La Festa dei Morti arbëreshë in Calabria
Il rito della commemorazione dei defunti arbëreshë (Java e Prigatorëvet)
Tradizione e folklore
Lino Luzzi
Fra le tradizioni più sentite e suggestive delle comunità italo-albanesi in Calabria c’è la Festa dei Morti arbëreshë.
La commemorazione dei defunti arbëreshë si tiene ogni anno il sabato che precede di 15 giorni l’inizio della Quaresima (per il 2024, sabato 27 gennaio) ed equivale a una vera e propria festa, in occasione della quale il mondo dei vivi e quello dei morti si incontrano in un momento di convivialità.
Scopriamo in cosa consiste esattamente la Festa dei Morti arbëreshë e dove assistere alla commemorazione dei defunti nei paesi arbëreshë in Calabria.
Java e Prigatorëvet: il rito dei defunti arbëreshë
Nota in lingua arbëreshë come Java e Prigatorëvet, la Festa dei Morti albanese è una delle ricorrenze religiose più importanti per la comunità italo-albanese in Italia e, naturalmente anche in Calabria. Ricca di significati e antiche tradizioni di rito greco-bizantino, Java e Prigatorëvet è letteralmente il momento dell’anno in cui si pensa che i defunti lascino le proprie tombe per tornare a visitare i vivi.
Cosa si fa per la Festa dei Morti arbëreshë? Lo Psycosabbaton (Sabato delle Anime del Purgatorio) inizia all’alba, coi bambini che bussano di casa in casa ed esclamando “Ndje Zot!” (“Perdona oh Signore!”) chiedendo pane, olio, grano bollito e qualche spicciolo.
La mattinata prosegue con la liturgia religiosa in suffragio ai defunti e l’attesissima processione con il papàs verso il cimitero del paese, per la benedizione delle tombe. È qui che il rito albanese prevede un’usanza molto emozionante: la condivisione del pranzo coi defunti, a base del grano bollito e del pane in precedenza benedetti, offerti ai presenti quali simbolo di immortalità dell’anima e resurrezione del corpo.
La giornata termina col “banchetto degli uomini”, dove si è soliti consumare vino e il tradizionale piatto di pasta e ceci in suffragio delle anime dei defunti.
Cosa vedere nei paesi arbëreshë
Durante la settimana Java e Prigatorëvet ciascuno dei paesi arbëreshë è attraversato da suggestive figure rituali.
Poiché si crede che in questo periodo dell’anno Gesù Cristo abbia dato ai defunti il permesso di uscire dai sepolcri e tornare nel regno dei vivi per visitare le case e i familiari, i centri storici di molti paesi sono illuminati da lucerne composte da una candela posta in un contenitore di vetro, alimentata con d’oliva.
Questa particolare usanza serve a indicare la strada di casa ai morti e spesso si associa alla comparsa di due figuranti: uno con la bisaccia e l’altro col campanello, che ne annunciano l’arrivo.
Tra i paesi arbëreshë da visitare provincia di Cosenza consigliamo Lungro, con la sua eparchia, Civita, fra I Borghi più Belli d’Italia, nota per il Ponte del Diavolo e le cosiddette Case Kodra, con sembianze umane. Da non perdere la Festa dei Morti a San Demetrio Corone e nei centri di Vaccarizzo Albanese, Santa Sofia d’Epiro e Frascineto, molto attivi nel conservare usi e costumi tipici arbëreshë nei relativi musei.
In provincia di Crotone, la Festa dei Morti arbëreshë ricorre a Carfizzi, Pallagorio e San Nicola dell’Alto, mentre nel catanzarese tra le comunità italo-albanesi più attive figura quella di Caraffa.
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