Un gelato in Calabria? Tartufo di Pizzo

Tartufo di Pizzo, il gelato artigianale made in Calabria
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Enogastronomia

16 feb 2024 08:34

Se ti viene la voglia di assaggiare il vero gelato artigianale calabrese c’è un solo posto in cui soddisfarla, la piazzetta panoramica di Pizzo, affaccio sul mare della splendida Costa degli Dei, in provincia di Vibo Valentia.

Qui, davanti a un panorama vista mare, potrai concederti un gelato che è la fine del mondo! Il rinomato Tartufo di Pizzo, ormai di fama internazionale (candidato al marchio di qualità), è il re della gelateria calabrese.

Il Tartufo di Pizzo

Che sia estate o inverno, è sempre il momento giusto per affondare il cucchiaio nel cuore fondente del Tartufo di Pizzo, il gelato calabrese che vanta innumerevoli tentativi di imitazione.

Non c’è storia! Il Tartufo di Pizzo è inimitabile, così come non ha confronti la possibilità di gustarlo nella sua località di origine, Pizzo, al centro della deliziosa piazzetta panoramica del borgo affacciata sul mare, a due passi dal castello.

È questo il luogo in cui si è certi di sfuggire alla produzione industriale di un gelato artigianale al 100%, tutto “made in Calabria”.

Quali sono le caratteristiche che rendono così speciale il Tartufo di Pizzo? Basta assaggiarlo per scoprirle. Si tratta di un gelato alla nocciola, modellato nel palmo della mano a forma di semisfera e ricoperto da una spolverata di cacao amaro, che racchiude a sorpresa un cuore di cioccolato fuso.

La storia del Tartufo di Pizzo e della sua nascita casuale è davvero curiosa. Era il 1940 quando il maestro pasticcere Dante Veronelli rilevava il Gran Bar Excelsior nel centro storico di Pizzo, ribattezzandolo Gelateria Dante. L'attività cresce e ha successo, tanto che il Veronelli decide di “prendere a bottega” un giovane pasticcere messinese, Giuseppe De Maria, al secolo don Pippo. I due professionisti danno vita a una vera e propria "premiata ditta", che nel giro di poco si guadagna un nome per via dell'alta qualità delle materie prime e il gusto inconfondibile dei prodotti.

Tartufo di Pizzo
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Siamo sul finire della Seconda Guerra Mondiale, la gente ha voglia di spensieratezza e nuovi piaceri. Si celebrano feste, matrimoni, così che proprio in una di queste occasioni, avendo terminato gli stampi per confezionare il gelato sfuso, don Pippo decide di modellare nel cavo della mano una palla di nocciola con al centro del cioccolato fuso e… voilà! Ecco nato il Tartufo di Pizzo

La ricetta originale conserva un ché di segreto, come è giusto che sia, ed è ancora oggi custodita gelosamente dai nipoti del maestro De Maria.

Dieci anni dopo, nel 1950, due camerieri al servizio del Bar Dante, tali Giorgio e Gaetano Di Iorgi, cominciano ad apprendere i segreti del Tartufo di Pizzo così che al pensionamento del maestro rilevano l'attività storica e nel 1965 ne fondano una nuova, proprio di fronte: nasce così l’attuale Bar Ercole (1965).

Da questo momento, l’attività a conduzione familiare dei Di Iorgi decolla fino a diventare un’eccellenza della pasticceria calabrese, unico riferimento per gustare l’originale Tartufo di Pizzo.

Cosa vedere e cosa fare a Pizzo 

Regola vuole che il Tartufo di Pizzo si assaggi nei bar storici in piazzetta, uno degli affacci più suggestivi della Costa degli Dei.

La piazzetta è il “salotto buono” del centro storico di Pizzo, borgo marino arroccato su un piccolo promontorio, al centro del Golfo di Sant'Eufemia.

L’abitato si dispone alle spalle dell’imponete Castello Aragonese, eretto nella seconda metà del XV secolo da Ferdinando I d'Aragona. Il Castello di Pizzo fu oggetto di un importante e drammatico fatto storico, non a caso è noto anche come Castello Murat, dal nome re di Napoli che proprio qui fu imprigionato e condannato a morte.

Pizzo
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Cognato di Napoleone Bonaparte, il re Gioacchino Murat sbarcò a Pizzo senza sospettare che il popolo e le autorità locali, vessati e carichi di malcontento, lo avrebbero catturato e condannato alla fucilazione, eseguita il 13 ottobre 1815.

Oggi, le spoglie del re sono custodite nella Chiesa di San Giorgio, una delle più preziose del centro storico, mentre la vicenda è ben narrata all’interno del castello stesso, che ospita il Museo Provinciale Murattiano, ricco di reperti originali dell’epoca, e attraverso una suggestiva rievocazione storica che si tiene ogni quattro anni.

Tra le chicche da non perdere assolutamente a Pizzo, la minuscola Chiesetta di Piedigrotta, un gioiello sull’acqua, scavata interamente nel tufo dai marinai del posto.

Anche in questo caso la storia sfuma nella leggenda. Secondo la tradizione, la chiesetta fu scavata nella roccia arenaria da alcuni naufraghi napoletani alla fine del Seicento, per ringraziare Dio di essersi salvati. I marinai attribuirono il miracolo alla protezione di un quadro della Madonna che si trovava sulla nave e che ritrovarono integro sulla spiaggia.

Le sculture di tufo che si trovano all’interno narrano la vicenda in modo plastico, resistendo con fatica allo scorrere del tempo.

Chiesa di Piedigrotta
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L’omonima spiaggetta antistante figura tra quelle imperdibili lungo la Costa degli Dei.

Le altre spiagge di Pizzo dove fare un tuffo sono la Spiaggia della Marina, la più centrale e famosa al di sotto del lungomare, che termina con la cosiddetta Pizzapundi, la passeggiata ideale per ammirare il tramonto sullo Stromboli; la spiaggia libera sotto lo storico Hotel Grillo, e la cosiddetta Spiaggia della Stazione, a pochi passi dalla stazione dei treni di Pizzo Calabro, familiare e tranquilla, caratterizzata da acqua bassa e vari punti di secca.  

Pizzo
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