Pallagorio

Pallagorio, il paese del pane che viene dal passato
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9 lug 2020 13:40

Pallagorio è situato nella fascia collinare presilana a nord del Marchesato di Crotone, posato su un altopiano immerso nel verde dei colli crotonesi coltivati a orti e vigneti, dove si respira un'aria pura e fresca.

Pallagorio ha origini arbëreshë e conserva la lingua, gli usi e le tradizioni proprie, ma non più il rito bizantino-greco.

Tra le vie del centro si possono ammirare interessanri architetture, abitazioni e chiese dal grande pregio artistico.

Il territorio di Pallagorio si snoda lungo lo spartiacque di due torrenti che confluiscono nella fiumara Vitravo e risulta abitato sin dal neolitico, come testimoniato dalle numerose grotte sparse nei dintorni, in particolare la cosiddetta "Grotta di S. Maurizio”, di grande valore paleontologico. Resti archeologici rilevanti, (statue votive, anfore, tombe, mura) risalenti agli inizi del primo Millennio e rinvenuti in tutto il territorio circostante il centro abitato, inducono a ipotizzare che questa area fosse la sede dell'antichissima Chone, la città italico-ellenica fondata, in età micenea, dall'eroe greco Filottete. Infatti, vi sono contrade che conservano tuttora il nome di “Chona", un'area conserva il nome di "terra di Cona" ed un'altra il toponimico di "Tre fontane di Cona", ove sono emersi rilevanti reperti archeologici di età italico-ellenica (mura, anfore, statue votive, tombe) e resti di un'antica necropoli con statue votive riferibili al culto Orfico.

Nell'area sud-est del centro abitato vi è una zona che conserva l'antico nome di "Scea" o "Porta Scea", probabile porta d'ingresso dell'antichissimo borgo, ove sono stati rinvenuti resti di mura ed importanti reperti che testimoniano una presenza ellenica, sin dai tempi più antichi. La cultura di Pallagorio conserva la lingua arbëreshë, un idioma che alla base linguistica albanese aggiunge un ricco lessico greco, con notevole impasto del dialetto calabrese. A Pallagorio è molto diffuso l'artigianato dei tessuti finemente lavorati a mano, una vera e propria arte tramandata attraverso le generazioni lungo il corso del tempo.

Il Centro Storico

Incuneandosi tra le vie del centro storico si possono ammirare le interessanti architetture del luogo fatte di abitazioni storiche e chiese dal grande pregio artistico, come la chiesa della Madonna del Carmine col suo campanile, che si innalza forte ed altezzoso e sembra la riproduzione della famosa torre del fiorentino Palazzo Vecchio. L’edificio sacro, risale al sedicesimo secolo, si presenta con un interno ad una sola navata. Un arco a sesto acuto caratterizza lo spazio del presbiterio e sulle parete laterali sono presenti due altari dedicati a Santa Rita e a Sant’Anna. La tradizione vuole che la statua della Madonna, custodita sopra l’altare maggiore, sia arrivata in paese su di un carro trainato da buoi senza giogo. Arrivati al colle del Carmine gli animali trainanti si fermarono, rifiutandosi di proseguire. I fedeli capirono che la Madonna aveva scelto quel posto, dove fu eretta la chiesa. Da vedere la Chiesa Matrice S. Giovanni Battista, di incerta età medievale, in stile romanico a tre navate, con abside bizantina, restaurata nel XVIII secolo; la Chiesa di S. Filomena, del XIX secolo, in stile neoclassico con cupola neo-bizantina; la Chiesa di S. Antonio, con strutture murarie originarie di incerta età medievale, che fu piccolo convento abitato da monaci basiliani. 

Il Pane di Pallagorio

La cucina tipica di Pallagorio riflette quella del territorio circostante e condivide le tradizioni gastronomiche con Crotone. Un alimento tipico di Pallagorio è però il pane, realizzato attraverso il recupero di grani antichi e grazie a metodi di lavorazione tradizionale affidati generalmente alle donne, che richiamano alla memoria i gesti e i profumi del pane preparato nei tempi antichi e che sprigionano un forte impatto sentimentale, ma soprattutto di grande interesse culturale. Il pane di Pallagorio, quindi, non è solo un prodotto alimentare ma anche un testimone della tradizione che conserva e alimenta il culto del passato attraverso la riproduzione di antiche pratiche mai dimenticate.

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