Alla scoperta della terra dei contrasti nel cuore del Parco Nazionale del Pollino
Paesaggistico
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Paesaggistico
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La Calabria è terra di contrasti: mare e montagna delineano i contorni di paesaggi dalla bellezza incontaminata, tra testimonianze di civiltà differenti ed espressioni variegate di artigianato, folklore e tradizioni. Essa è stata regione di transito, ha subito assalti e dominazioni ed è stata anche meta di migrazioni: il segno più importante sul territorio è quello impresso dalla comunità albanese arbëreshë. Provenienti dall'Albania e da gruppi albanofoni della Grecia, gli arbëreshë si stabilirono in Italia tra il XV e il XVIII secolo: molti di loro, durante l'avanzata degli Ottomani, ne approfittarono per emigrare nelle terre sicure di Calabria e ancora oggi delle comunità sopravvivono in alcuni comuni delle province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.
Quando si esplora la Calabria, non si può fare a meno di visitare un luogo unico come il Parco Nazionale del Pollino, che, con un’estensione di 196.000 ettari, è considerato il più vasto parco nazionale d’Italia. Quest’area verde si colloca nella dorsale appenninica meridionale tra Basilicata e Calabria e si sviluppa, dal Tirreno allo Ionio, attraverso formazioni rocciose di varia origine, tra cui spicca la vetta del Dolcedorme (2267 m).
Il parco gode di una varietà incredibile di rilievi, di fauna - con esemplari di lupo, capriolo, lontra e picchio nero, solo per citare le specie principali - e di vegetazione, che va dalla macchia mediterranea ai pianori d'alta quota. Fiumi e torrenti, come il Lao, il Peschiera, l'Argentino, attraversano le valli, scavando nel territorio suggestive gole con percorsi d'acqua di straordinario fascino e pregio naturalistico, come quello del Raganello, che scivola tra due pareti rocciose alte fino a 700 metri ed è raggiungibile percorrendo una lunga scalinata di 615 gradini. Nelle Gole del Raganello si ritrovano ogni anno centinaia di escursionisti e appassionati di sport estremi, come il canyoning e il rafting, attratti dalla conformazione del luogo che permette loro di godere di momenti di pura adrenalina.
L'itinerario è adatto a tutti, percorribile in auto in Primavera, Estate ed Autunno.
Food tips
La cucina arbëreshë è connessa in modo intrinseco ai riti religiosi ed è parte del costume culinario calabrese. Nei piatti l’influenza mediterranea è potente, soprattutto per gli ingredienti: frutta secca e miele, ad esempio, caratterizzano i dolci.
Semplicità ed essenzialità sono le cifre distintive di questo tipo di cucina: oltre a pietanze classiche come carni, minestre di erbe, frittate di verdure, la cucina arbëreshë regala ricette del tutto peculiari e da salvaguardare.
Come i Dromësat, mucchi di farina da cuocere direttamente nel sugo di pomodoro. Per preparare le briciole di pasta, si battezza prima la farina, poi si benedice la pasta e infine si celebra una sorta di matrimonio con sugo di pomodoro e spezie, come alloro e origano. La Shëtridhlat è una ricetta dal grande fascino, la cui realizzazione è compito specificatamente femminile. L’impasto va lavorato senza farlo rompere creando un lungo filo che si assottiglia e poi si arrotola come una matassa. Una volta pronta, viene di solito arricchita con legumi o verdure.
I dolci sono il vero gioiello della cucina arbëreshë: ci sono le maiatka, crêpes dolci e, in alcuni casi, anche salate preparate con acqua, farina, fiori di sambuco e, a volte, anche zucchero e uova, c’è il torrone giuggiulea e poi ancora i kanarikuj, simili a gnocchi con il miele, e i cruscoli, composti da acqua, olio e vino, i cullurielli, i dolci delle grandi festività, fatti con acqua, farina e il lievito madre del giorno prima, le kasolle me gijze, involtini di ricotta. C’è poi la gustosa pitta, ripiena di frutta secca, uvette e miele, emblema di una intera cultura e di un evento fondamentale come la Pasqua.