Torre Crawford

Punto di Interesse
Torre Crawford, San Nicola Arcella - Luca Fregola
Un’antica torre saracena sul mare che ha da raccontare una storia affascinante e misteriosa. Torre Crawford, a San Nicola Arcella, deve il suo nome allo scrittore statunitense Lord Francis Marion Crawford, che per ultimo l’abitò e qui trovò ispirazione per i suoi racconti, alcuni horror.
La costa selvaggia, l’incanto dell’Arcomagno e dell’Isola di Dino, folgorarono lo scrittore che, all’inizio del ‘900, stava esplorando l'Italia a bordo di una piccola barca a vela insieme alla sua bellissima moglie e un marinaio. Fu così che, pagando un canone irrisorio, Lord Francis prese in affitto la torre e si stabilì in Calabria per qualche tempo. Qui, in questo luogo solitario e silenzioso sul mar Tirreno, lo scrittore coglieva le suggestioni dell’isolamento e riempiva pagine di storie ambientate proprio nella torre e nella baia selvaggia che la circonda, storie noir con protagonisti vampiri e creature sovrannaturali. L’eco di quei racconti è ancora nell’aria, nell’atmosfera misteriosa e sfuggente della torre.
Torre Crawford è una delle numerose torri di vedetta costruite durante la dominazione spagnola intorno al '500 per difendere le coste calabresi dai continui attacchi di pirati e corsari. Il tempo non ha scalfito la sua bellezza austera e misteriosa che è rimasta intatta, avvolta dalla leggenda che i racconti dello scrittore statunitense le hanno conferito. Uno spettacolo che la luce del tramonto colora di rosa, nel colpo d’occhio incredibile che racchiude in un abbraccio il Golfo di Policastro, l’Isola di Dino, dalle montagne del Pollino e dall’Arcomagno.
È possibile visitarla per godere del panorama e scoprire gli ambienti che ospitarono lo scrittore statunitense. All’interno della torre, un elemento molto caratteristico sono le scalinate che portano al primo e al secondo piano. Si tratta di blocchi di pietra lunghi circa cinquanta centimetri e larghi venti, sorretti da due grandi archi sovrapposti. Il primo arco conduce al primo piano, il secondo arco immette nel secondo piano. In cima alla torre c’è una grande terrazza che veniva utilizzata per comunicare con le altre torri di vedetta quando era necessario segnalare le incursioni dei pirati. In quelle occasioni venivano accesi grandi fuochi e si alzavano segnali di fumo durante il giorno, mentre durante la notte erano le fiamme ad avvisare del pericolo.
