Gita a Vibo Valentia, dall’antica Hipponion a oggi
Tre nomi per un'antica storia cittadina
© Regione Calabria
Arte e Cultura
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In principio fu Hipponion, poi Monteleone, infine Vibo Valentia: tre nomi per un capoluogo di provincia sospeso tra storia e contemporaneità.
Seguiteci in un coinvolgente trekking urbano per le vie di Vibo Valentia, che dalla sommità panoramica del castello e dell’abitato antico, più arroccato, ci porta fino al quartiere della marina, antico Porto Santa Venere (oggi Vibo Marina), attraverso storia, archeologia e iniziative culturali.
Capoluogo di provincia e capitale delle cosiddette Serre Vibonesi, alias Parco Naturale Regionale delle Serre, la città di Vibo Valentia si dispone a mezza collina, a ridosso dell’incantevole Costa degli Dei, offrendo ai visitatori il giusto mix tra montagna e mare, oltre alla ricchezza di un centro storico tutto da scoprire.
Forte della sua lunga storia, fatta di stratificazioni culturali e archeologiche che coprono un arco di circa 8.000 anni, nonché di una posizione strategica che le offre uno sbocco naturale sul Tirreno e un avamposto di montagna, l’odierna Vibo Valentia fu centrale sia per la Grecia che per Roma.
La fase neolitica della città si svela nei ritrovamenti della Necropoli Occidentale di Hipponion, il nome della colonia greca fondata da Locri Epizefiri a metà del VII secolo a.C. Due secoli dopo avrà inizio la costruzione di una nuova cinta muraria, destinata a capitolare nel 192 a.C. quando, con la Seconda Guerra Punica, diverrà colonia di diritto latino col nome Valentia, e poi ufficialmente Vibo Valentia (così la chiamano Strabone e Plinio il Vecchio).
Fedele alleata di Roma, Valentia fiorisce grazie al suo porto strategico, lo stesso nella Marina di Vibo da cui oggi partono le mini-crociere per le Isole Eolie, che da qui si sfiorano con lo sguardo durante i suggestivi tramonti infuocati.
L’imponete Castello Normanno-Svevo, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi”, è il punto di partenza per un itinerario storico-archeologico che passa in rassegna i momenti salienti delle vicende dell’antichità vibonese (e non solo) attraverso reperti preziosi, come la Laminetta Orfica di Hipponion, le armi da parata dell’aristocrazia hipponiate e numerose statuette di Persefone e Demetra, solo per citarne alcuni.
Divenuta feudo dei Caracciolo, sotto il Fascismo e per iniziativa del deputato Luigi Razza, la città fu ribattezzata Monteleone di Calabria, per poi tornare Vibo Valentia e diventare capoluogo negli anni ’90.
Discendendo la collina verso il centro storico, oltrepassato il panoramico Parco delle Rimembranze, un delizioso dedalo di vicoli conduce agli edifici nobiliari più importanti, come Palazzo Capialbi, e a quelli religiosi: il Duomo di Santa Maria Maggiore e San Leoluca e la rinascimentale Chiesa di San Michele Arcangelo.
Vibo Valentia è sede di un importante festival letterario annuale, il “Festival Leggere e Scrivere”, legato al Sistema Bibliotecario Vibonese.
La kermesse vibonese dedicata ai libri si svolge ogni anno, solitamente in ottobre, e prevede appuntamenti giornalieri per grandi e piccini: incontri con gli scrittori, presentazioni di libri, reading, firmacopie e laboratori per le scuole e i bambini, oltre a momenti conviviali, dibattiti e spettacoli.
Sul fronte gastronomico la città e l’intera provincia offrono una serie di piatti e alimenti che figurano tra le eccellenze agroalimentari calabresi. Dal territorio vibonese provengono ad esempio il Pecorino del Monte Poro DOP, la ‘Nduja di Spilinga e la rinomata Cipolla Rossa di Tropea IGP.
La città offre diversi ristoranti gourmet (Michelin) che propongono ricette a base di pesce fresco locale. Tra i dolci della tradizione spiccano i jaùna, dolcetti fritti natalizi a base di farina di ceci, ripieni di cioccolato e frutta secca.
Gli amanti di escursioni e attività sportive all’aria aperta possono sbizzarrirsi dal mare alla montagna, ovvero dalle gite in barca lungo la spettacolare Costa degli Dei, al trekking montano nelle Serre e sul Monte Poro.
Tra gli eventi folkloristici e religiosi da non perdere, quelli legati alla Settimana Santa, come la tipica Affruntàta, la domenica di Pasqua.
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