperti della Mileto antica. La sua importanza è indubbia, poiché abbraccia la storia della città dall'epoca romana, alla rifondazione normanna dell'XI secolo, fino al distruttivo terremoto del 1783 e alla ricostruzione della città in un nuovo sito. Particolare attenzione è stata dedicata alla raccolta di numerosi reperti della Mileto antica distrutta dal terremoto del 1783: marmi, capitelli e altri materiali finora conservati per iniziativa del Comune e della Curia Vescovile di Mileto e provenienti dalla distrutta Abbazia della SS.ma Trinità.
Le raccolte sono divise per epoche storiche, e vantano opere di gran valore e bellezza straordinaria, a cominciare dai bellissimi mosaici policromi romani ritrovati alla periferia della città. Bizantine sono invece le otto monete coniate ai primi del 1000 ed incluse, con altri 31 pezzi meno antichi, in una sola collezione. Notevole spazio è dedicato alle opere provenienti dall’abbazia della SS Trinità e dalla Cattedrale, tra cui il sarcofago di Ruggero Sanseverino, realizzato nel XIV secolo dalle abilissime mani del “Maestro di Mileto”, conosciuto come Francesco Negri Arnoldi. Tra le pitture, l’icona su ardesia di San Nicola di Bari e la Madonna della Pace, bella tela di Giuseppe Naso. Attenzione meritano anche le argenterie e i paramenti sacri, tra cui un turibolo in argento cesellato e una navicella porta incenso, oltre ad una preziosa pianeta e al Crocifisso in avorio tardo rinascimentale di Alessandro Algardi. Grande curiosità ed interesse ha suscitato, infine, la croce e l’iscrizione bizantina su una colonna rinvenuta sempre nella Mileto antica: una identica, e per ora unica, si trova nella Cattolica di Stilo. Di grande rilevanza artistica è l'area dedicata all'arte sacra con pregiatissimi pezzi frutto dell'opera di raccolta e conservazione della Curia Vescovile.
L'Archivio Storico Diocesano di Mileto è stato istituito nel 1200. Tra i documenti più importanti sono degni di nota quindici pergamene risalenti al periodo compreso tra l'XI secolo ed il 1594, gli Atti delle visite pastorali a partire dal XVI secolo, i bollari della Diocesi, le platee, gli atti delle parrocchie, delle confraternite e dei monasteri, delle ordinazioni, dei processi civili e criminali, ecc. Sono stati pubblicati numerosi volumi che raccolgono i risultati di studi e ricerche riguardanti l'archivio: i volumi, raccolti nella collana Tabularium Mileten, possono essere richiesti direttamente alla direzione dell’Archivio.
La maggior parte del materiale conservato consiste in documenti giuridici, religiosi e di storia locale per un totale di 5067 documenti.
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