Celico
Celico, la culla silana di Gioacchino da Fiore
Montagna
Montagna
Celico è situato ai piedi del Monte Serra Stella, a metà strada tra Cosenza e Camigliatello Silano, a un'altitudine media di circa 800 metri. Come altri comuni della Presila, Celico fu uno degli antichi casali di Cosenza, dove, in seguito alle incursioni saracene verso la città di Cosenza, i Cosentini cercarono rifugio in un’area dove già preesistevano piccoli villaggi abitati da pastori. La storia di Celico è strettamente legata a quella dell'abate Gioacchino da Fiore, che vi nacque nel 1130.
Una delle figure simbolo dell'età medievale e fondatore dell'ordine florense, citato anche da Dante nella Divina Commedia, Gioacchino è uno dei personaggi storici e religiosi più importanti della Calabria.
La storia di Celico è strettamente legata a quella dell'abate Gioacchino da Fiore, una delle figure simbolo dell'età medievale, che vi nacque nel 1130.
A seguito di questo avvenimento Celico divenne il centro più importante dei casali, divenendo meta di pellegrinaggio e frequentato da uomini di cultura. Anche il patrimonio artistico di Celico è, pertanto, legato a questa importante figura.
Celico è un luogo carico di storia ma anche di bellezze naturalistiche, dato che nel suo territorio ricadono importanti aree dell'altopiano silano, come Fago del Soldato e le piccole contrade rurali di Lagarò, Salerni, Muzzo, Torrebarone, Calamauci e Serra Giumenta. Inoltre nel suo territorio ricade più della metà del Lago Cecita. Nel passato l’agricoltura rappresentava l’attività principale insieme all’industria del legno e all’allevamento del bestiame. Importanti anche alcune attività artigianali, come la produzione di lana, seta e tessuti, anche la via Gelseto ci da indicazioni su un’attività particolare, cioè la coltivazione dei gelsi per l’allevamento dei bachi da seta. Oggi l’agricoltura resta un’attività importante sull’altopiano e riguarda essenzialmente la zootecnia e la pataticoltura.
La chiesa parrocchiale di San Michele, la cui prima edificazione, secondo alcuni, risalirebbe al IX secolo custodisce numerose opere Cinque e Seicentesche di grande caratura. Piccolo gioiello della chiesa è un calice di vetro, forse del III secolo. Interessante il soffitto dipinto da Cristoforo Santanna. Da visitare anche la Chiesa Parrocchiale di Minnito, dedicata a S.Nicola di Bari, eretta nel Cinquecento, come fa pensare anche un'iscrizione sul portale. A Minnito da vedere anche la chiesa di Santa Sofia. Molto interessanti anche la chiesa dell'Assunta, edificata sul luogo dove si trovava la casa di Gioacchino da Fiore; la chiesa dell'Annunziata (conosciuta anche come Chiesuola) edificata verso la fine del Quattrocento; la bella chiesa rurale di Santa Maria di Monte Carmelo, incastonata tra i castagneti del monte Nocilla; i ruderi della Chiesa di Santa Maria Visita Poveri e la chiesa di Sant'Antonio, un tempo conosciuta anche come "Chiesa Piccola". Celico ha dato i natali anche all'economista Antonio Serra, vissuto nel XVI secolo.
Allestito nel 2003 dal gruppo "Vagabondaggi sulle tracce di Norman Douglas" per documentare gli ambienti di lavoro e domestici tradizionali dell'Altopiano Silano, il Museo si articola in una sezione introduttiva, che illustra il contesto attraverso materiale cartaceo e fotografico proveniente dall'Archivio Storico dell'ARSSA, e da quattro sezioni tematiche: boschi, pascoli, campi e il Casino Lupinacci. Le prime tre sezioni rappresentano le attività tradizionali svolte sull'Altopiano (taglio del legname, transumanza, coltivazione del grano e della patata); la quarta sezione, invece, attraverso la storia e l'architettura del seicentesco palazzo della famiglia Lupinacci, primo nucleo abitativo stabile di Lagarò, documenta uno spaccato degli ambienti domestici tradizionali.
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