Alla scoperta del borgo di Cleto, tra mito e leggenda

In giro tra vicoli antichi, leggende affascinanti e panorami mozzafiato

Foto panoramica di Cleto

Arte e Cultura

Cleto - Regione Calabria

È chiamato il borgo dei due castelli. Ma questo piccolo paese abbarbicato sulla roccia e affacciato sul mar Tirreno, di particolarità ne ha più di una. A cominciare dalla sua storia che affonda le radici nella leggenda, ma poi a sorprenderti, pietra dopo pietra, saranno il suo centro storico ricco di preziose tracce del passato e gli scorci panoramici che si apriranno davanti ai tuoi occhi. 

È il momento di andare alla scoperta di Cleto.

Cleto: storia, miti e leggende

Adagiato sulle pendici del Monte Sant’Angelo e arroccato su uno sperone roccioso, Cleto domina la Valle del Savuto fino al mare. È un borgo tranquillo, in cui vivere una vacanza slow seguendo i ritmi lenti di questa piccola comunità che d’estate accoglie turisti ed emigrati. 

La leggenda narra che Cleto debba il suo nome a Cleta, nutrice della regina amazzone Pentasilea, morta negli scontri durante la guerra di Troia. Cleta si sarebbe fermata qui mentre viaggiava per mare per assicurare una degna sepoltura a Pentasilea. Colpita dalla bellezza del territorio, fondò una città che da lei prese il nome. Stando invece alle fonti storiche, il borgo sarebbe nato in epoca magnogreca come colonia della polis di Crotone e sarebbe poi stato distrutto nel 16 a.C. dall’esercito crotonese, dopo una richiesta d’indipendenza da parte della città. 

Le impronte del suo passato riprendono seguendo il passaggio dei Normanni, che ne cambiarono il nome in Pietramala, toponimo evocativo che starebbe per “pietra inaccessibile” per via della posizione impervia e strategica del borgo, che nel tempo divenne un importante feudo legato alla potente Abbazia Florense di Fontelaurato. Fin dal XIII secolo, Cleto ha subito dominazioni di angioini e aragonesi, diverse sottomissioni feudali, saccheggi turchi, terremoti, peste e rivolte risorgimentali. Pietramala partecipò attivamente alle vicende risorgimentali e riprese il nome di Cleto nel 1861.

Cleto Castello
© Castello di Cleto - Elisabetta Cirinanni

Cosa vedere a Cleto

Il borgo di Cleto conserva intatta la sua anima autentica, ma d’estate è particolarmente vitale. Non serve un itinerario, ti basterà perderti tra le strette strade lastricate di pietre per scoprire il fascino e la magia del centro storico, la sua autenticità fatta di profumi e sapori genuini, i suoi incredibili scorci panoramici. 

Le case sono addossate alla roccia e sembrano ormai fuse con essa. A dominare su tutto è il Castello Normanno, che è stato recentemente restaurato. È situato sulla cima del colle e si possono visitare torri, ambienti interni e passerelle. Da qui la vista toglie il fiato: è un abbraccio che racchiude il mare blu e tutte le sfumature dei cieli estivi che al tramonto s’infuocano. La passeggiata lungo le strade che tutte si inerpicano verso l’antica fortezza, prevede pause lente ad osservare i dettagli, gli scorci, le architetture preziose dei palazzi. La Chiesa di Santa Maria Assunta risale al XVI secolo e conserva stucchi artigianali e pietra locale; la Chiesa della Consolazione, del Seicento, ha la particolarità di un campanile bizantino maiolicato e un pavimento su cui è raffigurato il fiore della vita. 

In località Pantano c’è poi un’area archeologica, la Fontana Cece, in cui è conservata una tomba a grotticella del XIV sec. a.C. e reperti risalenti all’Eneolitico. Nella frazione Savuto, si trovano i ruderi di un altro castello medievale, completamente avvolti dalla natura. Certamente non te ne andrai senza aver assaggiato (e magari acquistato) l’eccellente olio extravergine locale, magari abbondantemente versato sulla “ciarletta” caratteristico pane di semola che si sposa benissimo con i sapori dei piatti tipici.

Cleto - Castello
© Castello di Cleto - Regione Calabria

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Ultimo aggiornamento: 22 ago 2025 13:35