Il culto dei Fuochi di Sant’Antonio Abate in Calabria

Fede e tradizioni calabresi nella Festa di Sant’Antonio Abate
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Luoghi della fede

14 feb 2024 10:41

Il suo culto è da sempre sospeso tra sacro e profano, legato agli antichi riti di rinascita della natura dopo il solstizio d’inverno, Sant’Antonio Abate in Calabria si festeggia con particolare riguardo alle tradizioni agropastorali.

Scopriamo insieme le usanze religiose e pagane che si associano alla figura di Sant’Antonio Abate e i luoghi calabresi consacrati al santo che si festeggia il 17 gennaio.

La Festa di Sant’Antonio Abate tra sacro e profano

Detto anche “Sant’Antonio del Fuoco”, con esplicito riferimento all’usanza di accendere grandi pire di fuoco in suo onore, Sant’Antonio Abate in Calabria è venerato sin dall’antichità con caratteristiche particolari.

Non a caso protettore degli animali domestici e precursore del Cristianesimo in Occidente, Antonio Abate, nato in Egitto nel 251, è un santo esorcista e guaritore “nimìcu di lu dimòniu”, da sempre associato alla vita contadina e agli spazi delle antiche grotte eremitiche.

Di questi aspetti così peculiari si conserva memoria nei Falò di Sant’Antonio che tuttora si accendono un po’ ovunque in Calabria la notte del 17 gennaio e che vedono protagonista il fuoco quale elemento purificatore di passaggio tra il vecchio e il nuovo.

Cosa si mangia di tipico per Sant’Antonio Abate? Il periodo dell’anno in cui ricorre la festa e l’iconografia stessa del santo, accompagnato da un fedele maialino, non lasciano dubbi. Per Sant’Antonio Abate in Calabria si è soliti consumare il maiale da poco macellato e i suoi deliziosi derivati, cotiche e insaccati, prima di prepararsi al periodo frugale della Quaresima.

In onore del protettore del mondo contadino, si è soliti anche preparare dei dolci tipici, come i taralli, le zeppole e alcune pìtte e pani dolci.

Salumi
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I luoghi di Sant’Antonio Abate in Calabria

Tra i luoghi più importanti dedicati a Sant’Antonio Abate in Calabria c’è sicuramente la piccola Chiesa di Sant’Antonio Abate ad Archi, quartiere periferico della città di Reggio Calabria

La chiesetta sorge in un punto suggestivo, una vera e propria terrazza con vista panoramica sullo Stretto. L'edificio è una delle ultime testimonianze del rito bizantino presenti in città, per questo di particolare importanza. Le sue origini risalgono all’anno Mille, mentre la più antica attestazione documentaria risale al 1363, quando viene menzionato come Typikon di Sant’Antonio Abate. In seguito, la chiesetta diverrà Cappella Reale di Ruggero D’Altavilla.

I monaci basiliani scelsero di edificarla lungo il torrente Scaccioti, una zona ricca di acque che ospitava una delle più importanti fiere del bestiame dell’epoca, in grado di attirare pastori, bovari e commercianti da tutta la Calabria e dalla Sicilia che andavano a vendere e far benedire gli animali.

Ancora oggi questa struttura rappresenta la sintesi perfetta tra lo stile bizantino e quello normanno, fondendo motivi artistici e spirituali d’Oriente e d’Occidente. Al suo interno si può visitare ancora la Cripta dove venivano sepolti i monaci, rara testimonianza in tutta la Calabria di questo genere di spazio sacro.

Dalla panoramica Chiesa di Sant’Antonio Abate si raggiunge facilmente un altro luogo della fede reggino, in un pellegrinaggio che la congiunge al Monastero della Visitazione di Maria (o di Sales), nella vicina località di Ortì.

Questo incantevole convento di suore si trova a sua volta in cima a una collina che domina dall’alto l’intera città di Reggio Calabria e lo Stretto di Messina.

Un altro luogo dedicato al santo si trova in provincia di Cosenza. Si tratta della deliziosa Cappella di Sant'Antonio Abate a Trebisacce, la cui presenza nei documenti risale al XVIII secolo ma di sicuro presenta origini molto più antiche.

Trebisacce
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Anche qui, il 17 gennaio, vengono proposte le usanze tradizionali della benedizione degli animali domestici, i giochi popolari tra rioni e la pratica ormai perduta dell'incanto, ovvero l’antica asta pubblica di prodotti agroalimentari locali.

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