La Festa di Santa Caterina d’Alessandria nel borgo ionico
Santa Caterina d’Alessandria e la devozione popolare nel catanzarese
© Regione Calabria
Tradizione e folklore
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Tradizione e folklore
Come suggerisce il nome, l’antico borgo di Santa Caterina dello Ionio, in provincia di Catanzaro, è indissolubilmente legato alla figura della santa di origini egiziane, Caterina d’Alessandria, che in questo territorio gode di una particolare forma di venerazione.
Ogni anno, infatti, nella data del 25 novembre e nelle settimane che precedono la festa, il paese si anima con una serie di eventi religiosi e conviviali che certamente meritano di essere conosciuti.
Patrona amatissima dell’amato borgo ionico cui dà il nome, Santa Caterina d'Alessandria è protagonista di una storia molto particolare, che in questi luoghi intreccia verità e leggenda.
Nata e morta martire ad Alessandria d’Egitto (280-305 circa), per mano dell’imperatore Massenzio, che la condannò al supplizio della ruota (come si evince dall’iconografia), Santa Caterina è oggetto di leggende e tradizioni popolari tramandate perlopiù oralmente, come quella calabrese che lega la spada (altro elemento iconografico che caratterizza la santa) alla lotta contro i miscredenti saraceni che mettevano a ferro e fuoco le coste del Mediterraneo.
La leggenda narra che sul punto di capitolare sotto i colpi dei pirati, Santa Caterina d’Alessandria apparve al popolo caterisano con la spada sguainata e li scacciò. Proprio nel punto dell’apparizione miracolosa fu eretta la chiesa attuale in onore della patrona.
Il borgo di Santa Caterina dello Ionio può fregiarsi del possesso di un suo dente, preziosa reliquia della santa, esposto ai fedeli in occasione della festa, ovvero nella cosiddetta "tredicina", i 13 giorni oggetto di preghiere e riti che precedono la fatidica data, quando la statua viene portata in processione per le vie del paese.
In occasione della Festa di Santa Caterina d'Alessandria si organizza anche la “Sagra del Cotto”, ovvero del maiale declinato in ogni modo, dalle salsicce alle tanto apprezzate “frìttole” (parti meno nobili e grasse) stracotte e abbinate al gustoso vino novello locale.
La sagra si svolge nelle settimane della “tredicina” presso i folkloristici “catoj”, le cantine scavate nella roccia sotto le abitazioni che un tempo si utilizzavano come magazzini di stoccaggio o ricovero per le bestie.
Il borgo di Santa Caterina dello Ionio nasce in seguito alle incursioni saracene che nel Medioevo devastarono la costa ionica.
Dell’originario impianto difensivo con 4 porte di ingresso, se ne conserva oggi una sola, la Porta dell'Acqua. Una passeggiata per i vicoli, le piazzette e i belvedere panoramici consente di apprezzare comunque l’assetto antico dell’abitato, ricco di portali in granito che impreziosiscono palazzi gentilizi e chiese.
Tra gli edifici da visitare, la Chiesa Matrice, in Piazza Municipio, sede di una delle confraternite che amministrano le varie celebrazioni religiose, riaperta dopo anni di restauro a seguito di un terribile incendio che, nel 1983, distrusse una parte considerevole delle opere e delle architetture del centro storico.
Le chiese di Santa Caterina dello Ionio sono numerose e di stile vario, principalmente Barocco: San Pantaleone, Immacolata, del Rosario, della Neve e, ovviamente, Santa Caterina.
Oltre ai palazzi nobiliari, merita una visita la Torre Sant’Antonio, torre di tipo “cavallaro” (con cavaliere) del XIII secolo, nella zona della marina.
La spiaggia di Santa Caterina dello Ionio, quasi interamente libera e conservata allo stato naturale di duna mediterranea, è tra le località della costiera dove ogni anno, in estate, nidificano le tartarughe Caretta Caretta.
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