Tra spiagge da sogno fino alla patria della Dieta Mediterranea
Paesaggistico
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Tra le numerose meraviglie paesaggistiche della Calabria, la Costa degli Dei è forse uno dei tratti più famosi. Il nome è usato per indicare quei 55 km di litorale tirrenico meridionale che vanno da Pizzo Calabro a Nicotera, morfologicamente molto variegati, che delimitano il cosiddetto Corno di Calabria.
Il nome, in questo caso, è davvero una garanzia: la Costa è detta degli Dei proprio perché evoca immaginari onirici. Vi troviamo infatti spiagge candide, mare cristallino e fondali ricchi di meravigliose forme viventi capaci di fare la felicità di ogni sub.
Seguendo la litoranea da nord a sud si incontrano località che meritano più di una visita, come Pizzo Calabro, Tropea, Capo Vaticano e Nicotera. Senza dimenticare di fare una puntata nel meraviglioso Parco Naturale Regionale delle Serre.
Itinerario adatto a tutti, percorribile in auto, consigliato in Primavera, Estate ed Autunno.
Food tips
Afrodisiaca, antisettica, anestetica, diuretica, cura i reumatismi, evita raffreddore e influenza e molto altro ancora: la Cipolla Rossa di Tropea Calabria IGP è tra i prodotti più celebri della regione, alla base di molte ricette tipiche e anche di rimedi casalinghi. È possibile trovarla in tre forme: a trottola (cipolla rotonda di Tropea) dal sapore dolce, con l’involucro esterno di colore rosso acceso e con l'interno di un colore rosso vinaccia; tronco-conica dal sapore agrodolce; ovale dal sapore forte. Nella cucina locale (ma non solo) oramai si trova in cosi tante ricette che è diventata quasi più indispensabile del prezzemolo: dalle zuppe alle frittate, dalle marmellate alle insalate, dove la si può gustare cruda in tutta la sua croccantezza.
Uno dei prodotti che meglio esprime tutta l’anima piccante della Calabria, la ‘nduja deve il suo nome al francese andouille, “frattaglie”, dato che anticamente si faceva con le frattaglie del maiale e peperoncino a volontà. Si tratta di un salume morbido e spalmabile e, soprattutto, piccantissimo, originario di una precisa e circoscritta area geografica, anche se il comune d'elezione resta Spilinga, alle pendici del Monte Poro. Amatissima da chi predilige i sapori forti, storicamente la 'nduja era prodotta con quel che restava della lavorazione degli altri salumi calabresi. C’è chi ancora la produce così, e chi invece utilizza il lardello ricavato dal sottopancia, la carne della spalla e della coscia. Viene poi aromatizzata con peperoncino rigorosamente calabrese essiccato naturalmente, che le conferisce quel tipico colore rosso fuoco e quell’aroma inconfondibile. È semplicemente ottima da gustare al naturale spalmata sul pane o sulla pizza, come antipasto oppure per fare crostini o bruschette, ma anche da mettere nel sugo per condire ogni tipo di pasta.
Il Tartufo di Pizzo Igp è il primo gelato in Europa ad aver ottenuto il marchio IGP grazie alla qualità della sua produzione artigianale. In commercio esistono moltissime versioni industriali di questo dolce, ma nulla hanno a che vedere con quello originale: per gustare il vero Tartufo di Pizzo IGP dovete necessariamente recarvi a Pizzo Calabro, dove questa dolce golosità fu creata nel 1952, nel Gran Bar Excelsior. In quell’anno, infatti, il gelatiere Giuseppe De Maria, in occasione di un importante matrimonio, rimase senza più stampi e forme per confezionare il gelato per i numerosi ospiti. Sovrappose allora, nell'incavo della mano, una porzione di gelato alla nocciola a uno strato di gelato al cioccolato, inserì all'interno del cioccolato fuso e avvolse il tutto in un foglio di carta alimentare da zucchero dandogli la forma tipica del tartufo. Questa creazione improvvisata fu un vero successo, che diede un'immediata notorietà al locale e a tutta la cittadina di Pizzo Calabro. Il metodo artigianale non è cambiato e il tartufo si fa ancora oggi nello stesso modo. Ma a renderlo unico e inimitabile sono la qualità degli ingredienti e l’utilizzo di macchinari ancora molto antichi.
Il Monte Poro è un piccolo altopiano situato tra le località di Ricadi e Nicotera e termina a ovest con l'alto promontorio di Capo Vaticano, interessando dunque l'area costiera della Costa degli Dei. È in questo territorio che, da tempi antichi, si produce uno tra i migliori formaggi pecorini del Meridione, il Pecorino del Monte Poro. Questo particolare formaggio si ottiene dalla lavorazione di latte ovino ottenuto da pecore alimentate in pascoli naturali sulle pendici dell'altopiano, pecore di razza comisana, sarda e in alcuni casi di malvizza.
Prima di porre il formaggio in stagionatura, si tratta la crosta con olio di oliva e peperoncino, il che conferisce alla superficie una caratteristica coloritura aranciata.
Il Pecorino di Monte Poro si può consumare già dopo tre mesi di stagionatura, ma è dopo le medie stagionature (cinque-sei mesi) o un anno che sprigiona il meglio del suo sapore. Come tutti i formaggi pecorini calabresi, questo prodotto ha un uso abbastanza versatile in cucina e ha conquistato i palati di tutto il mondo.