Escursione al Platano Millenario di Curinga
Curinga, il suo Platano Orientale Monumentale e i dintorni ricchi di storia
Sport e natura
Elisabetta Cirianni
Noto anche come Platano di Vrisi, dalla località in cui si trova, o Platano Gigante Orientale, l’albero più famoso della Calabria ha radici nel territorio comunale di Curinga, in provincia di Catanzaro, e merita una visita al pari di una cattedrale o un museo a cielo aperto.
Andiamo a conoscere da vicino il Platano Millenario di Curinga e scopriamo anche i dintorni del magico luogo che lo ospita.
Il Platano di Curinga, un gigante d’Oriente
I primati di questa pianta sono tanti: il suo fusto, ormai cavo alla base, è largo più di tre metri e può ospitare al suo interno una decina di persone; la sua circonferenza (20 metri alla base), la sua altezza (31,50 metri) e la sua età (oltre 100 anni) lo decretano uno dei platani più grandi e longevi d’Italia.
Nel 2021 si è aggiudicato il secondo posto al concorso europeo Tree Of The Year.
Questo “gigante buono” arriva direttamente dall’Oriente, probabilmente al seguito dei monaci basiliani che lì accanto edificarono l’Eremo di Sant'Elia il Vecchio (XI secolo), destinando un’esile piantina a una crescita colossale.
Il Platano Orientale di Curinga, originario dell’Armenia, è oggi un Platano Millenario Gigante, che per la sua monumentalità naturalistica rappresenta a tutti gli effetti il simbolo di Curinga e uno dei principali attrattori presenti sul suo territorio.
Oggetto di studi e ricerche, il Platano di Curinga è stato rilevato scientificamente nelle sue dimensioni dall’agronomo Andrea Maroè, tra i massimi esperti italiani di “grandi alberi”, direttore scientifico della Giant Trees Foundation, che censisce e tutela questa delicata tipologia di piante a livello nazionale e internazionale.
Il Gigante di Curinga ha accolto nel suo ventre cavo pellegrini e viandanti che nei secoli si sono avvicendati lungo le rive del ruscello che gli scorre accanto, nello spazio di un boschetto “sacro” che oggi accoglie curiosi da tutto il mondo.
Cosa vedere e cosa fare a Curinga
Il Platano di Curinga, o Platano di Vrisi dal nome della località in cui si trova, sorge nei pressi del bellissimo Eremo di Sant’Elia il Vecchio, l’antico romitorio basiliano edificato almeno mille anni fa ad opera di alcuni monaci provenienti dall’Armenia.
I resti attuali, immersi nel verde di Contrada Corda, richiamano le forme tipiche dell’architettura orientale: il livello inferiore dell’edificio adibito alle funzioni quotidiane, quello superiore a dormitorio; la splendida chiesa con l’abside tuttora visibile, sormontato da una splendida cupola bizantina.
A partire da questo luogo ameno, in posizione panoramica circondato dal bosco, il monachesimo d’Oriente impresse la propria traccia a tutto il territorio, offrendo agli abitanti un importante punto di riferimento spirituale e intellettuale, oltre che naturalistico, contribuendo a piantare nella zona diversi alberi orientali.
Del resto, il territorio di Curinga è noto sin dall’antichità per le sue sorgenti termali e l’acqua salubre, dalle proprietà curative, come dimostra la presenza di un altro importante attrattore: le Terme Romane di Curinga, nella frazione comunale di Acconia.
Dette anche Terme di Acconia, queste terme rappresentano un unicum in Calabria per via dello stato di conservazione degli elevati, che permette tuttora di apprezzarne la dimensione quasi completa delle murature in alzato.
Parte di una grande villa monumentale dell’epoca di Diocleziano (III-IV secolo a. C.), le Terme di Curinga conservano perfettamente gli ambienti destinati ai bagni: un ampio atrio usato come spogliatoio, il frigidarium (vasca fredda), il tepidarium (vasca tiepida intermedia) e il calidarium (sauna calda) collegati dalle condutture idriche ben visibili.
A un occhio attento non sfuggono alcuni dettagli affascinanti, come le impronte del piede di un bambino, di calzari adulti e animali impresse sul pavimento, o i resti di un’inedita finestra a volta, che probabilmente si apriva sull’incantevole paesaggio circostante.
Un paesaggio naturale e antropico insieme, che vanta anche i resti di un imponente Acquedotto Medievale utilizzato per convogliare acqua ai trappeti in cui, un tempo, si lavorava la canna da zucchero.
Da non perdere una passeggiata nel centro storico di Curinga, inserito tra I Borghi di Eccellenza della Regione Calabria. Il paese è un intreccio di vicoli caratteristici (carrìari), piccole case di pietra attaccate le une alle altre a piazzette su cui affacciano i palazzi gentilizi. Meritano una visita il Duomo (o Chiesa di Sant'Andrea Apostolo), il Santuario Maria Santissima del Carmelo e la Chiesa dell'Immacolata.
Il volto folkloristico di Curinga è racchiuso nella figura della Pacchiàna, col suo abito tradizionale tipico della festa e del fidanzamento; nella musica popolare e pastorale fatta di antichi canti di lavoro e l’uso della vrògna (grande conchiglia utilizzata come il richiamo); nei gesti degli artigiani locali (tessitrici, lavoratori del vimini, del ferro battuto e liutai) e nei piatti tipici.
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