San Luca

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Borghi e Centri Storici

28 dic 2023 09:49

Sorto nel 1592 per accogliere gli abitanti del villaggio di Potamia distrutto da una frana, fu feudo di diverse famiglie. Nel 1675 i Clemente ne divennero conti. Interessanti i resti del castello, la chiesa parrocchiale che custodisce una tela seicentesca raffigurante la Deposizione e il Santuario di Polsi di origine basiliana ma ricostruito del XVII secolo. 

Corrado Alvaro ha raccontato un pellegrinaggio a Polsi e la suggestiva festa caratterizzata dalle sue evidenti discendenze pagane legate probabilmente ai riti dionisiaci e della Grande Madre Terra. Nei pressi di San Lucasi trova la montagna di Pietra Cappa, detta anche la Regina dell'Aspromonte, intorno ad essa sono nate alcune leggende che ne hanno rinforzato il suo carattere misterioso.    

Corrado Alvaro nacque a San Luca il 15 aprile 1895 da una famiglia della media borghesia. Iniziò gli studi lontano dalla sua terra, prima a Frascati, poi ad Amelia, vicino Roma, in un prestigioso collegio di gesuiti. Terminò la sua carriera scolastica al liceo “P. Galluppi” di Catanzaro. Giovanissimo incominciò a scrivere. Nell’ideologia interventista vide la conclusione delle lotte risorgimentali. Partito per la guerra, ne tornò dopo alcuni mesi con una medaglia d’argento al valore e gravi ferite alle braccia da cui non guarì mai completamente. La dura esperienza della guerra gli ispirò la raccolta di poesie “Poesie grigioverdi”. Lavorò come giornalista presso varie testate, trasferendosi da una città all’altra con la moglie e il figlio. Alla prima raccolta di novelle, seguì il suo primo romanzo “L’uomo nel labirinto”. Dopo il delitto Matteotti, firmò il manifesto “Unione nazionale delle forze democratiche” di Giovanni Amendola. Dalle pagine della rivista satirica “Il becco giallo” non risparmiò critiche al regime. Nel 1925 sottoscrisse la risposta di Benedetto Croce al “Manifesto degli Intellettuali fascisti” di Giovanni Gentile. La sua posizione antifascista gli creò non pochi problemi anche se, nonostante tutto, riuscì a pubblicare alcuni articoli e continuare la sua opera di scrittore. Furono gli anni della commedia “Un diavolo curioso”, “L’armata alla finestra”, raccolta di racconti e “Gente in Aspromonte”, il suo lungo racconto più noto. Negli anni ‘30 rientrò a Roma, avvicinandosi alla stampa di regime. Cosa che gli procurò non poche critiche. Tuttavia continuò la sua attività di scrittore, critico, traduttore, antologista, sceneggiatore. Durante la seconda guerra mondiale, colpito da ordine di cattura da parte dei tedeschi, fuggì a Chieti dove visse sotto falso nome, mantenendosi con lezioni di inglese. Dopo la guerra, a Roma riprese con successo la sua attività letterariaMorì nel 1956.

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