Castello di Caccuri e Torre Mastrigli

Castello
Accademia dei Caccuriani
In provincia di Crotone, a Caccuri - uno dei Borghi più Belli d’Italia - sorge un castello dall’aspetto medievale, bello come quelli delle fiabe. Sontuoso e raffinato, con torre, muraglioni, merlature. Saloni affrescati, argenteria in vista, tessuti damascati e letti a baldacchino.
È il Castello di Caccuri, costruito nel VI secolo dai bizantini come presidio di avvistamento dei nemici e di controllo sul territorio, ma la sua struttura originaria nel corso dei secoli è stata più volte rimaneggiata fino a diventare un palazzo ducale. Il maniero sovrasta la splendida Valle del Neto, in un punto panoramico in cui lo sguardo riesce ad abbracciare il mar Ionio e le montagne della Sila. Nato come fortino militare, è stato nei secoli residenza di nobili feudatari appartenenti alle famiglie più importanti come i Ruffo, i Cavalcanti e i Barracco. La splendida Torre sul rivellino del castello è opera dell'architetto Adolfo Mastrigli (da cui prende il nome), risale al 1882 ed è il simbolo dello stemma comunale di Caccuri, oltre ad essere un elemento distintivo del borgo.
L’esterno del Castello è austero ed elegante, ma all’interno, con la sua pianta trapezoidale a corte centrale, il palazzo è ancora più sorprendente. Enormi sale, cucine, camere da letto: gli ambienti interni hanno mantenuto intatto il loro fascino, impreziositi da affreschi con scene cavalleresche, candelieri, specchiere e grandi quadri antichi. Colpisce per la sua bellezza la Cappella Palatina, che si presenta ad aula unica ripartita da un arco di trionfo sul quale spicca lo stemma dei Cavalcanti. Il soffitto originale è quello ligneo a cassettoni dipinto. L'altare maggiore, in legno laccato e dorato, ha una fitta decorazione a foglie d'acanto. La pala d'altare centrale raffigura Santa Barbara, mentre l'altare laterale, decorato con stucchi in stile rococò, è dedicato a San Gaetano da Thiene. Di grande interesse artistico è la collezione di dipinti Seicenteschi di Scuola Napoletana.
In anni più recenti sono stati eseguiti restauri e lavori di ammodernamento che hanno reso la dimora storica sede di attività culturali ed eventi ma anche luogo ideale per un turismo di élite. Come tutti i castelli, anche quello di Caccuri ha una storia intricata di amori, rivalità tra famiglie, delitti. Episodi in cui il piano della realtà e quello della leggenda si sovrappongono fino a coincidere. Si narra che Polissena Ruffo, vedova del cavaliere francese Giacomo de Mailly, venne concessa in sposa dalla regina al giovane Francesco Sforza, Duca di Milano. Dal matrimonio nacque una sola figlia a cui diedero il nome di Antonia, ma la gioia di questa nascita durò poco perché Polissena e sua figlia Antonia vennero assassinate da una mano rimasta ignota.
