Stando alla testimonianza del portale di un’antichissima chiesa ora in disuso che risale all’epoca normanna, e alla presenza di ruderi di un antichissimo castello, è legittimo ritenere che una piccola borgata medievale costituisse il primo nucleo abitato di quella che è, oggi, la frazione di Bovalino Superiore, situata sul dorso di una lunga e bassa collina, ultima propaggine dell’Appennino calabrese digradante verso il mare. A Bovalino Superiore esisteva un borgo detto Guarnaccia, non molto distante dal paese, dove era stato costruito un maestoso castello danneggiato dal terremoto del 1908. Oggi sui suoi ruderi sorgono alcune abitazioni che formano il nucleo centrale della borgata.
Alla fine dell’ottocento iniziò l’esodo verso la marina, dove era stata già costruita la linea ferroviaria, sempre più corposo fino al trasferimento quasi totale della popolazione di Bovalino Superiore alla marina, che oggi è diventato il centro urbano di tutto il territorio. Oggi Bovalino è un paese giovane, moderno, con discrete risorse, con attività che vanno dalla piccola industria al commercio e al turismo in linea con le prime cittadine della provincia.
Il Miracolo dell'Immacolata
Bovalino fu incendiata dall’avventuriero Scipione Cicala l’otto settembre 1494, che appiccò il fuoco in quattro punti, in modo che una volta sollevate le fiamme, il paese restasse chiuso in mezzo al fuoco. Gli uomini restarono asserragliati nel paese, mentre le donne si recarono in chiesa a pregare l’attuale statua dell’Immacolata. Il cielo, che era terso e pieno di stelle, tutto ad un tratto si coprì di nubi che presto riversarono sul borgo una pioggia salvifica. Gli uomini lottarono contro l’invasore con rinnovato vigore, riuscendo a respingerlo e a liberare il paese. Oggi, nella borgata, la festa più grande si celebra l’otto settembre e si chiama la festa del miracolo, dedicata all’Immacolata Concezione. Con una deroga chiesta ed ottenuto da Papa Sisto V, il borgo ha il privilegio di celebrare la festa l’otto settembre invece che il canonico otto dicembre.
Il Castello
Il borgo di Bovalino Superiore sorge su uno dei tanti rilievi collinari, naturalmente fortificati, della fascia costiera della Calabria meridionale. La Terra con cui si identifica il borgo è cinto da alte mura, con due porte urbiche di accesso e con al suo interno il castello e la chiesa Matrice dedicata a Maria SS. della Neve e a S. Nicola di Bari. Il castello, di fondazione medievale, è stato danneggiato nella seconda metà del ‘900. I suoi resti sono di grande interesse in quanto testimoniano l’evoluzione dell’architettura fortificata nel '400 e nel ‘500. Presenta pianta quadrangolare con fossato, ponte levatoio e bastioni triangolari agli angoli, ambienti coperti a volta disposti su più livelli intorno ad un cortile centrale e una cisterna lungo le cortine murarie. Il Castello fu costruito agli inizi del periodo normanno, all'interno di un sistema difensivo di 17 castelli reali. Sulla Torre prospiciente la piazza sono stati scoperti dei disegni fino ad ora mai notati perché celati da un folto rampicante. Si tratta di diverse barche del tipo di quelle costruite nel 500 e s'ipotizza che rappresentino il racconto della partenza della galea, che Bovalino Superiore armò per partecipare alla battaglia di Lepanto. Il Castello è oggi in fase avanzata di ristrutturazione ed i lavori dovrebbero essere completati a breve.
Gastronomia
La cucina di Bovalino, pur risentendo di notevoli influenze della cucina napoletana e di quella siciliana, mantiene comunque una sua tipicità, legata ai prodotti della terra e del mare. Caratteristici anche i maccaruni i casa, generalmente conditi con legumi, verdure e sugo di carne di maiale e le frittole – le parti grasse e frattaglie di maiale fritte. Il pesce è protagonista delle tavole locali, con il pesce spada alla ghiotta e al salmoriglio, merluzzo e piscistoccu – stoccafisso - alla marinara, nannata - bianchetto - e fravagghia, fittura di sarde e alici piccole.