Castello Ruffo

Castello
Castello Ruffo, Nicotera - Luca Fregola
Imponente ed elegante, con torri, arcate, passaggi segreti, preziosi dettagli in marmo e ferro battuto e una terrazza che si affaccia sul mare e regala un panorama bello dal togliere il fiato.
Il Castello Ruffo di Nicotera è una residenza gentilizia che si trova nel centro storico ed è stato eretto sulle rovine di un’antica fortezza. Domina la vallata sottostante e dalla sua terrazza si può ammirare un panorama che si apre sul Tirreno, rivela il profilo di tutte le isole Eolie, mostra lo Stretto di Messina e sullo sfondo l’Etna.
Il primo castello di Nicotera, ormai andato perduto, venne eretto per volere del re normanno Roberto il Guiscardo nel corso del XI secolo. La storia di questo maniero è un susseguirsi di costruzioni, distruzioni e ricostruzioni, per via dei terremoti e dei violenti saccheggi dei saraceni nel 1074 prima e nel 1085 poi. Nel 1284 è l’esercito aragonese ad abbattere il castello e a stabilirne, immediatamente dopo, la ricostruzione. Con l’imperatore Federico II il castello cambia nuovamente assetto, assecondando i canoni artistici degli svevi. Nel 1700 il conte Falcone Antonio Ruffo decide di costruire qui, a pochi metri dai resti del precedente maniero normanno (di cui rimangono solo alcuni basamenti in pietra e una cisterna non più visibili) la sua dimora estiva, affidandone il progetto ad Ermenegildo Sintes.
Quel che è certo, è che nel corso dei secoli le eleganti sale dell’edificio, hanno ospitato personaggi illustri: San Bruno di Colonia, Papa Urbano II, Gioacchino da Fiore e l’imperatrice Costanza D’Altavilla. Il Castello Ruffo di Nicotera ha una pianta quadrilatera, con tre torri angolari. La facciata principale è caratterizzata dalle due torri laterali collegate fra loro da un susseguirsi di sette fornici su cui poggia il lungo e stretto terrazzo che si affaccia sul Tirreno e regala un colpo d’occhio incredibile. Un violento terremoto del 1783 ha danneggiato irrimediabilmente il prospetto del castello, ma di certo è rimasto intatto il suo fascino.
Dal cortile interno un piccolo ingresso in marmo granito è l’accesso ai sotterranei, in fondo a un lungo corridoio e dopo aver sceso una ripida scaletta. Ed è qui che la storia si fonde con la leggenda. È stata tramandata nei secoli la voce, che il castello sarebbe collegato alla Marina di Nicotera attraverso alcuni passaggi segreti, tanto che alcuni prigionieri del castello per attuare un piano di fuga e accertarsi della presenza di questi cunicoli, lanciarono all’interno delle angurie che rotolarono fino a raggiungere la Marina di Nicotera. La leggenda dice che ci sarebbero ben cinque passaggi segreti che portano al mare, alle montagne ed al Monastero delle Clarisse, le cui badesse, per lungo tempo, sono state delle principesse Ruffo. Naturalmente sono racconti che non trovano conferme nelle fonti storiche. Il piano terra del castello ha una sala con volta a vela e un enorme salone illuminato dalle sette finestre che si aprono nelle arcate della facciata principale. Colpisce il pavimento in lastre di granito e il maestoso scalone.
Oggi il castello è stato acquisito dal Comune di Nicotera che ha provveduto al restauro di alcune parti, al piano terra ha trovato spazio il Museo Civico Archeologico e al primo piano il Museo di Civiltà Contadina della regione del Monte Poro, nelle Serre calabresi.
