Tra i misteri dei Giganti di Pietra di Campana

Visita all'Elefante dell'Incavallicata e alle Grotte di Campana
cs - Campana

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Arte e Cultura

14 feb 2024 10:49

Risale a qualche tempo fa, nel giorno del solstizio d’inverno 2023, una delle scoperte più affascinanti che riguardano il geosito noto come “Giganti di Pietra di Campana”, dall’omonimo Comune in provincia di Cosenza, nel Parco Nazionale della Sila.

I Giganti di Pietra di Campana, noti anche come Pietre dell’Incavallicata, sono una coppia di megaliti rocciosi dall’origine incerta, la cui sagoma zoomorfa risulta difficile da attribuire alla mano dell’uomo piuttosto che a quella degli agenti atmosferici.

Di recente, alcuni studiosi hanno osservato un curioso allineamento solare fra le statue in concomitanza del solstizio.  

I Giganti di Pietra di Campana, tra storia e leggenda

Che siano frutto dell’intervento umano o della natura, la loro origine risale certamente a un passato lontano, benché le prime testimonianze che ne riferiscono sono datate al XVII secolo, quando il vescovo Francesco Marino descrive uno dei Giganti di Campana come 

“gran colosso caduto al suolo a causa dei terremoti”.

I due Megaliti dell’Incavallicata si stagliano a poca distanza l’uno dall’altro differendo per forma ma non per composizione: si tratta in entrambi i casi di due rocce di arenaria erose e mutilate dagli agenti atmosferici, alla cui base si aprono due cavità.

Uno dei due megaliti, detto l’Elefante dell’Incavallicata per via della forma che richiama il profilo dell’animale, misura 5,5 metri d’altezza; l’altro, mutilo della parte superiore, è alto 7,5 metri e appare più amorfo, benché lo si denomini “Ciclope” o “Guerriero Seduto”.

Campana
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Il fascino misterioso dei Giganti di Pietra di Campana risiede anche nel contesto territoriale che li circonda. Sono infatti associati a piccole cavità scavate nella stessa roccia arenaria e associabili dal punto di vista morfologico alla tipologia di “grotticelle neolitiche” diffuse in tutto il Bacino del Mediterraneo a scopo funerario, malgrado, anche in questo caso, non vi sia traccia di reperti né altri elementi datanti.

Interessante è il piccolo borgo abbandonato di Campana (Paese Vecchio), il Comune che ospita sul proprio territorio i megaliti. Questo paesino della Presila cosentina appare cristallizzato nel tempo, come un set cinematografico a cielo aperto, disposto attorno all’imponente Chiesa Matrice con l’inconfondibile torre campanaria, qualche edificio gentilizio e una serie di piccole abitazioni con annessi ricoveri per animali.

Campana
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Il territorio di Campana è il punto di partenza ideale per una serie di escursioni nel Parco Nazionale della Sila, in particolare al vicino Lago Cecita, luogo a sua volta connesso all’Elefante dell’Incavallicata per via di un importante ritrovamento archeologico.

L’Elefante dell’Incavallicata e il Lago Cecita

L’ipotesi secondo la quale l’Elefante dell’Incavallicata sia una vera e propria statua zoomorfa, scolpita intenzionalmente per rappresentare una particolare specie di elefante preistorico o “elefante da guerra” trova qualche possibile riscontro in una scoperta archeologica avvenuta poco distante, sul fondo del Lago Cecita.

Importante risorsa naturalistica della zona, il Lago Cecita si trova in località Campo San Lorenzo, nel Comune di Spezzano della Sila. È qui che alcuni anni addietro sono emersi i resti di un imponente Elephas Antiquus, una specie di elefante preistorico la cui presenza getta nuova luce sulla storia di un territorio già ricco di fascino, che nel 2004 aveva restituito anche una testimonianza dell’Uomo di Neanderthal.

Lago Cecita
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Il pachiderma in questione presenta un grande molare e zanne lunghe 3 metri che hanno consentito di datarlo a 700.000 anni fa (Elefante Europeo).

Che l’Elefante dell’Incavallicata ritragga uno di questi esemplari, oppure, come sostengono alcuni studiosi e appassionati di antichità, uno degli elefanti da guerra transitati in Calabria durante la storica Spedizione di Pirro (280 a.C.); o, ancora, parte dell’esercito degli elefanti di Annibale durante la Seconda Guerra Punica (216 a.C.) restano ipotesi assolutamente affascinanti e verosimili, benché non ancora provate.

Motivo in più per visitare questo bellissimo territorio e i misteri che lo abitano.

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