Il percorso dei mulini di Amato, tra storia e natura
Alla scoperta degli antichi mulini nel borgo arbëreshë di Amato (CZ)

Sport e natura
Percorso dei Mulini, Amato - Regione Calabria
Pronto a fare un'escursione nei dintorni di uno degli abitati italo-albanesi più antichi della Calabria?
Il percorso dei mulini di Amato, attorno all'omonimo borgo in provincia di Catanzaro, è l'occasione perfetta per praticare una gita fuori porta originale, alla scoperta di un luogo antico e incontaminato.
Il percorso dei mulini di Amato è un affascinante itinerario storico-naturalistico nella vallata, lungo il corso di fiumi Corace, Amato e del torrente Fosso Acquafredda, alla scoperta degli antichi mulini ad acqua che, anticamente, alimentavano una fiorente economia locale. Attualmente, la visita è consigliata solo in compagnia di guide esperte del posto.
Scopriamo subito il piccolo abitato di Amato, nella Presila catanzarese, e come accedere al percorso dei mulini di Amato.
Il borgo di Amato
Amato è uno dei paesi più antichi della Calabria: se ne trova testimonianza già in Plinio il Vecchio, che vuole i suoi abitanti originari dell'antica città di Lametia, sul promontorio che guarda il Golfo di Sant'Eufemia. Nel 1060, quando il signore di Amato era il conte Guglielmo d'Altavilla, il feudo sembra essere quasi disabitato.
Occorre attendere il 1479 affinché si ripopoli, sotto la spinta dei nuovi arrivati: le comunità albanesi sfuggite alle incursioni dei turchi-ottomani e riparate nell'Italia meridionale.
Per quasi due secoli, gli italo-albanesi (arbëreshë) di Amato hanno parlato solo la lingua dei loro padri, mantenendo intatto l'antico rito greco-bizantino, le usanze e i costumi del loro paese di origine.

A partire dal XVIII secolo, gli albanesi persero gradualmente la loro cultura e la loro lingua, di cui oggi resta solo qualche toponimo in giro per il paese e la vallata, come la Fontana dei Greci e il Mulino dei Greci.
La storia dell'abitato di Amato è segnata anche dal susseguirsi di rovinosi eventi sismici che, a partire dal '700, distrussero più volte il centro storico.
Dell'antico passato di Amato restano il seicentesco Palazzo Timpone e i settecenteschi palazzi Rossi, casa natale dell'omonimo predicatore, Mauro e Jenzi. Nel centro storico anche i resti dell'originario castello feudale (XI secolo), di cui ormai rimangono visibili solo il portale e una torretta ristrutturata a fini abitativi privati.
Da visitare la Chiesa Madre, che ospita all'interno un mezzobusto di San Francesco di Paola del XVII secolo, e la "Chiesulìlla", antica cappella del 1100, forse il primo edificio di culto eretto dagli gli amatesi.
Nel corso del ‘600 la famiglia Cigala-Doria, di origine genovese, acquistò i terreni sulle rive dei fiumi Corace e Amato, costruendo il complesso produttivo che oggi costituisce l'oggetto della nostra escursione: il percorso dei mulini di Amato e il sofisticato sistema per macinare il grano e lavorare le olive nei trappeti che, all'epoca, consentiva la produzione di rinomate farine e oli esportati fino a Napoli e Messina.
Percorso dei mulini di Amato
Il percorso dei mulini di Amato consente di ammirare i resti dei mulini realizzati principalmente nel Seicento, sotto la famiglia feudataria Cigala-Doria nella valle dei fiumi Corace, Amato e del torrente Fosso Acquafredda.
Lo schema planimetrico dei mulini è pressoché identico, a pianta rettangolare, mentre le dimensioni variano a seconda del numero di macine presenti. Anticamente c'erano anche grandi vasche per la raccolta dell’acqua, che veniva convogliata ai mulini, per azionarne le macine, tramite appositi canali.
L'edificio più rappresentativo e meglio conservato che si incontra lungo il percorso dei mulini di Amato è il cosiddetto Mulino dei Greci, in riferimento alle antiche origini greco-ortodosse della popolazione.

La struttura, originariamente a due piani, è rimasta in funzione fino alla metà del XX secolo, quando ancora per il paese passava il "mulinàro” (mugnaio) che, a dorso di mulo, prelevava il grano dalle abitazioni private, lo portava a macinare e, una volta trasformato in farina, lo rivendeva alla popolazione.
Il fascino del percorso dei mulini di Amato passa anche per la bellezza del paesaggio naturale che attraversa, ricco di cascatelle, flora e fauna autoctone e testimonianze del tempo in cui gli interventi dell'uomo sulla natura erano ancora armoniosi.
Si ricorda che, attualmente, la visita è consigliata solo in compagnia di guide esperte del posto.
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