Duomo di Cosenza
Edificio di culto
Duomo di Cosenza - Regione Calabria
Il Duomo di Cosenza, nel cuore del centro storico cittadino, lungo Corso Telesio, è uno dei Patrimoni UNESCO della Calabria nella categoria "Patrimonio Testimone di Cultura di Pace".
Il Duomo di Cosenza, o Cattedrale di Santa Maria Assunta, a Cosenza, sorge nello stesso luogo di una chiesa più antica, risalente all'XI secolo e distrutta dal terremoto del 1184. La consacrazione avvenne il 1222 alla presenza dell’imperatore Federico II di Svevia, che per l’occasione portò in dono la preziosissima croce reliquiario, opera di orafi palermitani, nota come "Stauroteca", oggi esposta al Museo Diocesano.
All'esterno, il Duomo di Cosenza presenta una facciata tripartita, corrispondente alla suddivisione delle navate interne, con quattro pilastri a separare tre portali. Il portale centrale è sovrastato da un meraviglioso rosone, sul quale converge l'attenzione di chi percorre l'ampia scalinata che collega la chiesa alla piazza antistante.
L'interno della Cattedrale di Santa Maria Assunta a Cosenza è arricchito da cappelle barocche laterali (XVII-XVIII secolo): la prima è dedicata alla protettrice della città, la veneratissima Madonna del Pilerio. Al centro, si trova l'icona bizantina del tipo "Galaktotrophousa" (Madonna che allatta il Bambino) alla quale i cosentini sono devoti dal 1576, anno della pestilenza sedata dal suo intervento miracoloso.
La seconda cappella del Duomo di Cosenza, detta del "Santissimo Sacramento", appartiene alla Confraternita di Orazione e Morte e ospita la sepoltura dei membri calabresi della celebre "Spedizione dei Fratelli Bandiera" del 1844.
Sulla navata destra si trova il sarcofago "di Meleagro", di epoca tardoantica, contenente resti umani forse appartenenti a Enrico VII, figlio di Federico II; nel transetto, il Mausoleo di Isabella d’Aragona, moglie di Filippo III d’Angiò, morta nel 1271.
La profonda abside ospita l'altare maggiore, in stile Neoromanico, e un pregevole crocifisso ligneo del XV secolo. Entro nicchie sorrette da colonnine si trovano gli affreschi policromi del XIX secolo, opere di Domenico Morelli e Paolo Veltri. Notevole è anche la presenza di un Organo a Canne Mascioni del 2005.
Durante i lavori di ristrutturazione sono stati ritrovati resti di epoca paleocristiana e romana.