Alla scoperta delle tradizioni natalizie calabresi
Viaggio tra le usanze del Natale in Calabria
© Regione Calabria
Tradizione e folklore
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Tradizione e folklore
La magia del Natale in Calabria ci riporta tutti bambini, attingendo a un immaginario familiare, fatto di usanze, ricette, suoni, profumi, giochi di gruppo, e alla convivialità di ritrovarsi tutti assieme attorno a un camino acceso.
Ogni paese mette in scena le proprie tradizioni natalizie, molte delle quali di origine mediterranea più che nordica, e svela ai visitatori il volto inedito della Calabria sotto le feste.
Pronto a trascorrere il tuo Natale in Calabria, tra amici?
Il viaggio alla scoperta delle tradizioni natalizie calabresi affonda nella notte dei tempi, una notte illuminata dai racconti degli anziani, che una volta ricorrevano ancora all’antico greco di Calabria per contare i cosiddetti catàmisi, (“annunciare”, in questo caso riferito al periodo dell’Avvento), ovvero i 12 giorni, dal 13 (Santa Lucia) al 24 dicembre (Vigilia di Natale), corrispondenti ai 12 mesi dell’anno, dai quali si ricavano auspici e pronostici per tutto l’anno a venire.
Storie e leggende, quelle del Natale in Calabria, che intrecciano sacro e profano, paganesimo e cristianità, riportandoci a uno stretto rapporto col mondo agropastorale scandito dal lavoro nei campi.
“Sant’Andria portàu la nova/ ca lu sei è di Nicola e l’ottu è di Maria, lu tridici di Lucia e lu vinticìncu lu veru Messia”.
Tra le tradizioni natalizie calabresi ancora in uso, quella molto sentita dei Falò di Natale (a seconda delle località detti anche fòcari, Fuoco della Vigilia), ovvero l’usanza di accendere una grande pira di fuoco davanti alla Chiesa Madre del paese, dove si celebra la “Messa di Mezzanotte”, la Vigilia di Natale, e farla ardere fino all’alba in segno di purificazione e rinascita della luce sulle tenebre.
Tanti i paesi in cui ammirare le fòcare di Natale, dal nord al sud della Calabria: ad esempio, nei centri storici di Scigliano e Bocchigliero (quest’ultimo nella notte tra il 7 e l’8 dicembre, Festa dell’Immacolata) in provincia di Cosenza; a Marcedusa, centro di etnia arbëreshë, in provincia di Catanzaro, e Petronà, nella stessa provincia; in pieno centro a Crotone, in occasione di Santa Lucia (notte tra il 12 e il 13 dicembre).
Alla notte di Natale in Calabria è affidato anche il passaggio delle formule magico-religiose contro malocchio e affàscino, che le donne calabresi si tramandano di madre in figlia.
Filo conduttore che lega il passato al presente, la musica natalizia in Calabria passa per i canti di tradizione pastorale e gli antichi strumenti a fiato che accompagnano due momenti imperdibili del Natale in Calabria: la strìna (strenna) e la novena.
La strìna di Natale in Calabria è tra le tradizioni musicali più amate e consiste in canti e cori augurali, i cosiddetti “canti ad aria”, intonati per le vie dei paesi al mattino e alla sera, solitamente tra l’8 dicembre (Immacolata) e il 6 gennaio (Epifania). Spesso i cantori sono accompagnati dagli “ammàccasàli” (pestelli da sale) e strumenti quali chitarra battente, tamburello e fisarmonica.
Agli zampognari calabresi, veri custodi della tradizione, è affidato invece il compito di “suonare la novena” casa per casa, in tutti i paesi della Calabria, accompagnati dal suono delle tradizionali pipìte (flauti) nei nove giorni che precedono il Natale.
La tavola natalizia in Calabria impone una tradizione da osservare rigorosamente e ovunque, da nord a sud: apparecchiare cone le 13 portate della Vigilia (con la variante di 9, in alcuni paesi).
La scelta del numero 13 rimanda alla mensa di Gesù coi 12 apostoli, mentre la natura delle pietanze è sempre a base di verdure, ortaggi e pesce, in particolare spaghetti ammuddicàti (mollica di pane e alici) e baccalà; broccoli e zeppole salate (crespelle).
I dolci tipici del Natale calabrese sono tantissimi: dai fichi ripieni e ricoperti di cioccolato al Torrone di Bagnara DOP; dalle casalinghe pitte ‘nchiùse ai turdìlli, mostacciòli e susumèlle.
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